La statua equestre dello pseudo Costantino

Domenico Fontana è quello dell’obelisco in Piazza San Pietro, ma in realtà l’architetto e urbanista di origine ticinese è uno di quelli che, con Bernini e Michelangelo, alla fine del Cinquecento ha ridisegnato Roma. Ma Fontana non è il grande architetto, non è l’artefice: la sua grandezza sta nella capacità di coordinare e di valorizzare le tante professionalità che lavorano in questi importanti cantieri, una sorta di catalizzatore di talenti come mi ha spiegato Nicola Navone che, con Letizia Tedeschi e Patrizia Tosini, ha curato una mostra dedicata a Fontana in corso alla Pinacoteca Züst di Rancate, frutto di un lavoro di ricerca svolto all’Archivio del Moderno dell’Università della Svizzera italiana.

Ma più che di Fontana e del suo essere “un direttore d’orchestra di argani” (con riferimento, appunto, alla elevazione dell’Obelisco vaticano), qui voglio scrivere della statua equestre di Marco Aurelio. Nella mostra è infatti esposta una veduta del Campo lateranense realizzata nel Cinquecento da un anonimo artista fiammingo. I curatori hanno inserito quella veduta, trovata in una galleria d’arte spagnola, per avere un confronto con lo spazio, oggi Piazza di San Giovanni in Laterano, ridisegnato appunto da Fontana. Peraltro capire che in quella veduta era raffigurato proprio il Campo lateranense non è stato semplice: lo si è ricostruito dai resti di un acquedotto e dalla presenza di un piedistallo.

Quel piedistallo ospitava la statua equestre di Marco Aurelio, quella che oggi sta in Piazza del Campidoglio.

Qui devo confessare una mia ingenuità: pur sapendo che la piazza è una creazione di Michelangelo, davo per scontato che quella statua fosse sempre stata lì. E anche che fosse sempre stata una statua di Marco Aurelio, l’imperatore-filosofo. Ebbene no: si trovava appunto davanti al Patriarchio, edificio poi demolito proprio da Domenico Fontana per costruirvi l’attuale Palazzo del Laterano.
La sensazione di stranezza di immaginarmi quella statua in uno spazio così diverso dal Campidoglio è niente in confronto a quella di sapere che all’epoca non era affatto una statua di Marco Aurelio. Per un buon millennio, quindi oltre la metà della vita di quella statua, si è infatti creduto raffigurasse l’imperatore Costantino, quello del ‘In hoc signo vinces’, dell’editto di Milano e della Donazione che giustificava. Un imperatore decisamente pieno di falsi: magari ha davvero sognato Cristo, ma la donazione che giustifica il potere temporale dei pontefici è un falso smascherato da Lorenzo Valla nel Quattrocento e la sua statua equestre raffigura in realtà Marco Aurelio.
Questo errore ha tuttavia significato la salvezza, per quella statua: si fosse saputo che era la statua di un imperatore pagano, molto probabilmente sarebbe stata fusa per usarne in bronzo.

Questa storia è riportata un po’ ovunque, da varie guide turistiche alla pagina di Wikipedia dedicata alla statua. È quindi molto probabile che l’abbia già letta e dimenticata: come mai non mi è rimasta in mente la storia della statua? Forse perché non avevo un elemento visivo forte come quella veduta e gli interventi urbanistici di Fontana; forse perché tendiamo a considerare il passato una cosa unitaria.

Immemore dolor

Siringa (foto di joeflintham)

Supponiamo che vi feriate o vi ammaliate e che sia necessario un qualche tipo di intervento chirurgico per guarire. Che si tratti di punti di sutura o di una appendicectomia poco importa: l’importante è che l’intervento fa fatto al più presto, e per l’anestesia ci sono solo due sostanze disponibili.

La prima allevia il dolore, ma non lo toglie del tutto. In poche parole: soffrirete, ma non tantissimo. E ricorderete il dolore.
La seconda sostanza non allevia per nulla il dolore: soffrirete, e anche tanto. Ma non ricorderete nulla: la sostanza provoca infatti amnesia.

