La società è finita

Luca VolontèApprendo da Bioetica dell’accorato intervento di Luca Volontè, deputato del parlamento italiano, al meeting di Comunione e Liberazione a Rimini.
Uno dei passaggi più interessanti riguarda la illuminante critica ai PACS. Ecco come viene presentata dal comunicato stampa:1

I PACS non sono un modello di vita di una società democratica perché in una società con 40 milioni di omosessuali non nascerebbe più nessuno. “Una società che discute di PACS è finita”, ha concluso Volontè.

Il ragionamento di fondo è il seguente: per sapere se un certo comportamento è o meno un valido modello per la società è sufficiente vedere cosa accadrebbe se tutti praticassero quel comportamento. È chiaro che se tutti fossero omosessuali non nascerebbero più figli, soprattutto se viene proibita la fecondazione assistita, e quindi l’omosessualità non è un modello di vita.
Giusto: bene, bravo, applausi. Continua a leggere “La società è finita”

  1. Fidatevi, perché della pagina contenente il comunicato stampa non vi è più traccia. Nota aggiunta nel 2012. []

Tra il dire e il fare c’è di mezzo il proibire

Prima premessa.
L’Ucoii (Unione comunità ed organizzazioni islamiche in Italia) ha comprato una pagina pubblicitaria su Quotidiano Nazionale, Giorno, Resto del Carlino e Nazione del 19 agosto. Il contenuto della pagina è un delizioso parallelo storico tra Israele e il nazismo: Ieri stragi naziste – oggi stragi israeliane, Marzabotto uguale Gaza uguale Fosse Ardeatine uguale Libano.
Mohamed Nour Dachan, presidente dell’Ucoii, riconosce la durezza del linguaggio, ma dice che era “l’unico modo per far passare il messaggio alla gente altrimenti vittima di una informazione distorta, di un terrorismo mediatico” (Repubblica).
Innumerevoli le reazioni di sdegno e protesta; alcuni propongono di dichiarare fuori legge l’ucoii o almeno escluderla dalla consulta islamica.

Seconda premessa.
Il 28 luglio Mel Gibson è stato fermato dalla polizia per eccesso di velocità e guida in stato di ebrezza; durante l’arresto, l’attore si è lasciato andare a insulti antisemiti. Il giudice lo ha condannato a tre anni di carcere e un anno di terapia disintossicante dall’alcol.
La Anti-Defamation League ha duramente condannato la reazione di Gibson e, nonostante le scuse e i pentimenti, la carriera cinematografica dell’attore e regista è molto probabilmente terminata. Continua a leggere “Tra il dire e il fare c’è di mezzo il proibire”

Dubbi incomprensibili

Giuliano Ferrara, il noto giornalista italiano, è stato invitato al Meeting di Comunione e Liberazione del 2005. L’editore Solfanelli pubblica adesso il testo del suo intervento, insieme ad altri due saggi intitolati Noi “atei devoti” insofferenti del laicismo e In che senso e perché adesso Machiavelli deve convertirsi.

Il titolo del libricino è Non dubitare contro la religione laicista, in riferimento ad uno dei temi dell’ultimo capitolo: la necessitò di rinunciare al dubbio sistematico tipico dell’etica laica.
Questo è comunque solo uno degli aspetti della complicata analisi di Ferrara, il cui nodo principale è una lunga e accalorata critica a quello che si può chiamare laicismo ideologico.

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Chiuso per fallimento

Viaggiatore: Mi scusi, sa per caso a quanto ammonta il ritardo del treno?

Capotreno: Non si preoccupi: sono solo venti minuti!

Viaggiatore: Solo venti minuti?

Capotreno: Sa, non dovrei dirlo, ma solitamente sono trenta: in pratica, siamo in anticipo di dieci minuti!

Viaggiatore: Lasciamo perdere: meglio tornare alle mie letture.

Capotreno: Arrivederci.

Viaggiatore: Arrivederci – Rivolto all’altro passeggero dello scompartimento – Tipo strano, il capotreno: dieci minuti di anticipo!

Ludovico: Strano? Perché mai? In fondo ha ragione: per chi, come me, prende spesso questo treno ed è abituato a mezz’ora di ritardo, siamo davvero in anticipo. Infatti dovrò aspettare mia moglie in stazione dieci minuti: è abituata anche lei a trenta minuti di ritardo.
Ovviamente mi rendo conto che per lei questo discorso non ha senso: lei non conosce i ritardi cronici e si è fidato dell’orario ufficiale. Continua a leggere “Chiuso per fallimento”

Luigi Nono e il festival di San Remo

Luigi Nono, il noto compositore di musica d’avanguardia, scrisse nel 1964 La fabbrica illuminata per soprano, coro e nastro magnetico.
Questo lavoro di Nono non è interessante soltanto da un punto di vista musicale e artistico: determinante è infatti anche la componente sociale e politica.
Parte integrante della composizione è infatti il lavoro degli operai delle acciaierie Italsider di Genova-Cornigliano: Nono ha registrato, con l’indispensabile aiuto del tecnico Marino Zuccheri, i suoni della fabbrica, i rumori dell’altoforno e degli altri reparti della acciaieria. Continua a leggere “Luigi Nono e il festival di San Remo”

Quando il numero ha importanza

S’il n’y avait en Angleterre qu’une religion, son despotisme serait à craindre; s’il n’y en avait que deux, elles se couperaient la gorge; mais il y en a trente, et elles vivent en paix et heureuses.

