Babbo Natale esiste? Breve riflessione sulla fantasia

La fantasia è la capacità di creare idee e immagini che non sono reali.
Per quanto il problema filosofico delle immagini e della realtà possa essere complicato, la differenza tra il regno della fantasia e la realtà è una piccola ma indubbia certezza. La fantasia crea un altro mondo che ha pochi contatti con la realtà e nel quale, soprattutto, il concetto di verità non ha senso.

Nastagio degli Onesti ha davvero visto un fantasma nei boschi vicino Ravenna? Qualcuno ha davvero raccontato la sua storia per trascorrere il tempo mentre, insieme agli amici, cercava di sfuggire alla peste?
Senza l’avverbio “davvero” le domande hanno un senso, ad esempio durante un esame di letteratura italiana, mentre la sua aggiunta rende la domanda priva di senso.
Un altro metodo per rendere perspicua la differenza tra realtà e fantasia è valutare le conseguenze. Eviteremmo di fermarci in una pineta per paura di incontrare il fantasma di Guido degli Anastagi? Continua a leggere “Babbo Natale esiste? Breve riflessione sulla fantasia”

Uomini senza volto

Friedrich Schiller, il poeta e drammaturgo tedesco nato nel 1759 e morto nel 1805, è soprattutto noto per essere l’autore dell’ode An die Freude: si tratta dell’Inno alla gioia, il quarto movimento della nona sinfonia di Beethoven che è diventato, nel 1985, inno dell’Unione Europea.

Perché tributare una ode alla gioia? Secondo Schiller (e Beethoven, che ha modificato il testo)

Friedrich SchillerIl tuo fascino affraterna
ciò che il mondo separò;
Tutti gli uomini diventano fratelli
Là dove le tue dolci ali riposano.

Deine Zauber binden wieder
Was die Mode streng geteilt;
Alle Menschen werden Brüder,
Wo dein sanfter Flügel weilt.

La gioia ha quindi il potere di avvicinare gli uomini, di renderci tutti fratelli.
Il mondo (anche se die Mode in tedesco significa la moda) separa gli uomini, trasforma l’altro in un nemico o, peggio, in una cosa, un ostacolo del quale occorre disfarsi. Continua a leggere “Uomini senza volto”

Domandare è lecito…

Suscita timori, anzi un sentimento di angosciosa attesa, la manifestazione di piazza anti-Ratzinger che domenica prossima galvanizzerà in Turchia il fondamentalismo islamista. Il Papa insiste. Fa bene e non può far altro. Ma nei prossimi giorno, a Istanbul, si giocherà una partita decisiva per il mondo. Che Dio ce la mandi buona.

Così Pierluigi Battista, dopo aver definito Ataturk un superlaicista (e non si capisce bene se è un complimento o no) sul Corriere della Sera – Anteprima di venerdì 24 novembre.
Se è vero che nei prossimi giorni si giocherà una partita decisiva per il mondo, allora conviene avere le idee chiare: nel caso Dio non ce la mandi buona, è meglio sapere come comportarsi.

Il Papa è il vescovo di Roma, capo della Chiesa Cattolica, vicario di Cristo in terra e successore di Pietro. Perché il Papa va in un paese la cui popolazione è per il 98% musulmana? Secondo Wikipedia, i cattolici in Turchia sono 35000: ad organizzare un viaggio in Andorra se ne possono incontrare almeno il doppio.

La mia non è una domanda retorica: mi interessa davvero comprendere i motivi di questo viaggio. E Pierluigi Battista, su questo punto, non mi è d’aiuto.