Dal profilo medico, non ci sono differenze: le probabilità di salvarvi la vita sono identiche. E ovviamente non potete assumere entrambe le sostanze.

Voi cosa scegliereste?

Contrordine compagni!

Quando i comunisti facevano davvero comunisti e non i presidenti della camera, Giovannino Guareschi si divertiva, sulle pagine di Candido, a prendere in giro la loro «obbedienza cieca pronta assoluta» al partito.

Le vignette della serie “contrordine compagni” rappresentano le surreali conseguenze di chi obbedisce ciecamente a quello che legge su l’Unità. I correttori di bozze non sono sempre vigili, e può capitare che un “asilo infantile” si trasformi in “asino infantile”:

Contrordine compagni!

Contrordine compagni! La frase pubblicata sull’Unità: “Per controbattere la delittuosa propaganda clericale, ogni sezione provveda a creare un asino infantile”, contiene un errore di stampa e pertanto va letta: “…provveda a creare un asilo infantile”.

Mi sono venute in mente queste vignette di Guareschi mentre leggevo i risultati di una ricerca effettuata presso la Florida State University: le posizioni del corpo possono influenzare i processi mnemonici.

Ma come, i neuroscienziati non erano tutti convinti che l’uomo si identificasse con il cervello, imponendo così una visione semplificata dell’uomo?
Contrordine, compagni filosofi?

Ricordare al tempo dell’Ikea

Il ricordo è qualcosa del passato che permane nel presente. Questo permanere è da intendersi anche, e forse soprattutto, in senso fisico, materiale: il ricordo è anche e soprattutto un oggetto che era e che, in una qualche maniera, ancora è.
Il ricordo è inoltre un evento: l’evento del ricordare, del ritornare in mente. Un simile evento è solitamente originato, ancora una volta, da un oggetto: ad esempio una madeleine inzuppata nel tè o, per chi non ha la sensibilità del poeta, una vecchia fotografia, un giocattolo di quando si era bambini, un libro e, dal momento che non vi sono limiti spaziali, un armadio, una casa e persino una città. Continua a leggere “Ricordare al tempo dell’Ikea”

Agostino contro Vaticano

I visigoti di Alarico saccheggiano Roma nel 410: il cuore dell’Impero è colpito. Anche senza essere esperti di storia antica, è facile immaginare lo sconcerto dei cittadini romani: la fine è vicina, il declino è inarrestabile.
Come è potuto accadere tutto ciò? Quale è l’origine di questo male? Continua a leggere “Agostino contro Vaticano”

Scritture e letture

Winston Smith è un normale impiegato in un normale ministero. Normale, ovviamente, è riferito all’inquietante futuro tratteggiato da George Orwell in 1984: Winston lavora infatti per il Ministero della Verità, e il suo lavoro consiste appunto nel preservare e diffondere la verità, ossia l’opinione di Big Brother, alterando libri e giornali. Continua a leggere “Scritture e letture”

Conoscenza e memoria

Secondo Platone, apprendere altro non è che ricordare ciò che la nostra anima immortale aveva conosciuto quando abitava il mondo delle idee.
Questa, in estrema sintesi, l’anamnesi platonica: una tesi molto suggestiva, che ha ovviamente senso unicamente se si accetta l’esistenza di un’anima immortale e di molti altri aspetti della filosofia platonica.
In ogni caso, non si può negare che vi sia un profondo legame tra apprendimento, conoscenza e memoria: si conosce qualcosa solo se la si ricorda, ciò che si è dimenticato è come se non lo si fosse mai appreso. Continua a leggere “Conoscenza e memoria”

La giornata della memoria. Ma quale memoria?

Il 27 gennaio è, da alcuni anni a questa parte, la giornata della memoria. Una giornata dedicata al ricordo, all’inquietante e insopportabile ricordo dell’Olocausto.
Perché una giornata del ricordo? Quale tipo di ricordo si vuole celebrare con una giornata come questa? Continua a leggere “La giornata della memoria. Ma quale memoria?”