Il bottone magico

Su You Are Not So Smart dedicano un interessante articolo sui pulsanti placebo, pulsanti che non fanno assolutamente nulla. A volte sono pulsanti che facevano qualcosa, ma adesso non servono a nulla e rimuoverli costerebbe troppo; altre volte sono pulsanti che fanno qualcosa, ma solo in circostanze particolari; altre volte sono pulsanti messi lì con l’unico scopo è tenere occupate le persone.
Così, spesso i bottoni per far diventare verdi i semafori ai passaggi pedonali non funzionano più, ma i bottoni rimangono; i pulsanti per aprire e chiudere le porte su molti ascensori sono lì solo per il personale di servizio, e si attivano solo con una chiave; in molti uffici ci sono falsi termostati, così i dipendenti quando hanno troppo caldo o troppo freddo girano una inutile manopola e si sentono meglio perché hanno fatto qualcosa.

Adesso che lo so, non premerò più il pulsante per chiudere le porte degli ascensori. Non perché so che non funzionano, ma perché così mi sentirò più intelligente di chi preme quel bottone.

L’inutile interprete

Qualcuno ha chiesto a Michael Gazzaniga se l’azione morale dipende dal ragionamento (la domanda è, ovviamente, in inglese: Does moral action depend on reasoning?).
La sua risposta è Not really, ed è motivata da quattro scoperte scientifiche. Continua a leggere “L’inutile interprete”

Emozioni estese

“Pornografia sentimentale” (Pier Marrone), “protesi emotive” (Gianluca Nicoletti, durante un convegno1 ): questi alcune definizioni di Facebook – ma si possono applicare, in più in generale, agli altri social network.
È in effetti evidente che nel mondo dei social network è molto diffuso – per non dire preponderante – l’aspetto emotivo, e questo indipendentemente dal giudizio di valore che possiamo affermare alla dimensione emotiva. Continua a leggere “Emozioni estese”

  1. Forme e paradossi della democrazia digitale, Università di Milano Bicocca, 10/10/2008; l’espressione risulta dai miei appunti: mi scuso con l’autore in caso di citazione errata. []

L’uomo vorrebbe essere un animale razionale

Su Rescogitans, un interessante (anche se breve e in inglese) scambio epistolare tra Pete Lunn e Tim Harford a proposito dell’economia sperimentale, lo studio dei meccanismi economici tramite esperimenti sul campo invece di modelli astratti, avvalendosi soprattutto delle ricerche della psicologia cognitiva. Continua a leggere “L’uomo vorrebbe essere un animale razionale”

Il Grillo magico

Le decisioni razionali, inutile negarlo, sono merce rara: assurdità e insensatezze sono nostre fedeli compagne di vita. Per abitudine, perché non si è avuto il tempo di rifletterci oppure perché chi conosce la soluzione non sa dell’esistenza del problema mentre chi è a conoscenza del problema non conosce la soluzione: per un motivo o per l’altro, a trionfare è lo scomodo, il complicato, l’inefficiente, nonostante il comodo, il semplice, l’efficiente siano lì, a portata di mano. Continua a leggere “Il Grillo magico”

Obbedire a Dio

L’eretico boemo Jan Hus, morto sul rogo il 6 luglio 1415, è uno di quelli che chiameremmo un credente duro e puro, convinto che il Papa (anzi, i Papi: all’epoca ce n’erano due, uno ad Avignone e uno a Roma) sia una sorta di anticristo.
Riassumendo in poche battute il pensiero di Hus sul rapporto tra uomo e Dio, l’uomo deve essere sottomesso a Dio e Gli deve completa ubbidienza, anche se l’ordine risulta incomprensibile. Un invasato con cui è impossibile ragionare? Lo pensavo anche io, però, come nota Armando Comi1:

Dio solo dà ordini ai quali occorre obbedire senza indugio. Gli ordini dell’uomo devono invece essere valutati ed eventualmente fatti oggetti di obbedienza o disobbedienza (p. 96).

L’uomo è dotato di ragione e la deve usare per valutare, e soprattutto per criticare, l’autorità degli altri uomini. È una piacevole sorpresa trovare un razionalista dove meno te lo aspetti.

