Concedere alla ragione un temporaneo vantaggio

Feyerabend al lavoro
Feyerabend al lavoro

Ho ripreso in mano Contro il metodo di Paul Feyerabend.
L’avevo letto anni fa, prima ancora di laurearmi, e mi sembrava interessate riconfrontarmi, adesso, con la sua teoria anarchica della conoscenza scientifica.

Questa rilettura, iniziata pochi minuti fa, mi ha già riservato – alla conclusione dell’introduzione – una piccola sorpresa:

[…] Cominceremo il nostro discorso presentando le grandi linee di una metodologia anarchica e di una corrispondente scienza anarchica. Non c’è motivo di temere che l’assenza di considerazione per la legge e per l’ordine nella scienza e nella società che caratterizza un anarchismo di questo ebete possa condurre al caos. […] Potrà venire ovviamente un tempo in cui sarà necessario concedere alla ragione un temporaneo vantaggio e in cui sarà saggio difendere le regole a esclusione di ogni altra cosa. Non penso però che noi viviamo già oggi in un tale tempo.

Contro il metodo è del 1975. Sono passati quasi quaranta anni.
Vedendo un po’ come se la passa la scienza – dal “è un prodotto naturale, non fa male” al “se dai testate contro il muro non ti viene il cancro, ma la medicina ufficiale lo nasconde per venderti la chemio” –, forse è arrivato il tempo in cui anche un anarchico come Feyerabend si metterebbe a “difendere le regole a esclusione di ogni altra cosa”.

Revisionismo storico

Tutta colpa di Paul K. Feyerabend: l’allievo ribelle di Popper, l’anarchico del metodo scientifico, uno che nel 1964 era in cattedra a Berkeley e applaudiva la rivolta degli studenti libertari e antidogmatici.

Feyerabend l’anarchico di Ratzinger“, Il Giornale, 14 gennaio 2008

Caro Imre [Lakatos],
Un paio di giorni fa c’è stata una piccola rivoluzione a Berkeley con circa 200.000$ di danni per vetrine rotte, e per bombe lanciate contro le stazioni di polizia, un poliziotto ucciso, molti feriti; sono stato in strada la maggior parte del tempo mentre questo succedeva, ero molto curioso e sono quasi stato colpito da una pietra; il giorno dopo in entrambe le mie lezioni ho predicato (a) contro l’integrazione (“significa che bisogna far passare tutti attraverso lo stesso tritacarne e tirar fuori fuori esattamente la solita salsiccia puzzolente, tipicamente americana”), (b) contro la “rivoluzione” (che non è affatto una rivoluzione, fa ridere). Slogan (introdotto da me qui, ma inventato dal KPD in Germania del 1929): Il nemico è a sinistra.

Lettera del 20 febbraio 1970 (da M. Motterlini, a cura di, Sull’orlo della scienza, Milano, Cortina, 1995, p. 205)

Se questo è un applauso, la lettera dei 67 docenti dell’Università La Sapienza sulla visita di Ratzinger è una ovazione.

In realtà la posizione di Feyerabend sulle rivolte di Berkeley era molto più elaborata di questa piccola, ma significativa, citazione. Da buon anarchico dadaista, Feyerabend criticò sia le autorità universitarie (e venne ricambiato: pare che Searle cercò di cacciarlo) che i leader studenteschi, rintracciando in entrambi lo stesso autoritarismo; apprezzò, o comunque solidarizzò, con gli studenti.

Da anni ormai vivo nell’irrazionale

Leggo nel post di apertura di un blog dedicato «alla Magia e a quanto di irrazionale ci capita a volte nella vita»:

Da anni ormai vivo nell’irrazionale e ho letto e mi sono documentato su tantissime forme di magia e di esoterismo.

Si potrebbe discutere per ore sul significato dei termini razionale e irrazionale: dai numeri alle esperienze estetiche e religiose passando per le dimostrazioni e le intuizioni, vi sono molte cose interessanti da dire sulla razionalità e l’irrazionalità.

Eppure appena sento la parola irrazionalità mi vengono in mente strani individui che, come soluzione ai mali del mondo, prenderebbero a schioppettate (non sai mai quanto metaforiche) gli stranieri, o quegli altri che investono i propri risparmi in controfatture e altri riti contro maledizioni e malocchi, o ancora a quelli che credono a  tutto, purché a dirlo sia quella persona tanto simpatica che parla bene, senza dimenticare quelli che bollano come “contro natura” quello che semplicemente dà loro fastidio e, soprattutto, quelli che sproloquiamo sulle irrazionalità altrui dimenticando le proprie piccole manie e fissazioni che difficilmente sarebbe in grado di giustificare razionalmente.
Non c’è niente da fare: istintivamente associo l’irrazionalità a tutto ciò che c’è di negativo nell’uomo. Continua a leggere “Da anni ormai vivo nell’irrazionale”

La classifica di Lakatos

Il mondo è vasto. Le biblioteche ancora di più. Occorre trovare una guida: dopo Socrate, Cartesio e Feyerabend, è il turno di Imre Lakatos.
Imre Lakatos nacque in Ungheria il 9 novembre 1922. Nella sua vita conobbe sia il regime fascista ungherese, l’occupazione nazismo (sua madre morì ad Auschwitz) e il regime comunista (dal 1950 al 1953 è prigioniero nei campi di internamento staliniani).

Continua a leggere “La classifica di Lakatos”

Espressione limitata

Io non suggerisco di imporre dei limiti al pensiero, bensì a certe amplificazioni istituzionali del pensiero. I difensori di Salman Rushdie – e, badi bene, io non sono tra quelli – non vogliono solo che egli pensi, vogliono editori, stazioni televisive, club letterari per amplificare il suo pensiero e per approfittare dei guadagni. Non è la libertà di pensiero che mi preoccupa, ma la libertà del pensiero a pieni poteri. Infatti il potere, a prescindere dal modo in cui viene esercitato, deve sempre essere tenuto d’occhio molto attentamente! Gli scrittori amano sottolineare che la penna è più potente della spada. Be’, se hanno ragione, allora è anche più pericolosa. Immagini per esempio un caso simile: una società sull’orlo di una guerra civile, uno scrittore sta scrivendo un libro che potrebbe provocarne l’inizio. Come governante responsabile ordinerei che il libro fosse bruciato e lo scrittore imprigionato, se non promettesse solennemente di attendere tempi meno pericolosi; a mio parere la vita umana è molto più importante della parole che pretendono di rappresentare delle idee.

P. K. Feyerabend, Al termine di una passeggiata non filosofica tra i boschi, in Dialoghi sulla conoscenza (trad. it. di R. Corvi); Roma-Bari, Laterza, 1991.

L’estintore di Feyerabend

Riassunto. Il mondo è una gigantesca Biblioteca di Babele. Occorre una guida per orientarsi e decidere quali libri conservare, quali leggere e quali, invece, bruciare.
La ricerca di questa guida è stata, finora, infruttuosa: Socrate e Cartesio non sono stati di aiuto. Mentre ci si apprestava a cercare la soluzione tra le pagine di altri importanti filosofi, un curioso individuo si è introdotto nella discussione: Paul Karl Feyerabend. Continua a leggere “L’estintore di Feyerabend”