Da anni ormai vivo nell’irrazionale

Leggo nel post di apertura di un blog dedicato «alla Magia e a quanto di irrazionale ci capita a volte nella vita»:

Da anni ormai vivo nell’irrazionale e ho letto e mi sono documentato su tantissime forme di magia e di esoterismo.

Si potrebbe discutere per ore sul significato dei termini razionale e irrazionale: dai numeri alle esperienze estetiche e religiose passando per le dimostrazioni e le intuizioni, vi sono molte cose interessanti da dire sulla razionalità e l’irrazionalità.

Eppure appena sento la parola irrazionalità mi vengono in mente strani individui che, come soluzione ai mali del mondo, prenderebbero a schioppettate (non sai mai quanto metaforiche) gli stranieri, o quegli altri che investono i propri risparmi in controfatture e altri riti contro maledizioni e malocchi, o ancora a quelli che credono a  tutto, purché a dirlo sia quella persona tanto simpatica che parla bene, senza dimenticare quelli che bollano come “contro natura” quello che semplicemente dà loro fastidio e, soprattutto, quelli che sproloquiamo sulle irrazionalità altrui dimenticando le proprie piccole manie e fissazioni che difficilmente sarebbe in grado di giustificare razionalmente.
Non c’è niente da fare: istintivamente associo l’irrazionalità a tutto ciò che c’è di negativo nell’uomo. Continua a leggere “Da anni ormai vivo nell’irrazionale”

Piacevoli inganni

Raser Sind So sexyGuidando per le autostrade tedesche, è possibile imbattersi in alcuni cartelloni pubblicitari il cui significato, anche ignorando la lingua di Goethe, è abbastanza chiaro:

Raser Sind So sexy.

Raser Sind So cool.

Raser Haben So viel grips.

Ai non tedeschi, almeno a quelli ignoranti come me, i volti sono perlopiù sconosciuti, ma una breve ricerca con google porta al sito della Deutscher Verkehrssicherheitsrat, dove si scopre che i tre cavalieri della sicurezza stradale sono Philipp Lahm, calciatore, Sarah Kuttner, giornalista televisiva, e Collien Fernandes, modella e presentatrice.

Il messaggio è chiaro, e richiama un analogo spot australiano: chi corre ce l’ha piccolo, non è sexy, non è un figo, e se a dirlo è il calciatore che ha segnato il primo gol ai mondiali o una affascinante modella, sarà vero.
Raser Sind So cool Ma in realtà non lo è: dubito fortemente che esista una relazione tra velocità dell’automobile e virilità del conducente. Invece di dire la verità sui pericoli della velocità, i tedeschi e gli australiani preferiscono mentire o, comunque, puntare su temi come la disapprovazione sociale. Continua a leggere “Piacevoli inganni”

Limite di ragionevolezza

Nel 1941 Albert Einstein partecipò ad un convegno su scienza, filosofia e religione nel loro rapporto con la democrazia. Secondo il grande scienziato, scienza e religione hanno campi (realms) nettamente distinti, tuttavia esistono forti relazioni e, soprattutto, reciproche dipendenze: la religione deve imparare dalla scienza, ma la scienza non vi sarebbe se gli scienziati non fossero mossi da una sorta di sentimento religioso.
Nel corso della sua relazione, il cui testo è stato successivamente pubblicato in Ideas and Opinions ed è disponibile su Internet Sacred Text Archive, Einstein riassunse il suo pensiero con una immagine:

La scienza senza religione è zoppa e la religione senza scienza è cieca.

Questa affermazione ricalca una celebre frase di Kant nella quale, però, non vi erano scienza e religione bensì sensibilità e intelletto, e quest’ultima era vuota, non semplicemente zoppa.
La posizione di Kant sul rapporto tra religione e scienza era infatti ben diversa da quella di Einstein: la religione viene di fatto “ridotta” alla moralità razionalmente indagata.
Se prendiamo Einstein e Kant come due estremi della riflessione sui rapporti tra fede e ragione, non ci sono dubbi: Joseph Ratzinger è sicuramente più vicino al primo che al secondo.