Quarto potere

Due notizie di cronaca.
La prima: Maurizio Crozza e Fiorello dedicano alcuni minuti delle loro trasmissioni comiche al Papa. Protesta del quotidiano Avvenire: una satira volgare, fallimentare e vigliacca che non rispetta gli spettatori. Seguono reazioni e appelli in difesa della satira (appelli che ignorano la differenza tra comicità e satira, ma è un altro discorso).
La seconda: la RAI ha in programma una fiction (quando l’uso di termini italiani non era out, si chiamavano sceneggiati) su un matrimonio omosessuale. Proteste di alcuni giornali e associazioni: secondo loro una trasmissione televisiva che, in una qualche maniera, presenta un matrimonio omosessuale come simile o identico a un matrimonio eterosessuale sarebbe pericolosa. In altri ambienti, invece, il programma viene apprezzato in quanto costituirebbe «un messaggio positivo nei confronti di una realtà troppe volte male rappresentata nei media». Continua a leggere “Quarto potere”

Frasi celebri (4)

Scena: una qualsiasi edicola in un qualsiasi giorno di sciopero dei giornalisti.

Cliente: Quali quotidiani sono usciti oggi?

Edicolante: Solo quelli di destra: gli altri hanno scioperato.

Cliente: Capisco. Mi dia Repubblica.

Edicolante: Repubblica non c’è: ho solo giornali di destra.

Cliente: Allora mi dia il Corriere.

Commento: Il cliente non ha capito nulla di quotidiani e schieramenti politici. Oppure ha capito tutto.

Riflessioni pendolari

Lungo i marciapiedi delle stazioni è tracciata, a circa cinquanta centimetri dal bordo, una lunga linea gialla. Grandi cartelli avvisano, o meglio ordinano:

È vietato oltrepassare la linea gialla.

Un bel problema: come si fa a salire sui treni, se non si può oltrepassare la linea gialla?
Più saggiamente, alla Stazione Centrale di Milano precisano: è vietato oltrepassare la linea gialla prima del completo arresto del treno. Già, ma quale treno? Alla Stazione Centrale ce ne sono tanti!

La linea gialla è spesso scolorita, e magari, anche a causa delle luci, può apparire di altri colori: vale ugualmente il divieto?
La linea è anche molto spessa: può quindi accadere che parte del piede sia oltre la linea e parte sulla linea. In questo caso la si è oltrepassata o no?

Il divieto riguarda l’azione, l’oltrepassare la linea gialla, non lo stato, l’essere oltre la linea. Occorre quindi dedurre che, una volta superata la linea, mi convenga restare lì dove sono, per non commettere una ulteriore infrazione oltrepassando nuovamente la linea gialla.

Altro problema: la linea è tracciata su un piano, mentre il mio corpo di trova nello spazio. In base a quale tipo di proiezione si stabilisce se una persona ha oltrepassato la linea gialla?

Infine, come insegna Severino, il mutamento non esiste, è un abbaglio della civiltà occidentale. Pertanto non è possibile oltrepassare la linea gialla, perché oltrepassare implica un mutamento della posizione.

Personalità algebriche

Eugenia Roccella, in un articolo su Avvenire del 7 novembre 2006, cita un racconto di Philip K. Dick:

Coraggio: stiamo entrando nel terrorizzante universo descritto in un vecchio racconto fantascientifico di Philip Dick, Le pre-persone, in cui l’autore immaginava una società in cui i bambini erano considerati pienamente persone solo quando in grado di risolvere un’equazione algebrica. Solo allora entravano nel cerchio privilegiato di coloro la cui esistenza ha valore sociale.

Quale sconvolgente evento faccia presagire l’avvento di un terrorizzante universo è spiegato, oltre che nell’articolo originale, in un interessante post di Bioetica. Continua a leggere “Personalità algebriche”

Illimitati fuochi

Lunga discussione sull’anima e la sua immortalità: Azioneparallela, Malvino, Far finta di essere sani, di nuovo Azioneparallela, Lo Straniero di Elea, di nuovo Far finta di essere sani e di nuovo Malvino.

Due le questioni sul tavolo: l’anima è immortale? esiste l’anima?
Rapsodico contributo alla discussione.

Eternità dell’anima

Tesi.
L’anima è eterna, qualunque cosa essa sia.

