Neologismi inaspettati

Vertro
Vertro

Un dubbio e due riflessioni.

Il dubbio: il “vertro” è il vetro verde o il vetro che viene buttato nel contenitore verde?
Prima riflessione: la sigla R.S.U. è così conosciuta da poter  essere impunemente riportata su dei cestini sul lungomare?
Seconda riflessione: altrove i contenitori bianchi sono per la carta e quelli gialli per la plastica; non sarebbe meglio avere uno standard che abbina colori e tipo di spazzatura?

Di fatti e di bias

B00IN70LW4.01._SX280_SCLZZZZZZZ_V343842487_Sto leggendo News: Le notizie: istruzioni per l’uso di Alain de Botton.

Finora, il mio giudizio è riassumibile nel classico “è bravo ma non si applica”, anche se vista la quantità di libri che l’autore svizzero sforna probabilmente è più corretto il contrario, “si applica ma proprio non ce la fa”.
Nel libro ci sono alcune buone intuizioni sul mondo dell’informazione. Nulla di nuovo per chi conosca un po’ il tema, ma comunque intuizioni interessanti e esposte in maniera molto accattivante.
Il problema è come queste intuizioni vengono sviluppate da de Botton che dimostra una ossessione per l’idea che il giornalismo debba contribuire alla prosperità (flourishing) dell’umanità. Continua a leggere “Di fatti e di bias”

Del perché un po’ mi vergogno di fare il giornalista

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E il problema non è che ci sia una persona convinta che la teoria della relatività di Einstein (non si precisa se quella generale o quella ristretta, ma non è questo il problema) non sia ancora stata dimostrata perché finora non si erano trovati gemelli da mandare nello spazio.
Il problema è che a questa persona – sicuramente un competente esperto in qualche altro campo dello scibile umano, chessò la politica internazionale o lo sport – venga affidato un articolo di scienza.

La dolcezza dei portabandiera

F Minus by Tony Carrillo
F Minus by Tony Carrillo

Ragni e serpenti si lamentano dell’irrealistico standard di dolcezza (o carineria, non so bene come tradurre ‘cute’) al quale si uniformano gli acquirenti di animali domestici, attratti unicamente da gattini e cagnolini. Continua a leggere “La dolcezza dei portabandiera”

La matematica è l’alfabeto nel quale Dio ha scritto l’universo

La matematica è l’alfabeto nel quale Dio ha scritto l’universo.

Galileo Galilei

Chi non si è mai imbattuto in questa celebre citazione?

Il problema è che non sembra essere una citazione. Il pensiero di Galileo è certamente quello, basta leggere questo passaggio del Saggiatore per rendersene conto:

La filosofia è scritta in questo grandissimo libro che continuamente ci sta aperto innanzi a gli occhi (io dico l’universo), ma non si può intendere se prima non s’impara a intender la lingua, e conoscer i caratteri, ne’ quali è scritto. Egli è scritto in lingua matematica, e i caratteri son triangoli, cerchi, ed altre figure geometriche, senza i quali mezi è impossibile a intenderne umanamente parola; senza questi è un aggirarsi vanamente per un oscuro labirinto.

In questo passaggio manca il riferimento a Dio, ma Galileo non era certo un ateo per cui anche in questo la frase rispecchia il suo pensiero.
Però quelle esatte parole non sembra averle mai scritte, Galileo. Io almeno non sono riuscito a trovarle in nessuna sua opera, ma ovviamente potrei sbagliarmi.

Non sarebbe la prima volta che una parafrasi diventa una falsa citazione.
L’origine sembra essere il film d’animazione Paperino nel mondo della Matemagica di Walt Disney:

Paperino nel mondo della Matemagica
Paperino nel mondo della Matemagica


Quello che non capisco è perché si sarebbe dovuto inventare una citazione in italiano, con tanto di acca in mathematica.

Chi ha bisogno di Getty Images?

Planck's View of the Whole Sky
Planck’s View of the Whole Sky (ESA, HFI & LFI consortia)

Ieri, cercando un’immagine per impaginare un’intervista di Marco Cagnotti ad Amedeo Balbi sulle onde gravitazionali primordiali, ho scoperto che le bellissime immagini presenti sul sito del Jet Propulsion Laboratory della Nasa si possono utilizzare liberamente.

Dagli OGM all’Intelligent design

Quello che segue prendetelo un po’ come la supercazzola del lunedì mattina o – per usare un linguaggio più aulico – come una audace ipotesi concettuale che forse vale la pena approfondire.

C’è un filo rosso tra gli organismi geneticamente modificati e la negazione dell’evoluzione tramite selezione naturale. Non nel senso che mangiare OGM abbia strani effetti sul cervello per cui mi mangio un po’ di soia transgenica (o del formaggio prodotto con latte munto da una mucca che ha mangiato quella soia) e improvvisamente mi convinco che Dembski sia più intelligente di Dawkins.
Il filo rosso è concettuale, e richiede una piccola premessa.

Continua a leggere “Dagli OGM all’Intelligent design”

Il dovere dell’editore

Introvabile

Sono già tre le persone che su Anobii – il social network dei libri adesso di proprietà Mondadori – mi chiedono se voglio vendere o scambiare Wittgenstein. Il dovere del genio di Ray Monk, testo che effettivamente pare introvabile – e non ne esiste la versione elettronica.

Il libro, purtroppo per loro, non lo cedo; però non posso che chiedermi come mai tutto questo interesse – immagino che i tre che mi hanno contattato siano la punta di un iceberg molto più grande – non si traduce in una nuova edizione o ristampa del volume.

Che cosa è uno sport?

Il bridge non può essere considerato uno sport: a questa conclusione, stando a una notizia d’agenzia che ho letto poco fa è giunto un tribunale britannico:

LONDRA, 25 FEB – Anche se comporta un grande impegno e una memoria d’acciaio il bridge non può essere considerato uno sport. A stabilirlo è stato un tribunale britannico che ha così respinto l’appello lanciato dalla Federazione dei giocatori inglesi, la English Bridge Union, che pretendevano dal fisco di Sua Maestà gli sgravi previsti per le attività sportive. Le loro argomentazioni erano solide: il bridge viene riconosciuto dal Comitato olimpico internazionale, anche se non è incluso nel programma delle gare. Non solo, l’agenzia delle entrate britannica già definisce come sport le freccette e il biliardo. Ma questo non ha convinto i giudici, secondo cui il bridge è ‘solo’ un gioco perché non comporta abbastanza attività fisica. (ANSA)

Pare di capire che uno sport sia un’attività che richiede una certa quantità di attività fisica, altrimenti è semplicemente un gioco.
Una quantità anche bassa – sono sport sia le freccette sia il biliardo, e credo anche la Formula 1 dove l’attività fisica la svolge prevalentemente un motore a scoppio – ma comunque superiore a quella necessaria per mescolare un mazzo di carte.

Come differenza tra sport e gioco ci può stare, anche se mi rimetto all’opinione di filosofi più esperti in tema sportivo.
Tuttavia non capisco per quale motivo uno Stato dovrebbe favorire, con agevolazioni fiscali, le attività sportive e non quelle semplicemente ludiche. Non è una forma di paternalismo?