Prima A poi B

Per vedere decentemente devo fare ricorso a delle lenti a contatto gas permeabili.
Ogni sera le pulisco con un detergente e, una volta al mese circa, con quelli che, non so quanto propriamente, chiamano enzimi. Si tratta di due fialette, una rossa marcata da una vistosa A e una blu marcata con una vistosa B.
La fialetta A contiene NaClO (secondo Wikipedia si tratta di ipoclorito di sodio); la fialetta B contiene KBr (sempre secondo Wikipedia, bromuro di potassio).

Le istruzioni specificano di versare nel contenitore prima la fialetta A e dopo la fialetta B, sottolineando l’importanza di non invertire l’ordine.
È un dubbio che ho da circa 15 anni: che cosa cambia? Qual è la differenza tra versare la sostanza A nella sostanza B e versare la sostanza B nella sostanza A? Le lenti a contatto, in ogni caso, vanno inserite dopo, quando i due liquidi sono mischiati.

Il test della Kobayashi Maru

di Ivo Silvestro e Alex Grossini

ALEX: Ciao Ivo, potremmo provare con Wave quel discorso su Star Trek II – L’ira di Khan. L’ho riguardato e ci sono molti spunti, ma direi di concentrarci su quello del cheating, dell’imbroglio nel test della Kobayashi Maru come suggerivi. E poi usiamo questo wave come post su MotW. Buona idea?

IVO: Usiamo wave? Ma sì, dai. Iniziamo con una descrizione del test?

ALEX:  Perfetto, io inizio: la Kobayashi Maru è un’astronave descritta come nave da carico di Classe III, comandata da Kojiro Vance con 81 membri di equipaggio e 300 passeggeri. A un certo punto di un suo viaggio si trova in avaria, e qui inizia il dilemma: la KM lancia un sos, la Enterprise è nei paraggi, e si prepara a portare aiuto. Però c’è un problema, la zona in cui si trova la KM è off limits

IVO: La zona neutrale è peggio di una zona off limits: in base al fragile trattato di pace di Organia nessuna nave da guerra può entrarvi. E qui si arriva al dilemma che dicevi: cercare di salvare quelle 381 persone scatenando una guerra con l’impero Klingon che causerà, se tutto va bene, milioni di morti, oppure lasciar morire quelle persone?

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Pagina bianca

Per motivi che è troppo lungo elencare (e che possiamo riassumere con una parola: masochismo), sono andato sul sito della Camera dei Deputati e mi sono scaricato il pdf di una proposta di legge.

Otto pagine. Le stampo. E mi accorgo che,  in realtà, la proposta finisce a pagina 5. L’ultima pagina è occupata da un codice a barre, mentre le pagine 6 e 7 sono pagine bianche, nel senso che riportano la scritta PAGINA BIANCA:

pagina biancaImmagino abbiano inserito quella scritta per non lasciare un vuoto legislativo.

Il problema è che scrivere “PAGINA BIANCA” è come affermare “Questa affermazione è falsa”: appena lo hai scritto, la pagina non è più bianca! È un enunciato che si contraddice da solo.
Speriamo che la proposta non diventi mai legge: inserire una simile antinomia nell’ordinamento italiano rischia di far saltare tutto il sistema giuridico. Una bomba logico-giuridica.

Tautologie

Una delle accuse periodicamente rivolte all’evoluzionismo è quella di basarsi su tautologie. La teoria dell’evoluzione si riassumerebbe nella tesi, banalmente vera, che sopravvive l’individuo che sopravvive.1 Continua a leggere “Tautologie”

  1. Cito da un sito anti-evoluzionista: «Chi ha maggior successo riproduttivo? Il più adatto. Ma chi è il più adatto? Chi ha maggior successo riproduttivo.» []

Logica giornalistica

Leggo su Metro di oggi:

La pillola del giorno dopo è ormai il contraccettivo più scelto dalle giovanissime: il 55% delle confezioni acquistate viene usato da ragazzine tra i 14 e i 20 anni.

Oltre al fatto che a 20 anni si è ancora “ragazzine”, è interessante notare la logica di questa notizia: poiché (premessa) il 55% delle persone che usano la pillola del giorno dopo ha tra i 14 e i 20 anni, allora (conclusione) la pillola del giorno dopo è il contraccettivo più utilizzato a quella età.
In base alla stessa logica, se mi accorgo che in un ristorante i clienti sono soprattutto uomini tra i 30 e i 45 anni, posso tranquillamente concludere che la maggior parte degli uomini tra i 30 e i 45 uomini va lì a mangiare. Oppure, se so che praticamente tutte le persone che vanno in vacanza a Bordighera amano il mare, devo concludere che praticamente tutte le persone che amano il mare vanno a Bordighera. Ancora: se scopro che un certo tipo di reati è commesso in prevalenza da stranieri, posso concludere che la quasi totalità degli stranieri commette quel tipo di reati… ehi, questa devo averla già letta da qualche parte!
È sicuro: i giornalisti ragionano così. Spero che albergatori e ristoratori usino un’altra logica, altrimenti potrebbero restarci male.

