Si può vedere l’invisibile? O si può solo interpretare la sua presenza?
La mia tesi di laurea riguardava il vedere-come in Ludwig Wittgenstein; un fenomeno che, linguisticamente, si trova a metà strada tra il passivo vedere e l’attivo interpretare: quando vediamo un aspetto, vediamo e interpretiamo, nel senso che usiamo una grammatica che vale un po’ per il vedere e un po’ per l’interpretare.1
Parlo di tutto questo semplicemente per dare una cornice filosofica a questa bellissima immagine2 e dire che d’ora in poi, guardando il famoso dipinto di Raffaello, non riuscirò più a vedere nei gesti di Platone e Aristotele la diversa attitudine filosofica dei due autori.
- Dovessi scrivere oggi la tesi, cercherei delle fMRI di qualcuno che cerca di vedere la famosa figura ambigua di Jastrow ora come un coniglio ora come un’anatra. [↩]
- via Phonkmeister. [↩]