Festival della Scienza – giorni 3 e 4

Un articolo per due giorni perché ieri e oggi ho seguito eventi che ruotavano tutti intorno allo stesso tema: comunicare la scienza.
Da Comunicare la scienza con Silvia Bencivelli e Francesco Paolo De Ceglia a Comics&Science con Leo Ortolani, Roberto Natalini e Andrea Plazzi senza dimenticare, oggi, Gilberto Corbellini, Michele Luzzatto e quei pazzi di Dibattito Scienza.

Tre iniziative molto diverse, accomunate dall’idea che la scienza sia bella e le persone, per essere buoni cittadini 1 debbano conoscerla.
Tuttavia – sarà un problema legato al mio cattivo umore –, tutte mi sembrano fallire. Il mondo è pieno di gente che non capisce la scienza e che non vuole capirla. E qui “scienza” vale, per sineddoche, per tutte quelle attività intellettuali che richiedano un minimo di sforzo. E non c’è nulla da fare.

  1. Qualsiasi cosa questa espressione significhi.[]

Festival della Scienza – giorno 2

Ieri secondo giorno di Festival della Scienza a Genova, ma più che altro giornata di relax (e di spiaggia) con una sola conferenza.

Dal cielo stellato sopra di me, tema della prima conferenza su Hubble, al senso estetico in me illustrato dal neuroscienziato Giorgio Vallortigara.
Interessantissima lectio magistralis sul senso del bello negli animali. Scoprire che le api sono in grado di distinguere stili pittorici diversi è semplicemente sorprendente.
Un commento filosofico: Vallortigara è stato molto bravo nel maneggiare con la dovuta cautela i concetti filosofici coinvolti, senza commettere ingenuità o ingiustificati riduzionisti.

Festival della Scienza – giorno 1

Ieri tardo pomeriggio siamo arrivati a Genova per il Festival della Scienza.

Con al seguito un bimbo di tre anni – troppo grande per dormire ma troppo piccolo per seguire – sarà un Festival un po’ atipico, ma qualcosa si è ugualmente riusciti a godere.
Il tema di quest’anno è la bellezza, e il primo impatto è stato con la bellezza dell’universo vista attraverso il telescopio spaziale Hubble è raccontata con tanta passione da Massimo Robberto, uno dei responsabili di Hubble.

Questa sera si tenta il bello e le bestie con Giorgio Vallortigara.

Una visita a Montecristo

Montecristo

Ho avuto il privilegio di sbarcare sull’isola di Montecristo.
Privilegio perché l’isola è una riserva naturale integrale, dove quell’integrale significa (quasi) inaccessibile all’uomo. Solo mille persone l’anno — seicento studenti, quattrocento privati con precedenza alle associazioni — possono visitare l’isola. Io non sono stato tra questi fortunati mille: oltre al permesso di visita, per il quale un privato può aspettare pare anche tre anni, esiste il più accessibile permesso di approdo, che concede la possibilità di sbarcare sull’isola e visitare Cala Maestra. Una visita completa, con tanto di escursioni, è sicuramente più interessante, ma anche per il solo approdo vale la pena affrontare le ore di navigazione necessarie per raggiungere Montecristo. Continua a leggere “Una visita a Montecristo”

Luoghi di culto

4 agosto 2007

Madonna della Porta dell’AlbaA Vilnius, capitale della Lituania, ho avuto modo di vedere, per la prima volta in vita mia, un luogo religioso. Non che non sia mai entrato in una chiesa o in un santuario, ma questi li ho sempre vissuti come opere d’arte o luoghi di ritrovo: il Duomo di Milano, giusto per fare un esempio, è una chiesa, ovviamente, ma è anche un bellissimo edificio situato nel centro della città, ne puoi ammirare le alte guglie, apprezzarne la vicinanza con i negozi o goderti il fresco dell’interno.
Con la Madonna della Porta dell’Alba nulla di tutto ciò è possibile. Non che sia brutta o artisticamente irrilevante, anzi: solo che appena ti avvicini senti recitare il rosario (in lituano, ovviamente) e vedi le persone inginocchiate di fronte alla Madonna. Potresti anche piazzarti dietro la vecchietta che prega e scattare alcune foto, ma non lo fai, non osi neppure entrare perché saresti un estraneo: tu vuoi ammirare la Madonna, non la vuoi venerare.
L’unica foto che ho della Madonna è scattata dalla strada, con un teleobiettivo. Continua a leggere “Luoghi di culto”

