Il mattino della razionalità

Astuccio portalentiSono, come molti, portatore di lenti a contatti. Per la pulizia delle stesse uso prodotti della Schalcon: in particolare, acquisto una soluzione conservante chiamata Consin Plus (mi ostino a pronunciare l’ultima parola plus non plas, come sembra andare sempre più di moda). In ogni confezioni, un astuccio portalenti in omaggio.

Gli astucci portalenti hanno due contenitori indipendenti, uno per la lente destra e uno per la lente sinistra, identificati sia dalle iniziali Destra / Right o Sinistra / Left sia da colori diversi, Blu e Bianco.
Per misteriosi motivi la Schalcon ha deciso di invertire i colori: il bianco è passato dalla destra alla sinistra e il blu dalla sinistra alla destra.

Questa curiosa inversione delle parti ha provocato una altrettanto curiosa scoperta. La sera, al momento di riporre le lenti nel contenitore, mi baso sulla lettera incisa sul contenitore. Al mattino, al momento di prelevare le lenti dal contenitore per applicarle sugli occhi, mi baso invece sui colori.
Occorre evidenziare che non si tratta di un problema legato alla difficoltà di lettura senza lenti a contatto: sono miope, pertanto a distanza ravvicinata ho una visione perfettamente nitida.

Vi sono due conclusioni. La prima è, purtroppo, un occhio rosso e irritato. La seconda è la tragica scoperta dell’irrazionalità mattutina: per quanto possa essere stanco la sera, sono comunque più razionale di quanto possa esserlo al mattino, nonostante una abbondante colazione e due caffè.

La Cina era lontana (l’orgoglio di fantastiche operaie che lavoravano la seta)

Nel III secolo il matematico cinese Sun Tsu Suan-Ching, cercando di risolvere uno strano problema relativo a uova e a contadini che non sanno contare, scoprì e dimostrò quello che oggi viene chiamato teorema cinese del resto.
In pratica, grazie a questa scoperta è possibile “trattare” con relativa facilità numeri anche molto grandi conoscendo semplicemente alcuni resti delle divisioni di questi numeri. Continua a leggere “La Cina era lontana (l’orgoglio di fantastiche operaie che lavoravano la seta)”

Illuminati

Solitamente, con il buio si può solo dormire: per tutto il resto, serve la luce. Per l’Illuminismo, questa luce tanto necessaria all’agire umano è la ragione.

Dopo oltre due secoli di storia e di filosofia, dopo Schopenhauer, Nietzsche e il romanticismo è lecito domandarsi cosa rimane di questa bizzarra idea della ragione come lume naturale grazie al quale avanzare e progredire. Per Umberto Eco (“Illuminismo e senso comune” in A passo di gambero; Milano, Bompiani, 2006), non è sicuramente possibile mantenere una concezione forte della ragione: l’eredità dell’Illuminismo che possiamo e dobbiamo accogliere è al contrario la ragionevolezza della ragione, il buon senso che invita, con linguaggio poco filosofico ma molto chiaro, a tenere i piedi per terra. Continua a leggere “Illuminati”

Negare l’evidenza

Commissariato di polizia. Una giovane ed affascinante signora entra e si rivolge all’agente di guardia.

Agente: Buongiorno, in cosa posso esserle utile?

Sofia: Buongiorno, mi chiamo Sofia e dovrei fare una denuncia. Continua a leggere “Negare l’evidenza”

Non credere ai propri occhi

Al mondo esistono solo due generi di cose: le sostanze e gli accidenti; se una cosa non è né l’una né l’altra, allora semplicemente non è una cosa, non esiste, è un non-ente.

Così argomentava Don Ferrante nei Promessi Sposi e, grazie ai suoi argomenti, dimostrava, sul finire del XXVII capitolo, l’inesistenza del contagio: la peste non si propaga, si manifesta. Non ha quindi alcun senso la prevenzione, come bruciare le vesti degli ammalati e rintanarsi in casa, essendo tutta una questione di cattiva influenza degli astri.
La storia è nota: alla fine il contagio vi fu, e Don Ferrante morì “come un eroe di Metastasio, prendendosela con le stelle”. Continua a leggere “Non credere ai propri occhi”

Mostra e dimostra

Quando si vuole dimostrare l’esistenza delle idee, si ricorre quasi sempre al teorema di Pitagora. Il ragionamento, grosso modo e in forma vagamente sillogistica, è il seguente: il teorema di Pitagora è sempre vero, anche se si pensa ad altro o se si crede nella sua falsità; il teorema di Pitagora è sempre vero, anche senza registrazioni su un supporto fisico; ciò che esiste indipendentemente dal pensiero ha realtà oggettiva; ciò che esiste indipendentemente da ogni supporto fisico è ideale; il teorema di Pitagora è quindi oggettivo e ideale; il teorema di Pitagora è una idea in senso platonico.

Tutto corretto. Ma il discorso si esaurisce qui? Immaginiamo una lezione di geometria. Continua a leggere “Mostra e dimostra”

I’ll teach you differences

Re Lear, dopo aver abdicato in favore delle figlie Regan e Goneril, è ospite di quest’ultima. Nonostante abbia mantenuto il titolo di re, non ha più alcuna autorità, e Osvaldo, servo di Goneril, gli manca di rispetto.
Kent, fedele servitore di Lear, interviene in favore del suo re stendendo con uno scambetto Osvaldo e scacciandolo con le seguenti parole: Come, sir, arise, away! I’ll teach you differences: away, away! Continua a leggere “I’ll teach you differences”

Razionalmente ignoranti

Dal 1987 esiste, in Italia, la UAAR, Unione degli Atei ed Agnostici Razionalisti. Lo scopo dell’associazione, il cui comitato direttivo è composta, tra gli altri, da Margherita Hack, Piergiorgio Odifreddi e Sergio Staino, è promuovere la conoscenza delle teorie atee ed agnostiche, sostenere il confronto tra le varie visioni del mondo e opporsi fermamente ad ogni intolleranza e discriminazione. Continua a leggere “Razionalmente ignoranti”

Alta fedeltà

Tutti gli uomini per natura tendono al sapere.
Così Aristotele iniziava, qualche secolo fa, uno dei testi fondamentali della cultura occidentale.

Gli uomini tendono al sapere, ma perché avviene ciò? Che garanzia abbiamo che questa tendenza, questa suprema e fondamentale tendenza non sia destinata al fallimento? Aristotele precisa per natura: è indubbio che questa precisazione sia, a suo modo, una garanzia. Ma in realtà è garanzia dell’autenticità di questa ricerca, non del suo coronamento futuro. Continua a leggere “Alta fedeltà”

La sottile linea di gesso

Ancora sul dialogo tra Teganistene e Brasmenide.
Il dialogo inizia con una linea di gesso, o meglio con l’intenzione di tracciare una linea di gesso: una linea dovrebbe separare il reale dall’irreale (o inverosimile), il razionale dall’irrazionale, il dimostrabile dall’indimostrabile
Continua a leggere “La sottile linea di gesso”