La logica è meglio del sesso

Fonti affidabili1 riportano che Achille Varzi, professore alla Columbia University, si presenti alla prima lezione di logica indossando una maglietta con la seguente scritta (ovviamente in inglese):

Niente è meglio del sesso.
La logica è meglio di niente.
Quindi la logica è meglio del sesso.

Pare che Varzi dedichi la prima lezione a spiegare l’errore: “niente” non è una cosa, e se la si considera come tale ci si imbatte in simili errori. I filosofi parlano, in questo caso, di ipostatizzazione.

Mi viene il dubbio che un simile errore venga commesso anche da Joseph Ratzinger quando spiega cosa significa entrare in quaresima:

Significa iniziare un tempo di particolare impegno nel combattimento spirituale che ci oppone al male presente nel mondo, in ognuno di noi e intorno a noi. Vuol dire guardare il male in faccia e disporsi a lottare contro i suoi effetti, soprattutto contro le sue cause, fino alla causa ultima, che è satana.

In questa affermazione, il male è una cosa solo in senso retorico o anche in senso metafisico?

  1. È lo stesso Varzi ad averlo detto, durante una conferenza. []

Implicazioni materiali

Grazie al Brain Hammer ho trovato un interessante articolo di Matthew C. Clarke sulle diverse tecniche per spiegare l’implicazione materiale: A Comparison of Techniques for Introducing Material Implication.
L’implicazione materiale è evidentemente un concetto ostico, se vi sono almeno sette modi diversi di spiegarlo agli studenti. Continua a leggere “Implicazioni materiali”

Se A allora B

Il modus ponens è forse la regola di inferenza più semplice e immediata:

Se A allora B.
A.
Quindi B.

Se piove la strada è bagnata.
Piove.
Quindi la strada è bagnata.

La fallacia dell’affermazione del conseguente è la versione distorta del modus ponens:

Se A allora B.
B.
Quindi A.

Se oggi è domenica domani devo andare al lavoro.
Domani devo andare al lavoro.
Quindi oggi è domenica.

Riportate così, non è difficile smascherare la fallacia. In un discorso più ampio e articolato è invece facile scambiare la fallacia per l’inferenza, e prendere per dimostrazione quello che, al massimo, può valere come indizio. Continua a leggere “Se A allora B”

Matematica divina

Kurt Gödel; La prova matematica dell’esistenza di Dio; Bollati Boringhieri, 2006

Da Anselmo a Gödel

Il primo atto di questa lunga storia si situa intorno al 1077: in quegli anni il monaco benedettino Anselmo di Canterbury scrisse il Proslogion, “colloquio”, nel quale, per la prima volta, viene avanzata una dimostrazione a priori dell’esistenza di Dio.
Nel precedente Monologion, “soliloquio”, Anselmo aveva proposto alcune argomentazioni a posteriori, ossia condotte a partire dall’esperienza; in quello che invece diventerà noto come argomento ontologico, invece, non vi sono presupposti esterni: tutto si basa sul semplice ragionamento.

Nel 1781, dopo sette secoli di discussioni che coinvolgono, per limitarsi ai principali, Gaunilone, Tommaso, Duns Scoto, Descartes e Leibniz, Kant sembra chiudere definitivamente la questione, scrivendo, con la Critica della ragion pura, l’atto conclusivo della storia dell’argomento ontologico.

Tuttavia già Hegel riapre la questione: le vicende della dimostrazione a priori dell’esistenza di Dio continuano. Continua a leggere “Matematica divina”

La Cina era lontana (l’orgoglio di fantastiche operaie che lavoravano la seta)

Nel III secolo il matematico cinese Sun Tsu Suan-Ching, cercando di risolvere uno strano problema relativo a uova e a contadini che non sanno contare, scoprì e dimostrò quello che oggi viene chiamato teorema cinese del resto.
In pratica, grazie a questa scoperta è possibile “trattare” con relativa facilità numeri anche molto grandi conoscendo semplicemente alcuni resti delle divisioni di questi numeri. Continua a leggere “La Cina era lontana (l’orgoglio di fantastiche operaie che lavoravano la seta)”