Dialoghi alla frontiera

Scena: treno alla stazione internazionale di Chiasso in procinto di partire per Milano.

Giovane e baldanzoso membro della Guardia di Finanza (di seguito: finanziere): Buongiorno.

Io pensante: Cazzo vuoi non vedi che sto leggendo?

Io parlante: Buongiorno.

Finanziere: Lei è diretto in Italia?

Io pensante: E quali altri possibilità ci sarebbero, per uno seduto su un treno fermo a Chiasso e che si spera entro pochi minuti ripartirà per Milano?

Io parlante: Sì.

Finanziere: Ed è residente in Italia?

Io pensate e parlante: No

Finanziere: Ce l’ha un documento?

Io pensante: Sono tentato di dire sì e rimettermi a leggere, perché mi hai chiesto se ho un documento, non di mostrarlo. Ma meglio non fare gli scemi.

Io parlante: Sì, lo prendo subito.

Finanziere: No, non si disturbi, non è necessario. Arrivederci.

Io pensante e parlante: …

Pubblico e privato ai tempi dei social network

Ieri sera ho seguito un interessante e deludente1 dibattito su spettacolarizzazione e mediatizzazione della giustizia.

Alcuni relatori hanno sottolineato come nella società contemporanea, che per semplicità di cose possiamo chiamare l’era dei socialcosi, sia sparita la distinzione tra pubblico e privato, perché tutto è pubblico e nessuno lava più i panni sporchi in casa ma lo fa su Facebook. Continua a leggere “Pubblico e privato ai tempi dei social network”

  1. Deludente perché cinque relatori più il dibattito con il pubblico in meno di due ore impongono interventi rapsodici e il risultato, alla fine, sono tanti spunti difficili da legare. Forse l’intenzione degli organizzatori era proprio quella, sollevare tante domande senza abbozzare neppure poche risposte, per cui la delusione è soggettiva. []

Naturalmente chimico

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I poster che mostrano gli ingredienti presenti in alimenti come uova e banane mi sembrano molto belli e ben fatti.
Sicuramente utili per sfatare alcuni miti – ricordo un giornalista che fece analizzare un milkshake di McDonald’s riscontrando la presenza di molte sostanze chimiche, una scoperta terrorizzante solo per chi crede che gli esseri viventi non producano, in maniera perfettamente naturale, sostanze chimiche più o meno innocue.1 Continua a leggere “Naturalmente chimico”

  1. Non ritrovo il riferimento preciso per cui le cose potrebbero essere diverse da come le ricordo. []

Breve riflessione sulla sperimentazione animale

Grandi dibattiti, almeno nella parte italofona del globo, sulla sperimentazione animale (a.k.a. vivisezione).

Grandi dibattiti di scarsa qualità, mischiando in un indistinto amalgama questioni squisitamente tecniche (l’utilità della sperimentazione animale e la validità delle alternative), politiche (bilanciamento tra varie sensibilità della popolazione), morali (come valutare diritti e benessere dei vari esseri vivente, umani e non umani) e filosofiche (statuto morale dei vari esseri viventi). Continua a leggere “Breve riflessione sulla sperimentazione animale”

Il cucchiaino rosa

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Settimana scorsa mio figlio, tre anni e un po’, è andato in gelateria con i nonni. Coppetta di gelato alla fragola.
La gelataia ha dato nelle mani del piccolo goloso la coppetta e il cucchiaino di plastica. Cucchiaino verde. Colore che, secondo il piccolo esteta, non si abbinava bene a quello del gelato.
Ha quindi chiesto – non so le parole esatte – il cucchiaino rosa.

La gelataia era stupita e anche un po’ turbata dal fatto che un maschietto volesse un cucchiaino rosa.

Clonazione hollywoodiana

Dal film 'Mi sdoppio in 4' di Harold Ramis
Dal film ‘Mi sdoppio in 4’ di Harold Ramis

Siamo circondati da cloni. Nella realtà basta andare dal fruttivendolo – no, il clone non è il fruttivendolo stesso, ma ad esempio le banane che vende –; nella finzione basta guardare un qualsiasi film di fantascienza o quasi-fantascienza.

La cosa curiosa è che i cloni dei film non sono semplicemente fisicamente e psicologicamente identici – come se il diverso ambiente nel quale i due individui si sono sviluppati e sono cresciuti non avesse avuto alcuna influenza – ma spesso condividono anche dei ricordi. Il clone che riconosce la moglie del proprio originale sta diventando un cliché hollywoodiano al pari dell’aereo che sembra schiantarsi ma riesce a cabrare all’ultimo secondo o dell’eroe sconfitto che si ubriaca al bar dove viene raggiunto e soccorso dal suo mentore. O del cliché del gemello cattivo.
Gemello che, se omozigote, è un clone. In altre parole: il clone naturale è la nemesi, il clone artificiale condivide la stessa anima. Misteri della genetica cinematografica.