Obbedire a Dio

L’eretico boemo Jan Hus, morto sul rogo il 6 luglio 1415, è uno di quelli che chiameremmo un credente duro e puro, convinto che il Papa (anzi, i Papi: all’epoca ce n’erano due, uno ad Avignone e uno a Roma) sia una sorta di anticristo.
Riassumendo in poche battute il pensiero di Hus sul rapporto tra uomo e Dio, l’uomo deve essere sottomesso a Dio e Gli deve completa ubbidienza, anche se l’ordine risulta incomprensibile. Un invasato con cui è impossibile ragionare? Lo pensavo anche io, però, come nota Armando Comi1:

Dio solo dà ordini ai quali occorre obbedire senza indugio. Gli ordini dell’uomo devono invece essere valutati ed eventualmente fatti oggetti di obbedienza o disobbedienza (p. 96).

L’uomo è dotato di ragione e la deve usare per valutare, e soprattutto per criticare, l’autorità degli altri uomini. È una piacevole sorpresa trovare un razionalista dove meno te lo aspetti.

  1. in Verità e Anticristo. L’eresia di Jan Hus, Bolonga, Pendragon 2007; non ho letto il libro, ma solo una bella recensione di Piero Venturelli che probabilmente verrà pubblicata su ReF []

Triplice ricatto

Non mi è chiaro quale sia il senso di questa operazione, se sia un raffinato esperimento sociologico o un semplice espediente per racimolare un po’ di denaro, comunque un tizio, scovato grazie a rosalucsemblog, minaccia di bruciare una copia della Bibbia, una del Corano e una foresta.

Voi cosa salvereste?

Il relativismo delle stimmate

Luileggendo un giornale: Io questa storia della crocifissione non l’ho mica capita.

Lei: Lo sospettavo. Provo a spiegartela in poche parole: Dio ha mandato il proprio figlio sulla terra a morire per i peccati dell’uomo.

Lui: …

Lei: …

Lui: Io mi riferivo alla polemica che, a quanto pare, sta infuriando tra i sudditi di Sua Maestà: la BBC ha trasmesso, o ha annunciato che trasmetterà, una trasmissione nella quale Gesù viene crocifisso in maniera filologicamente corretta: inchiodato ai polsi, non sul palmo delle mani. Continua a leggere “Il relativismo delle stimmate”

Padre Pio da Pietrelcina salva i nostri dati

Digital Padre PioVicino al server che ospita i dati vitali dell’azienda, dalla posta elettronica alla contabilità, campeggia l’immagine di Padre Pio da Pietrelcina.
È lì per proteggere i server. Guai a spostare Padre Pio: la sola idea terrorizza il titolare dell’azienda: mancare di rispetto alla sua immagine comprometterebbe il funzionamento dei computer e metterebbe in pericolo i dati registrati sul server.

Alcuni giorni fa il server si è spento senza più riaccendersi. Il server di backup, che dovrebbe sopperire alle manchevolezze del server principale, ha iniziato anche lui a funzionare male e, alla fine, a non funzionare del tutto. Continua a leggere “Padre Pio da Pietrelcina salva i nostri dati”

Il posto della filosofia

Claudio Risé, sulle colonne de Il Mattino di Napoli e, soprattutto, sulle pagine del suo sito, si chiede: «Perché[…] la religione e la scienza dovrebbero azzuffarsi?».

Già, perché non dovrebbe esserci un dialogo in grado di arricchire entrambe le parti?
Secondo Risé «le loro competenze [di scienza e religione] sono diverse: una si occupa del senso della vita e della morte e l’altra dei possibili modi per migliorarle». Forse Risé non se ne rende conto, ma questo è un ottimo motivo per non dialogare: che cosa mai potrebbero dirsi uno scienziato e un prete, uno impegnato a migliorare la vita umana e il l’altro tutto indaffarato a comprenderne il senso? Continua a leggere “Il posto della filosofia”

Non ci disponde di certezze

Il supremo interesse che si guida non ci dispone di certezze, ma di speranze: la speranza che la comunità perduri e garantisca le mie inferenze al di là di ogni limite assegnabile, che sia testimone in ogni momento della verità complessiva delle mie scelte, che la realtà risulti vera nell’opinione finale. Ma questo è chiaramente un rinvio teleologico, di ispirazione non solo etica, ma anche religiosa, come abbiamo visto: stiamo pensando al tempo cristianamente inteso con il suo svolgimento lineare e il suo esito resurrezionale. L’Interpretante Logico Finale è un Interpretante Etico Universale. Questa è l’opinione di Peirce: la ragione che mi conduce a comportarmi in un certo modo perché alla lunga il mio comportamento si possa rivelare ragionevole, non è una ragione, ma un puro atto di fede.

