Uomini senza volto

Friedrich Schiller, il poeta e drammaturgo tedesco nato nel 1759 e morto nel 1805, è soprattutto noto per essere l’autore dell’ode An die Freude: si tratta dell’Inno alla gioia, il quarto movimento della nona sinfonia di Beethoven che è diventato, nel 1985, inno dell’Unione Europea.

Perché tributare una ode alla gioia? Secondo Schiller (e Beethoven, che ha modificato il testo)

Friedrich SchillerIl tuo fascino affraterna
ciò che il mondo separò;
Tutti gli uomini diventano fratelli
Là dove le tue dolci ali riposano.

Deine Zauber binden wieder
Was die Mode streng geteilt;
Alle Menschen werden Brüder,
Wo dein sanfter Flügel weilt.

La gioia ha quindi il potere di avvicinare gli uomini, di renderci tutti fratelli.
Il mondo (anche se die Mode in tedesco significa la moda) separa gli uomini, trasforma l’altro in un nemico o, peggio, in una cosa, un ostacolo del quale occorre disfarsi.

Se la gioia trasforma l’altro in fratello, che cosa rende l’altro una cosa? Quale meccanismo priva l’altro dell’umanità che invece si riconosce nel fratello? Sergej Ejzenštejn, il regista russo vissuto oltre un secolo dopo Schiller, può aiutare nella risposta.

Corazzata PotemkinIl film più conosciuto di Ejzenštejn è indubbiamente La corazzata Potëmkin, sulla rivoluzione russa del 1905. Il film è disponibile su Internet Archive in formato MPEG4 a 64Kb (per connessioni lente) e 256Kb (per connessioni veloci).
La scena più nota, e anche più citata, del film è la scalinata di Odessa:i cosacchi, fedeli allo zar, che scendono l’imponente scalinata della città massacrando a colpi di fucile e sciabola la popolazione.

Lo spettatore è invitato a identificarsi negli abitanti di Odessa, barbaramente uccisi dalle truppe zariste, e a odiare i cosacchi. È quindi necessario rappresentare i primi come nostri potenziali fratelli e i secondi come macchine da guerra, nemici da eliminare (è quello che effettivamente accadrà alla fine della seconda guerra mondiale, ma ad opera di Stalin, non di Ejzenštejn).

La tecnica utilizzata dal regista è molto interessante.
Innanzitutto lo spettatore assiste ai funerali del marinaio Vakulin

5 commenti su “Uomini senza volto

  1. Un modo di impedire ai neuroni specchio, se è vero che esistono, di fare il loro lavoro.

    Saluti

  2. Penso che esistano davvero, ma non sono sicuro che siano responsabili dell’empatia come la intendo in questo testo: se non erro, ma non ho mai studiato bene la questione, sono responsabili di processi di “immedesimazione dell’altro” molto più fondamentali e primitivi

  3. La mia è solo una prudenza dettata dal fatto che la scoperta dei neuroni specchio è recente, anche se le ricerche sembrano confermarne la veridicità.
    Quanto peso abbiano sull’empatia, non saprei dire; comunque, se non ricordo male, alcuni esperimenti sono stati fatti proprio utilizzando le espressioni facciali, che più del movimento del corpo potrebbero spianare la strada a una identificazione nel prossimo meno… meccanica?

  4. E’ interessante l’asimmetria tra condizioni di immedesimazione e di non-immedesimazione, o addirittura di reificazione.
    Se lo sguardo di una persona o altre moti del corpo sono sufficienti a sentirla umana, non esiste nessun atto umano “opposto”, fosse anche atroce, che depersonalizzi l’uomo. Ci possono essere solo omissioni: omissione del vedere quegli atti, omissione di compierli o di farli vedere…
    Se valesse un parallelo algebrico, diremmo che per l’empatia c’è( forse ) un elemento neutro, ma giammai un inverso.
    ciao, Eno!!

  5. Marcoz: sull’argomento ne sai più di me, e taccio per evitare magre figure 😉
    Eno: prezioso come sempre. La conclusione algebrica è, direi, il più completo e conciso riassunto del mio lungo testo…
    Il discorso può continuare: perché si ricorre alle divise, perché soldati e prigionieri si devono vestire tutti alla stessa maniera? Perché, quando si guarda Gli Intoccabili di Brian de Palma, nella scena della scalinata (con tanto di carrozzina) nessuno si ricorda del gruppo di marinai in divisa che viene ucciso dai proiettili vaganti? (Vedere per credere. Io li ho notati solo perché ho rivisto la scena molte volte).

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