Limite

Dimostrazione.
Un essere vivente possiede l’anima, un essere non più vivente no.
La morte è il momento di passaggio dalla vita alla non vita, dal corpo al cadavere, dalla presenza all’assenza dell’anima. Indichiamo con D questo momento e chiediamoci: in D l’anima esiste? Vi sono unicamente due possibili risposte: o l’anima è presente, oppure non lo è.
Se in D l’anima è presente, allora D non è il momento del passaggio dalla vita alla morte. Prendiamo un momento successivo a D, che indicheremo con M, nel quale l’anima è assente, e indichiamo con V il momento D.
Se in D l’anima non è presente, allora D non è il momento del passaggio dalla vita alla morte. Prendiamo un momento precedente a D, che indicheremo con V, nel quale l’anima è presente, e indichiamo con M il momento D.
Comunque siano andate le cose, il momento D non era il momento cercato. Il momento D corretto, che possiamo indicare con D1 è situato nell’intervallo VM. Identifichiamo questo momento con un qualsiasi calcolo aritmetico, ad esempio (V+M)/2, e chiediamoci: in D1 l’anima esite?
Ripetendo il ragionamento di prima, si possono identificare due momenti V1 e M1, dai quali si otterrà un momento D2, dal quale si identificheranno due momenti V2 e M2 e così via all’infinito.

Si è così dimostrato che l’anima è, in quanto illimitata, eterna.

Esistenza dell’anima

Flogisto (materiale infiammabile)

Prima dei meritevoli lavori di Lavoisier, la combustione veniva spiegata tramite il flogisto, una misteriosa sostanza presente nei materiali infiammabili e assente in quelli non infiammabili.
Il legno e il carbone sono ricchi di flogisto, mentre la cenere ne è priva; il fuoco è il passaggio del flogisto dall’interno all’esterno di un corpo.
Oggi sappiamo che il flogisto non esiste: la cenere ha la stessa massa del legno di origine, quindi vi è stata semplicemente una trasformazione della materia, non è fuoriuscita alcuna sostanza misteriosa. In natura nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto si trasforma.

L’anima può essere come il flogisto, un qualcosa di misterioso del quale postuliamo l’esistenza perché ancora stiamo aspettando un Lavoisier dei neuroni?
Molto probabilmente sì.

Però la teoria del flogisto è corretta.
Lavoisier ha infatti dimostrato che il flogisto non è una sostanza, non che esso non esista o che il carbone equivalga alla cenere. Se prendiamo “flogisto” come sinonimo di “materiale infiammabile”, scopriamo che sono in molti a sostenere la sua esistenza, lasciando perdere le trasformazioni della materia di Lavoisier.
Sulle cisterne che contengono benzina è raffigurata una fiamma (in latino flogisto), non lo schema di una reazione chimica, che nessuno capirebbe.

L’anima esiste, infatti io sono vivo e raziocinante, un abete è vivo ma privo di ragione, un pezzo di quarzo non è neppure vivo.
Molto probabilmente qualcuno, un giorno, riuscirà a spiegare i complicati processi che distinguono un uomo da un abete e questi ultimi da un minerale. Dubito tuttavia che le sue scoperte serviranno per decidere se intavolare una discussione filosofica con un abete o una persona.

Uomini di buona espressione

Sul sito Psicocafè è possibile leggere un bellissimo articolo sulle ricerche di Paul Ekman sulle espressioni umane: Le microespressioni, la verità e la menzogna.

Queste, in breve, le scoperte di Ekman, rimandando all’articolo di Giulietta De Santis per ulteriori dettagli.
Le espressioni umane sono universali: tutte le persone studiate da Ekman comprendono e usano le stesse espressioni facciali.
Anche i mentitori più abili tradiscono i propri sentimenti: è infatti sempre possibile identificare le microespressioni: dei cambiamenti involontari dell’espressione che durano anche meno di mezzo secondo. Continua a leggere “Uomini di buona espressione”