Se in Inghilterra vi fosse una sola religione, ci sarebbe da temere il dispotismo; se ve ne fossero due, si scannerebbero a vicenda; ma ve ne sono trenta, e vivono felici e in pace.

Voltaire, Lettres Philosophiques, Lettre VI. Sur les presbytériens, 1733

E se lo stesso valesse non solo per l’Inghilterra, ma per tutti i popoli? E se non si limitasse alle religioni, ma anche, ad esempio, ai partiti politici?
Un solo partito: dispotismo; due partiti: guerra; trenta partiti: pace e felicità.

Troppo semplice?

Il marito infedele e la moglie gelosa

Per quale motivo un marito non dovrebbe tradire la propria moglie?
Sarebbe bello se la domanda non avesse senso e se ci si potesse limitare alla domanda opposta: “perché mai un marito dovrebbe tradire la propria moglie?”. Purtroppo non è così: il mondo è pieno di fedifraghi.
Torniamo dunque alla domanda originale: per quale motivo una persona è fedele? Per amore e per rispetto, innanzitutto, ma, siamo realisti, anche per paura delle conseguenze e del giudizio altrui. Continua a leggere “Il marito infedele e la moglie gelosa”

Scienza, filosofia, politica: la ricerca sulle cellule staminali

L’amico Cantor, in un commento al dibattito oramai europeo sulle ricerche sulle cellule staminali, cita la mia recensione del testo di Severino Sull’embrione.

Il discorso di Severino, e quindi anche la mia recensione, è squisitamente filosofico. Il commento di Cantor, invece, è prettamente politico. La ricerca sulle cellule staminali è infine un problema scientifico.
Scienza, filosofia, politica: come si intrecciano questi tre temi? Continua a leggere “Scienza, filosofia, politica: la ricerca sulle cellule staminali”

The Fletcher Memorial Home

Take all your overgrown infants away somewhere
And build them a home, a little place of their own.
The Fletcher Memorial Home
for Incurable Tyrants and Kings.

And they can appear to themselves every day
On closed circuit T.V.
To make sure they’re still real.
It’s the only connection they feel.
“Ladies and gentlemen, please welcome, Reagan and Haig,
Mr. Begin and friend, Mrs. Thatcher, and Paisly,
“Hello Maggie!”
Mr. Brezhnev and party.
“Scusi dov’è il bar?”
The ghost of McCarthy,
The memories of Nixon.
“Who’s the bald chap?”
“Good-bye!”
And now, adding colour, a group of anonymous latin-
American meat packing glitterati.

Did they expect us to treat them with any respect?
They can polish their medals and sharpen their
Smiles, and amuse themselves playing games for awhile.
Boom boom, bang bang, lie down you’re dead.

Safe in the permanent gaze of a cold glass eye
With their favorite toys
They’ll be good girls and boys
In the Fletcher Memorial Home for colonial
Wasters of life and limb.

Is everyone in?
Are you having a nice time?
Now the final solution can be applied.

Roger Waters, The Fletcher Memorial Home in Pink Floyd, The Final Cut, 1983

Traduzione infedele ed incompleta:

Portate tutti questi bambini troppo cresciuti da qualche parte
E costruite loro una casa, un piccolo spazio a loro disposizione.
La Fletcher Memorial Home
per re e tiranni incurabili.

E loro potranno apparire a loro stessi tutti i giorni
in una televisione a circuito chiuso
per rassicurarsi di essere ancora reali.
È l’unica relazione che gradiscono.
“Signore e signori, date il benvenuto a Reagan e Haig,
Mr. Begin, Mrs. Thatcher, e Paisly,
“Ciao Maggie!”
Mr. Brezhnev e partito.
“Scusi dov’è il bar?”
Il fantasma di McCarthy,
I ricordi di Nixon.
“Chi è quel tipo pelato?”
“Addio!”
E ora, a metterci pepe, un gruppo di anonimi finocchi latino americani imbrillantinati.

Si aspettano che li trattiano con rispetto?
Loro possono pulire le loro medaglie e affilare i loro
sorrisi, e divertirsi giocando per un po’.
Boom boom, bang bang, buttati a terra sei morto.

Sicuri nei loro sguardi con l’occhio di vetro
Con i loro giocattoli preferiti
Diventano tutti bravi ragazzi e ragazze.
Nella Fletcher Memorial Home per
Svenditori coloniali di vite e arti.

Siete tutti dentro?
Vi state divertendo?
Adesso è possibile attuare la soluzione finale.

Sono ben accetti consigli su come migliorare o completare la traduzione.

Il discorso di Giuseppe Bottazzi

Il nome di Giuseppe Bottazzi, ai più, potrebbe non dire nulla, e allora meglio chiamarlo con il soprannome che lo ha reso celebre: Peppone.
Nel film Don Camillo e l’onorevole Peppone, il sindaco comunista di Brescello si candida come deputato alle imminenti elezioni.
Una delle scene migliori del film è il discorso conclusivo della campagna elettorale, ovviamente intralciato dal perfido don Camillo, che decide di sabotare l’intervento di Peppone. Continua a leggere “Il discorso di Giuseppe Bottazzi”