  1. in Verità e Anticristo. L’eresia di Jan Hus, Bolonga, Pendragon 2007; non ho letto il libro, ma solo una bella recensione di Piero Venturelli che probabilmente verrà pubblicata su ReF []

Il lato oscuro

Come la maggior parte delle persone che si considerano esseri razionali, ho una lunga lista nera di irritanti credenze, concetti e stili di vita che a mio giudizio relegano una persona nel lato oscuro. L’elenco comprende:

  • tutte le religioni, che siano organizzate o totalmente caotiche;
  • l’astrologia, i cucchiai piegati e altre presunte dimostrazioni di poteri psichici quali la telepatia;
  • qualsiasi manifestazione della New Age, compresi i chakra, la canalizzazione, i cristalli e il chanting;
  • la “saggezza orientale” e la “saggezza antica”;
  • il potere curativo del canto delle balene;
  • l’aromaterapia, il rebirthing e la reincarnazione;
  • la medicina alternativa, in particolare l’omeopatia e ancor di più l’omoeopatia;
  • gli oli essenziali;
  • qualunque cosa sia ayurvedica o in cui sia coinvolto un guru;
  • gli spiriti e le fate, e ancora di più i loro mondi.

Collettivamente, tutta questa roba mi fa venire l’orticaria. In verità sospetto che la tipica domanda da bar, “Di che segno sei?”, sia un eccellente adattamento darwiniano inserito nelle strategie di accoppiamento degli illusi per segnalare alle persone ragionevoli di tenersi alla larga e proteggere i propri geni.
Nella mia visione del mondo (e nella visione del mondo della maggioranza delle persone che conosco e amo, che, naturalmente, sono tutte persone ragionevoli e giudiziose come me), si tratta di cose assolutamente prive di senso, frutto della fantasia di coloro che non sono interessati a scoprire quanto è meraviglioso il mondo nella realtà, ma invece desiderano sostituirlo con una sgargiante versione disneyana, dove in fondo a ogni giardino ci sono le fate e nel cielo c’è un omone gentile che fa attenzione a ogni nostra mossa.
È stato particolarmente piacevole quando un professore di psicologia un giorno mi ha detto che in generale credere a cose come l’astrologia e il misticismo è strettamente correlato a una concezione del mondo di destra e molto conservatrice. Splendido, ho pensato: questi pazzi non solo parlano di cose senza senso, ma sono anche una banda di nazisti. Quindi detestarli va più che bene, è quasi un dovere.

Michael Hanlon, Dieci domande alle quali la scienza non può (ancora) rispondere, Torino, codice edizioni, 2008 pp. 123-124

Un testo controcorrente

La quarta di copertina recita:

Un testo folgorante, controcorrente, degno di un grandissimo pensatore.

Con queste parole qualcuno ha deciso di presentare al pubblico italiano Occidente e multiculturalismo di John Searle (Edizione Il Sole 24 Ore e Luiss University Press, 2008, 86 pagine, 10 €). Continua a leggere “Un testo controcorrente”

Uomini e scimmie

Luca Baiguini racconta un interessante esperimento:

In una gabbia, 5 scimmie e, al centro, un piedistallo che permette di raggiungere delle banane appese al soffitto.
Quando una delle scimmie tenta di prendere le banane, tutte vengono investite da un getto di acqua fredda, che impedisce loro di raggiungere le banane.
Dopo alcuni tentativi, appena una scimmia tenta di arrivare alle banane, le altre glielo impediscono per non essere spruzzate. Il risultato è quindi che nessuna tenta più di arrivare alla frutta.
Successivamente, una scimmia viene tolta dal gruppo e ne viene inserita una nuova, che tenta subito di raggiungere le banane e, naturalmente, viene aggredita dalle altre, senza, peraltro, capire perché.
Si procede qundi ad un altro avvicendamento. La scimmia cambiata in precedenza partecipa all’aggressione della nuova arrivata, anche se non ha idea del motivo.
Dopo aver cambiato tutte le scimmie (nessuna, quindi, è mai stata bagnata), tutte queste continuano ad aggredire le nuove arrivate che tentano di raggiungere le banane, sempre senza sapere perché.

Probabilmente si tratta di una leggenda metropolitana, e un simile esperimento non è mai stato realmente condotto oppure ha avuto un esito diverso.
Mentre è infatti esperienza abbastanza comune che gli uomini si comportano così, non è affatto da escludere che le scimmie, in simili circostanze, si comportino più razionalmente di noi uomini.