Non mi risultano pubblici apprezzamenti della posizione di Einstein, però Benedetto XVI ha in più occasioni criticato la concezione kantiana della religione, ad esempio nel Discorso ai Membri della Curia e della Prelatura Romana per la presentazione degli auguri natalizi del 2005, quando cita esplicitamente Kant come momento di totale rottura del rapporto tra Chiesa ed età moderna (per un paragone: il processo a Galileo, conclusosi con l’abiura, è stato semplicemente “un inizio molto problematico”).

Dal momento che Ratzinger viene spesso chiamato “il papa teologo”, studiare più da vicino le sue idee non può che essere interessante. Continua a leggere “Limite di ragionevolezza”

Il fattore bleah!

Julian Baggini, filosofo e giornalista inglese, ha immaginato un maiale molto particolare: grazie all’ingegneria genetica, Priscilla, questo è il suo nome, può parlare e soprattutto può dire che il suo più grande desiderio è venire mangiata. Si tratta di uno dei 100 racconti de Il maiale che vuol essere mangiato e altri 99 esperimeti mentali (Cairo editore, 2006). L’autore si chiede: per un vegetariano sarebbe lecito mangiare una salsiccia di Priscilla? Continua a leggere “Il fattore bleah!”

Dialoghi scientifici

Il 31 gennaio 2007 si è tenuta, presso il Dipartimento di Scienze Farmacologiche dell’Università degli Studi di Milano, si è tenuta la Seconda Giornata di Studio sulle Cellule Staminali.

A giudicare dal programma, gli organizzatori hanno cercato di affrontare il tema da più punti di vista: dall’impiego delle cellule staminali embrionali umane per gli studi tossicologici (Giovanna Lazzari), sul differenziamento cardiaco (Marisa Jaconi e, per l’esperienza italiana, Elisabetta Cerbai) e neuronale (Elena Cattaneo) agli aspetti giuridici della ricerca sulla staminali (Emilio Dolcini), ai metodi per derivare linee cellulari staminali umane senza compromettere lo sviluppo dell’embrione (Fulvio Gandolfi). Non è, ovviamente, mancata la discussione sugli aspetti di bioetica (Demetrio Neri, dell’Università di Messina, e Maurizio Calipari, della Pontificia Accademia Pro Vita).

Un programma decisamente ampio, forse troppo per una giornata sola. Eppure alcuni studenti l’hanno trovato limitato e hanno scritto una Lettera ad una professoressa. Ne hanno parlato diffusamente alcuni giornali (interessante quello apparso su l’Unità, commuovente la retorica di quello apparso su Avvenire). Continua a leggere “Dialoghi scientifici”

Antropologicamente non siamo in grado…

Antropologicamente non siamo in grado di produrre una siffatta logica di pensiero.

Una simile affermazione sui limiti antropologici dell’umana razionalità non può che catturare l’attenzione: si è raggiunto il limite, si è tracciato un confine della ragione, si è trovata una logica di pensiero non producibile dall’uomo. Si tratta di una scoperta, filosoficamente parlando, notevole. Non un semplice nonsenso, non una banale contraddizione, ma una logica non producibile, qualcosa di ancora più astruso della logica fuzzy, qualcosa che renda la meccanica quantistica banale.
Avidamente, si continua la lettura: cresce la curiosità, si vuole sapere quale logica non siamo antropologicamente capaci di produrre. Continua a leggere “Antropologicamente non siamo in grado…”

Il senso morale

Apprendo, grazie alla notevole opera di Maurizio Colucci, che uno dei capitoli del libro di Richard Dawikins The God Delusion è dedicato al senso morale, ossia alla capacità di giudicare ciò che è giusto e ciò che è sbagliato.

