Concedere alla ragione un temporaneo vantaggio

Feyerabend al lavoro
Feyerabend al lavoro

Ho ripreso in mano Contro il metodo di Paul Feyerabend.
L’avevo letto anni fa, prima ancora di laurearmi, e mi sembrava interessate riconfrontarmi, adesso, con la sua teoria anarchica della conoscenza scientifica.

Questa rilettura, iniziata pochi minuti fa, mi ha già riservato – alla conclusione dell’introduzione – una piccola sorpresa:

[…] Cominceremo il nostro discorso presentando le grandi linee di una metodologia anarchica e di una corrispondente scienza anarchica. Non c’è motivo di temere che l’assenza di considerazione per la legge e per l’ordine nella scienza e nella società che caratterizza un anarchismo di questo ebete possa condurre al caos. […] Potrà venire ovviamente un tempo in cui sarà necessario concedere alla ragione un temporaneo vantaggio e in cui sarà saggio difendere le regole a esclusione di ogni altra cosa. Non penso però che noi viviamo già oggi in un tale tempo.

Contro il metodo è del 1975. Sono passati quasi quaranta anni.
Vedendo un po’ come se la passa la scienza – dal “è un prodotto naturale, non fa male” al “se dai testate contro il muro non ti viene il cancro, ma la medicina ufficiale lo nasconde per venderti la chemio” –, forse è arrivato il tempo in cui anche un anarchico come Feyerabend si metterebbe a “difendere le regole a esclusione di ogni altra cosa”.

Fai la citazione giusta

Ho sempre avuto un po’ di perplessità verso i documentari, perplessità che è persino aumentata quando ho incontrato, anche se velocemente, persone che i documentari li realizzano. Ci sono documentari molto belli e interessanti – qualcuno probabilmente l’ho pure segnalato qui, sul sito – ma rimane il problema che il documentario deve avere una immagine di quello che racconta; se un aspetto importantissimo della vicenda non ha una immagine o ha l’immagine sbagliata, sei fregato. Continua a leggere “Fai la citazione giusta”

Sventurata la terra che ha bisogno di emozioni

«La vera politica invece è come il vero amore: spesso si nasconde». Le parole sono importanti. La vera politica, il vero amore, perché nella vita c’è il vero e c’è il falso, l’autentico e il sofisticato, il puro è l’impuro. La vera politica e il vero amore si nascondono, trovarle richiede impegno, ma il valore della ricompensa vale l’impresa.

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Gli OGM non sono kasher

Quale è la vostra opinione sugli organismi geneticamente modificati?
Domanda diffusa e apparentemente lecita, in tempi di soia gm e di eteree fragole-pesce.

Scrivo apparentemente lecita perché in realtà, così come posta, è quantomeno incompleta. Proviamo una piccola variante: “quale è la vostra opinione sugli organismi non geneticamente modificati?”. La risposta non può che essere “dipende”. Un cactus può essere esteticamente appagante, ma decisamente scomodo come cuscino; sconsiglierei le vipere come animali da compagnia e sarei scettico su gite in compagnia di orsi e nuotate in compagnia di squali. Non ho invece particolari obiezioni su dei passeri che fanno il nido su un albero in giardino.
Tutte valutazioni particolari, caso per caso, e rivedibili: pare che non tutte le vipere siano velenose, e a essere sicuri che quella in giardino è una varietà innocua uno può anche decidere di lasciarla lì; viceversa magari i passeri portano con se qualche poco simpatico parassita ed è meglio dare loro lo sfratto.

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Riflessioni marziane

Curiosity è arrivata1 su Marte. Dopo un viaggio di non so quanti chilometri e una discesa da brivido nell’atmosfera marziana. E dopo un investimento di, credo, circa tre miliardi di dollari.
Da quel che leggo in giro, in molti si chiedono se non era più giusto spendere diversamente quei soldi. Io ad esempio sto viaggiando da Milano a Lugano su un treno sostitutivo – più lento, più sporco e più piccolo: l’unica cosa rimasta uguale è il costo del biglietto – perché il Cisalpino si è rotto. E poi c’è la crisi economica, lavoratori che non arrivano alla fine del mese e disoccupati i cui problemi iniziano il primo del mese. E poi ci sono quelli che gli effetti della crisi non la sentono, semplicemente perché sono già morti di malattie tutto sommato curabili, se queste persone avessero accesso a strutture sanitarie anche solo vagamente decenti. Continua a leggere “Riflessioni marziane”

  1. O arrivato? È una sonda, un laboratorio o un robot? []

Qual’è il fondamento dei diritti umani

Il titolo di questo post è preso da una mail inviata, immagino, al sottoscritto e ad altre persone con lo scopo di diffondere la particolare teoria dei diritti umani ivi presentata.

Ho letto solo le prime righe del lungo testo, quelle dove si solleva il problema del fondamento dei diritti umani, senza il quale, pare di capire, questi importanti diritti perderebbero tutta la loro forza.
A colpirmi non è stato tanto questo discorso – certo non nuovo – quanto l’erroraccio nel titolo. Il passaggio da quale a qual è un troncamento, non una elisione, quindi niente apostrofo o, come riporta il Devoto-Oli, «non ammette apostrofo». Continua a leggere “Qual’è il fondamento dei diritti umani”

Del perché non mi piace la poesia

Non mi piace la poesia.
No, forse esagero: non è che non mi piace la poesia, è che non mi fido della poesia. Il linguaggio poetico, più degli altri, è in grado di trasformare, di alterare la realtà; una alterazione che può proporre nuovi punti di vista dando forza e vigore ad alcuni aspetti altrimenti trascurati. Ma nel far questo la poesia può nascondersi, ed è per questo che non mi fido, perché se la poesia si nasconde, si perde di vista l’alterazione. Continua a leggere “Del perché non mi piace la poesia”

Il bracciale dei miracoli

Lo definiscono “il braccialetto tormentone dell’estate“, e io mi sento subito fuori dal mondo1 perché non avevo mai sentito parlare del bracciale Power balance prima di oggi.

Sembra la versione tecnologica dei bracciali di rame contro i reumatismi.2 Il rame è aumentato di prezzo, e allora ad avere proprietà curative è un ologramma che interagirebbe con il campo energetico naturale del corpo umano. Continua a leggere “Il bracciale dei miracoli”

  1. Questo blog si intitola “L’estinto” mica per caso. []
  2. Per un certo periodo ho portato anche io un bracciale di rame – perché mi piaceva. Ho smesso di indossarlo perché stanco di sentirmi chiedere se soffrissi di reumatismi. []