Annuncio di morte in diretta

Un tempo i mass media, i mezzi di comunicazione di massa, si limitavano a diffondere notizie.
Il loro ruolo, la loro importanza, consisteva nell’annunciare un evento, nel far sapere che cosa è successo e, se possibile, anche il perché è successo e le conseguenze di quel che è successo. In altre parole, giornalisti erano narratori di un passato così vicino da essere ancora presente.
Questo una volta. Prima della radio, prima della onnipresenza televisiva (un televisore in ogni casa e in ogni bar, sempre pronto ad essere acceso, ad ogni ora del giorno e della notte), prima di internet, dei cellulari con fotocamera incorporata. Continua a leggere “Annuncio di morte in diretta”

Certezze

Invidio chi si può permettere una certezza. Non è una cosa da poco: le certezze, nel senso di un sapere talmente indubitabile che l’idea stessa di una obiezione ci ripugna, sono dei beni rari e preziosi, almeno quelle non banali.
Perché di certezze banali è pieno il mondo: la terra è una sfera, il fuoco illumina e scalda, io ho due mani: tutte certezze indubitabili e accessibili a chiunque. Ci siamo talmente abituati che neppure le nominiamo, le riserviamo giusto ai matti e ai bambini. Continua a leggere “Certezze”

Razionalità

Ciò che distingue l’umanità dal resto degli esseri viventi è la ragione, come vuole la antica ma sempre valida definizione dell’uomo come “animale razionale”.
Ovviamente si ritiene che ciò sia vero solo per gli uomini adulti: solo a partire dalla maggiore età, o lì intorno, vi è la razionalità, prima no. Il bambino è un adulto incompleto, e a mancargli è, tra le altre facoltà, anche la razionalità. A riprova di ciò, il fatto che non è possibile condurre conversazioni serie con i bambini, i cui discorsi sono spesso sconclusionati e slegati alla realtà.
La razionalità è, insomma, una acquisizione lenta e faticosa, non un dono immediato. Continua a leggere “Razionalità”

Chiaro e semplice

Josef Albers dedica uno dei suoi esercizi per imparare a vedere (Interazione del colore, edito dal Saggiatore) alla critica dell’affermazione che «più la forma di una lettera è semplice, più è semplice la sua lettura», affermazione che, secondo Albers, è purtroppo divenuta un dogma del nascente costruttivismo (l’edizione originale del testo è del 1963) e di alcuni tipografi modernisti, che prediligono ai caretteri con le grazie, i sottili tratti ornamentali che sporgoni dalle aste, quelli privi (i cosiddetti bastoni). Continua a leggere “Chiaro e semplice”

L’eternità. Informaticamente parlando

Il tempo è quel curioso fenomeno che trasforma ciò che c’è in ciò che non c’è più e ciò che non c’è ancora in ciò che c’è. Come con tutti i fenomeni naturali, l’uomo tenta di dominare e controllare anche lo scorrere del tempo; in particolare, cercando di prevedere, ed eventualmente modificare, quello che deve ancora essere e di decidere cosa fra ciò che è, deve continuare ad essere così come è anche in futuro.
È il secondo aspetto quello sul quale ci concentreremo in questa breve e parziale analisi della sfida dell’uomo con il tempo. Continua a leggere “L’eternità. Informaticamente parlando”

La giornata della memoria. Ma quale memoria?

Il 27 gennaio è, da alcuni anni a questa parte, la giornata della memoria. Una giornata dedicata al ricordo, all’inquietante e insopportabile ricordo dell’Olocausto.
Perché una giornata del ricordo? Quale tipo di ricordo si vuole celebrare con una giornata come questa? Continua a leggere “La giornata della memoria. Ma quale memoria?”

La clonazione

Su il manifesto di sabato 22 gennaio è riportata, a pagine 18, l’interessante storia del villaggio di Aldeida da Luz, un piccolo paese del Portogallo che, a causa della costruzione della imponente diga d’Alqueva, è completamente ricostruito, o forse sarebbe meglio dire clonato, a due chilometri di distanza dal sito originario, nel frattempo completamente allagato. Continua a leggere “La clonazione”

Regole, regolarità, continuità

L’uomo ha bisogno di regole.
Questa affermazione non è da intendersi in senso politico o sociale, non vuole, e neppure può, implicare alcun giudizio sull’anarchia o su altri regimi politici. Essa è semplicemente una constatazione concettuale.
L’uomo ha bisogno di regole: nella nostra vita di tutti i giorni, non possiamo prescindere dalle regole, non è possibile non avere aspettative su ciò che accadrà e dividere gli eventi in conformi e non conformi alle regole, in corretti e non corretti. Continua a leggere “Regole, regolarità, continuità”

Democrazia e maggioranza

Secondo l’opinione di alcuni, la democrazia altro non è che il potere del popolo. In altre parole, ciò che vuole o desidera la maggioranza è, per definizione, democraticamente giusto.
Un terribile pregiudizio, che, di fatto, uccide la democrazia. Lo mostra un semplice esempio: se più della metà degli abitanti di una nazione volessero la soppressione della libertà di espressione oppure l’esclusione dei diritti civili per alcuni cittadini, questi atti sarebbero per questo democratici?

La democrazia, in realtà, è l’esistenza di tutta una serie di valori e pratiche atte a tutelare la libertà dell’individuo. Anche, e forse soprattutto, dall’opinione della maggioranza.
Il discorso dovrebbe essere così ovvio e trasparente da non meritare neppure una fonte di supporto. Se tuttavia qualcuno non fosse del tutto convinto che l’opinione della maggioranza non sia il fondamento della democrazia, può leggere On Liberty di John Stuart Mill.

Cos’è il nulla?

Un giorno, mentre si discuteva del nulla in filosofia e in fisica, dove di solito prende il nome di vuoto, un mio amico osservò che quando abbiamo a che fare con un concetto, di solito noi tutti ci formiamo delle immagini mentali, delle raffigurazioni che ci aiutano a gestire meglio quel concetto. Aggiungendo che, nel caso del nulla, la sua raffigurazione era il colore grigio scuro.

Il problema che si poneva il mio amico era se questa immagine mentale potesse influire sul nostro modo di pensare quel concetto. La domanda che invece mi voglio porre io è la seguente: perché proprio il grigio e non, piuttosto, il bianco o il nero oppure il blu scuro?

Il nero è il colore del buio, il bianco della luce, il blu del cielo o del mare. Tutte immagini che non si adattano al concetto di nulla. Nel buio possono nascondersi molte cose, nel buio può esserci un’infinità di mondi da scoprire. La luce implica una sorgente luminosa, qualcosa che illumini lo spazio. Il blu del cielo o quello, più scuro, dell’oceano richiamano uno spazio vasto, immenso.
Il grigio è invece il colore della nebbia.

A rigore di logica, nella nebbia, come nel buio, possono nascondersi le stesse cose. Eppure la nebbia è peggio: per scoprire quello che nasconde il buio, è sufficiente accendere la luce. Nella nebbia, invece, anche la luce più potente ci restituisce sempre e solo nebbia, grigio ovunque. La nebbia è l’ignoranza inemendabile di quello che ci circonda. Per questo è una ottima e potente immagine del nulla.
Il nulla, per il mio amico e anche per me, è l’ignoranza che nessuna conoscenza può guarire.