Qual’è l’origine dei sentimenti di giusto e sbagliato?
È questa la domanda dalla quale prende inizio il discorso di Dawkins. La risposta, per chi conosce il personaggio, è abbastanza scontata: il senso morale è innato, iscritto nel nostro cervello dal corso dell’evoluzione che ha selezionato alcune attitudini morali eliminandone altre. Continua a leggere “Il senso morale”

Dio, Vitiello e i frigoriferi

Maurizio Colucci dedica parte del suo tempo alla nobile opera di diffusione, sul suo Novissimo blog, di alcune opere di Richard Dawkins e Sam Harris dedicate alla religione.
Entrambi gli autori hanno una posizione decisamente critica. Harris, in particolare, si sofferma sui danni e i pericoli della fede, anche quella moderata e laica. (Personalmente, credo che ad essere pericolose siano le persone, non le idee o le fedi).
A Malvino è piaciuto soprattutto un passaggio effettivamente molto interessante, che non si può non citare:

Immaginate che il vostro vicino creda di avere, sepolto nel suo giardino, un diamante grande come un frigorifero. Gli chiedete perché, e lui risponde: «Ma non capisci? Questo diamante dà alla mia vita un enorme significato». Oppure: «La mia famiglia va matta per le riunioni che facciamo in giardino cercando di scavare per tirarlo fuori ogni domenica. E tu ci vuoi togliere questa cosa?». Oppure immaginate che risponda: «Non vorrei vivere in un universo in cui non ci fosse un diamante nel mio giardino grande quanto il mio frigorifero». Per me è chiaro, immediatamente chiaro, che queste risposte sarebbero inadeguate. Profondamente inadeguate. Sono in realtà le risposte di un pazzo. O di un idiota. Eppure, prendete lo stesso identico ragionamento e trasportatelo nel campo della religione, e queste risposte hanno immenso prestigio. Anzi, fino a che non sostieni un qualche ragionamento di questo tipo, è impossibile per te essere eletto in una carica politica nel nostro paese.

Continua a leggere “Dio, Vitiello e i frigoriferi”

Categorie irrazionali

Una tassonomia è un ordine gerarchico di concetti, solitamente strutturato come un albero genealogico: le categorie, le unità di base della tassonomia, sono collegate tra loro in base alla relazione asimmetrica “è parte (o figlio) di”.
Tassonomia Nell’esempio qui a fianco, poesia e prosa sono parte di letteratura, mentre romanzo e racconto sono parte di prosa. Le relazioni sono rigide: se un’opera fa parte della categoria racconto allora è anche parte di prosa e di letteratura, ma non può assolutamente appartenere alla categoria poesia.

Le etichette (in inglese tag) costituiscono un altro metodo di classificazione, decisamente meno rigido. Non c’è ordine gerarchico, o almeno non è necessario che ci sia, e pertanto, se prendiamo prosa e poesia come etichette e non più come categorie, un’opera può essere catalogata contemporaneamente sotto entrambi i concetti, il che è decisamente comodo quando si ha a che fare, ad esempio, con Il Convivio di Dante. Continua a leggere “Categorie irrazionali”

Il terrore della razionalità

L’etimologia di ragione non lascia spazio a molti dubbi: è razionale una persona che calcola, conta, valuta proporzioni.
Fingiamoci esseri razionali e calcoliamo.

Secondo il National Highway Traffic Safety Administration (NHTSA), nel 2005, in seguito ad incidenti stradali, some morte negli Stati Uniti d’America 43443 persone: 14,66 morti ogni 100000 abitanti.

Leggermente meglio per gli incidenti sul lavoro: secondo lo U.S. Department of Labor “solo” 4 morti ogni 100000 lavoratori, per un totale di 5702 persone rimaste uccise sul luogo di lavoro.

Più difficile stimare le morti legate al fumo, all’alcol, alle droghe in generale, all’inquinamento e ad una alimentazione malsana.
Secondo la American Cancer Society, ogni anno circa 438000 persone muoiono a causa di sigari e sigarette. L’alcol causerebbe invece circa 85000 decessi l’anno, l’inquinamento 50000. 365000 sarebbero invece i decessi riconducibili a problemi nutrizionali, legati eventualmente ad una scarsa attività fisica.
Meglio essere cauti su queste cifre e considerare, per il nostro calcolo, solamente una parte di questi decessi. Stimiamo quindi che i decessi dovuti a “stili di vita malsani” (alcol, droga, cibo malsano, fumo) siano 100000 ogni anno. Continua a leggere “Il terrore della razionalità”