Rossella Fabbriches, “L’entanglement tra etica e logica nel pragmatismo di Peirce” in Rosa M. Calcaterra (a cura di), Pragmatismo e filosofia analitica, Macerata, Quodlibet, 2006, p. 102

Tra teologia e tricologia

Gianni Vattimo, intervistato da Reset (numero 105, gennaio – febbraio 2008), dice un sacco di cose interessanti e, in buona parte, condivisibili, per quanto sembri considerare l’ateismo come un qualcosa di unitario e ben definito, e non un variegato insieme di fenomeni anche molto diversi.
Sul finale, però, Vattimo si lascia andare a una affermazione decisamente trash:

Io non sono offeso dalle folle di Padre Pio e cose simili. Gli atei, invece, sono spesso molto più sicuri di sé. La loro unica insicurezza è dire che ancora la scienza non ha spiegato perché, ad esempio, l’acqua di Lourdes fa crescere i capelli, nella certezza che primo o poi lo farà.

Dare a Dio quel che è di Dio, a Cesare (Ragazzi) quel che è di Cesare…

Eutifrone

PlatoneOgni tanto, in qualche articolo sul ruolo pubblico della religione o durante qualche dibattito sulle radici religiose dell’etica e della politica, viene citato l’Eutifrone di Platone. In effetti in quel dialogo Socrate discute, appunto, di santità e giustizia con uno che di mestiere, se così si può definire, fa l’indovino.
In Platone la cornice dei dialoghi non è mai casuale, e infatti i due si incontrano davanti al tribunale: Socrate è lì perché denunciato da Meleto Eutifrone; invece, per accusare il padre di omicidio.
Sul tema della giustizia, Eutifrone si professa grande esperto, e Socrate, viste le accuse che pendono sul suo capo, è ben disposto ad ascoltarlo: diventando suo scolaro potrebbe apprendere come difendersi.

Eutifrone gli propone però una definizione deludente: giusto è ciò che è caro agli dei.
Obietta Socrate: gli dei litigano, e ciò che gradisce Zeus può dispiacere a Crono e Urano. Eutifrone abbozza: è giusto ciò che è caro a tutti gli dei, nessuno escluso.
E qui arriva l’affondo di Socrate: è l’uomo giusto, in quanto giusto, ad essere amato dagli dei, oppure è l’uomo amato dagli dei a essere giusto? In altre parole, una certa azione è approvata dagli dei perché buona oppure è buona perché approvata dagli dei?
Se è buona perché approvata dagli dei, allora gli dei approvano ciò che approvano, in un circolo vizioso privo di senso. Se invece gli dei approvano qualcosa perché buono, allora l’approvazione degli dei è, tutto sommato irrilevante.
Eutifrone, alla fine, si allontana con una scusa. Continua a leggere “Eutifrone”

Cretini eterodiretti

Dives in Misericordia (Richard Meyer)Pungolato da lector in fabula, mi imbatto in questa curiosa definizione dei cristiani: cretini eterodiretti:

Vorrebbero che ai cristiani fosse tolto il diritto di parola e di voto… in quanto cretini eterodiretti dal Vaticano.

Il problema che sta dietro questa definizione è, allo stesso tempo, filosofico, religioso e politico: se non si separano questi aspetti, non se ne esce.

Il problema dei cristiani cretini, innanzitutto, è un problema etimologico. Come riporta il Devoto-Oli, c’è poco da discutere:

Dal franco-provenz. crétin (che è dal lat. christianus) nel senso commiserativo di ‘povero cristiano’ | sec. XVIII

Tuttavia, come subito riconosce il tanto criticato Odifreddi, le etimologie significano ben poco, e servono solo a fare qualche battuta. Continua a leggere “Cretini eterodiretti”

La divina dittatura

Fabrizio Mastrofini, Ratzinger per non credentiIl mondo è cambiato. Da questa affermazione, banale e proprio per questo fondamentale, parte Fabrizio Mastrofini nella sua analisi del papato di Benedetto XVI: il mondo è cambiato e il Papa si trova a dover affrontare una nuova evangelizzazione.
Il titolo del libro, Ratzinger per non credenti, si riferisce appunto a questa importante sfida: la necessità del dialogo con i non credenti.

L’impressione che si coglie, o meglio che io ho colto, dalla lettura di questo interessante e ben scritto saggio, è che Joseph Ratzinger non sia assolutamente in grado di raccogliere questa sfida.
La finestra che si affaccia in piazza San Pietro, «simbolo dell’apertura del pontificato al mondo», assume le forme della centrale di una polizia segreta di una qualche dittatura prossima alla fine. Continua a leggere “La divina dittatura”