Monumenti

Grūto ParkasFinalmente indipendente, la Lituania ha smantellato tutte le vestigia retoriche dell’Unione Sovietica. Dalla velocità con cui le statue di Lenin, Stalin e di altri eroi del comunismo sono sparite, si capisce quanto questi monumenti siano stati inutili, se il loro scopo era quello di far sentire sovietici i fieri lituani.
Queste statue sono ora raccolte in un grande parco, il Grūto Parkas: l’Unione Sovietica, come un quadro, finisce in un museo. Continua a leggere “Monumenti”

In fila per tre

Secondo Lenin, gli operai tedeschi, prima di occupare una stazione ferroviaria, acquistano il biglietto.

Come politico, attualmente Lenin non gode di buona fama, ma come sociologo, almeno a giudicare da questo aforisma, non è da disprezzare. I tedeschi amano stare in fila: la fila ha qualcosa di esteticamente, forse anche eroticamente, appagante.

Se, mentre i tedeschi sono in fila a una cassa del self-service, ne apre un’altra, loro non si spostano, rimangono dove sono. I nuovi arrivati, ovviamente, si accodano: la lunga e ordinata fila è molto più attraente della cassa vuota, pronta a farci pagare senza neppure un minuto di attesa.

La fila per andare alle toilette avanza con rigido ordine: tu entri se e solo se uno esce, altrimenti resti fermo. Così, se c’è un bagno libero ma c’è la fila, tu non entri, perché l’unico ordine previsto è “uno esce – uno entra”. La possibilità di entrare senza che nessuno sia uscito è, semplicemente, inconcepibile.

Pregiudizi? Sicuramente sì. È ingiusto, in tempi di Unione Europea, lasciarsi andare a simili generalizzazioni e affermare che tutti i tedeschi sono così. Diciamo che sono così i tedeschi incontrati in una area di servizio prima di Ulm il 28 luglio 2007. In tutta la Germania saranno sì e no 150 i tedeschi così. Ed erano tutti lì.

Malta

Puro è ciò che non si è mischiato con elementi estranei. Per padroneggiare il concetto di puro è necessario quindi avere le idee molto chiare su cosa sia il proprio e l’improprio, su cosa appartenga a me e cosa agli altri.
Fare appello alle origini è di solito inutile e pericoloso. Pericoloso perché la storia non è mai il passato, ma è sempre il presente che si volge indietro: si può essere convinti di guardare l’origine, in realtà si osserva, spesso senza saperlo, lo sguardo che oggi si rivolge verso l’origine. Continua a leggere “Malta”

Naturalmente artificiale, artificialmente naturale.

Rocce di basaltoL’occhio ama giocare con le nubi e con le loro forme. Soffermando lo sguardo qualche secondo, è possibile scoprire strani e familiari aspetti: una nave, uno stivale, l’Irlanda, un angelo, il volto di un amico o di un parente. L’autore di queste eteree sculture è ovviamente lo sguardo, che appunto gioca con le masse di vapore acqueo: sappiamo bene che non vi è alcun demiurgo celeste che si diverte a scolpire le nuvole. L’unico lavoro è quello compiuto dalla nostra immaginazione: è infatti sufficiente distrarsi un attimo, o fissare il cielo da un altro punto di vista, e tutto svanisce: le nuvole sono forme stupide, casuali, talmente vuote di contenuto da essere in grado di accogliere qualsiasi aspetto. Continua a leggere “Naturalmente artificiale, artificialmente naturale.”

La clonazione

Su il manifesto di sabato 22 gennaio è riportata, a pagine 18, l’interessante storia del villaggio di Aldeida da Luz, un piccolo paese del Portogallo che, a causa della costruzione della imponente diga d’Alqueva, è completamente ricostruito, o forse sarebbe meglio dire clonato, a due chilometri di distanza dal sito originario, nel frattempo completamente allagato. Continua a leggere “La clonazione”