La linea temporale

Siamo soliti rappresentare graficamente il tempo tramite una retta orientata: a sinistra il passato, a destra il futuro e, al centro, il presente, l’adesso.
È una rappresentazione molto comune, e come tutte le cose comuni, passa inosservata e tende a nascondere le proprie difficoltà implicite. Continua a leggere “La linea temporale”

Referendum

Due modeste, ed inutili, proposte riguardo i referendum.

I referendum abrogativi, almeno in Italia, richiedono la partecipazione al voto della maggioranza assoluta degli aventi diritto.
Una giustificazione realistica di questa condizione potrebbe essere la seguente: ogni legge discussa ed approvata dal parlamento ha una legittimità popolare mediata, dovuta alle elezioni politiche che lo hanno eletto; per abrogare una legge occorre quindi dimostrare che, su quel particolare argomento, il parlamento non rappresenta correttamente coloro che lo hanno eletto; pertanto solo se la metà più uno degli aventi diritto si reca alle urne è possibile abrogare la legge. Continua a leggere “Referendum”

La fine del mondo

Il mondo, un giorno, avrà fine: vi sarà un giorno che non avrà domani, un giorno nel quale verranno tratte le conclusioni, un giorno nel quale tutti gli eventi passata avranno le loro conseguenze ultime.
Chi annuncia (apocalisse significa proprio questo: annuncio) e soprattutto pratica un simile pensiero imprime un forte orientamento storico: tutti gli eventi vanno interpretati e se possibile vissuti alla luce di questo ultimo giorno.
Ecco dunque che inizia a manifestarsi un paradosso: il mondo ha un significato solo se si annuncia che un giorno esso avrà fine. Senza questo annuncio, senza il pensiero della fine del mondo, viene meno questo orientamento della storia, e con esso viene meno il significato del mondo. Ma che ruolo ha un mondo senza significato? Può esistere un mondo privo di senso?

Il paradosso è oramai compiuto: il mondo finisce quando si cessa di credere alla fine del mondo.

Legge naturale

Naturale inteso come contrapposto ad artificiale: un evento naturale deve il suo essere alla natura, non all’operare dell’uomo.
In questo visione è implicita una certa contrapposizione, e è da questa assunzione implicita che nascono i primi problemi: l’uomo non può infatti essere del tutto estraneo alla natura. Il contrasto non può quindi essere in generale tra uomo e natura, ma dovrà solo riguardare una parte dell’uomo. Le due componenti che si fronteggiano non sono e non possono essere uomo e natura, bensì una parte dell’uomo, rimasta vicina alla natura, e un’altra, artefatta, lontana dalle pure origini naturali. Continua a leggere “Legge naturale”

Sull’inutilità di ogni dimostrazione dell’esistenza di Dio

Una dimostrazione è un ragionamento corretto che, partendo da alcune premesse considerate valide, ha come conclusione la verità di una determinata tesi che è stata, a questo punto, confermata. Una volta che una tesi è stata dimostrata, essa è da considerarsi vera, una solida conoscenza acquisita che può essere utilizzata come valida premessa di ulteriori dimostrazioni.
Da questa breve definizione risulta evidente che vi sono due condizioni necessarie affinché una dimostrazione abbia valore: la correttezza, ossia non deve contenere errori di ragionamento, e la validità, ossia le premesse iniziali devono essere vere. Vi è tuttavia un terzo requisito, meno evidente ma non per questo meno necessario degli altri due: la tesi deve riguardare una conoscenza oggettiva e razionale. Continua a leggere “Sull’inutilità di ogni dimostrazione dell’esistenza di Dio”

Fisica e metafisica

Il mondo è uno solo, così come uno solo è l’uomo che lo abita. Di fronte a questa singolarità di uomo e mondo, vi è l’incredibile pluralità delle relazioni che nascono e si sviluppano: il mondo è uno, ma molti sono i modi di abitarlo.
Scienza e filosofia sono due grandi famiglie di queste relazioni tra uomo e mondo. A prima vista, la scienza si occupa del reale, mentre la filosofia non si sa bene cosa studi, ma sicuramente non il reale: forse l’immaginario, forse il pensiero. Continua a leggere “Fisica e metafisica”

Il gigante dai piedi di argilla

Il gigante, o meglio i giganti, sono gli attuali sistemi operativi dei computer. Giganti per potenza, dimensione, affidabilità. Per averne una idea, è sufficiente dare una occhiata, anche veloce, alla nuova versione di Mac OS X di Apple: battezzata Tiger, tigre, ha delle funzionalità davvero impressionanti, soprattutto per la ricerca e la gestione dei documenti. Anche Microsoft, con il suo Windows XP e il per ora solo annunciato Windows Vista, ha i suoi giganti, secondo alcuni meno affidabili e potenti di quelli di Apple, ma non è questo il punto. Continua a leggere “Il gigante dai piedi di argilla”

Allegro ma non troppo

Nella musica classica, l’indicazione Allegro, come Largo e Presto, non si riferiscono, al contrario di quanto si potrebbe pensare, al contenuto emotivo del brano, bensì alla velocità di esecuzione.
Un brano può quindi essere, senza contraddizione alcuna, allegro e triste allo stesso tempo: Allegro per velocità, triste per contenuto emotivo, anche se, solitamente, è difficile che un brano abbastanza veloce come un Allegro sia triste. Continua a leggere “Allegro ma non troppo”

L’utente esigente

Il computer, inteso come personal computer, dovrebbe essere un elettrodomestico come tanti altri: il suo luogo è quello dei frigoriferi e dei forni a microonde. Ovviamente il discorso non vale per l’utente professionale, che utilizza il computer per lavoro.
Per usare il frigorifero non è necessario studiare il manuale, non ci sono corsi per congelare i cibi, e similmente le lezioni che considerano i forni a microonde insegnano, in generale, a cucinare. Le persone utilizzano tranquillamente i forni, i frigoriferi, gli aspirapolvere, le lavatrici e così via senza grossi sforzi di apprendimento, senza difficoltà particolari. Continua a leggere “L’utente esigente”

Sostanza, contenuto e forma

«Ciò che conta, la sostanza, è la materia, non la forma: più importante del come è il che cosa; l’aspetto è una questione secondaria.»

Chi formula simili pensieri non ha tutti i torti, ma, purtroppo per lui, neppure tutte le ragioni: la sostanza non è tutta nel che cosa, ma anche nel come. L’apparenza, l’aspetto non sono per nulla una questione secondaria, ma meritano la stessa attenzione del contenuto, della materia. Trascurare la presentazione significa uccidere, lasciar morire anche il contenuto.
La vita di un pensiero, di un concetto consiste nel suo essere pensato, meditato, collegato con altri pensieri, studiato, discusso. Tutto questo è possibile unicamente se il concetto ha una sua veste grafica che ben gli si adatta.
Noi uomini pensiamo graficamente, dove con graficamente non si intende necessariamente una rappresentazione nello spazio bidimensionale di un foglio. Una presentazione grafica scadente ostacola la comprensione, impedisce il dibattito e quindi uccide il concetto.
Un esempio facile ed evidente: la matematica. Sarebbe concepibile lo sviluppo di questo disciplina, il sorgere di concetti come funzione, integrale e limite senza una notazione matematica evoluta come la nostra?