Dolore mor(t)ale

Se, come molti sostengono, i concetti di giusto e sbagliato, di bene e male, derivano e sono riducibili al piacere e al dolore, alle sensazioni piacevoli e a quelle fastidiose, questo semplice e banale fenomeno risulta inspiegabile.
Un piccolo taglio sul dito riceve più attenzione della morte di più mille persone dall’altra parte del pianeta. Il vago sentimento di sconvenienza che accompagna questa constatazione è forse un indizio che piacere e dolore non sono tutto, nella vita.

Innocenti risate

Nel 1900 vennero dati alle stampe, tra gli altri, due testi molto interessanti. Il primo, in realtà uscito il 4 novembre del 1899 ma volutamente postdatato, è la Interpretazione dei sogni di Sigmund Freud. Il secondo è Il riso. Saggio sul significato del comico di Henri Bergson. Ciò che accomuna i due testi è il rapporto tra l’uomo e la società, ed entrambi gli autori descrivono questo rapporto come conflittuale, leggendo in una nuova maniera due fenomeni considerati innocenti: il sogno e la risata. Continua a leggere “Innocenti risate”

Fallimento universale

Gli universali sono reali, hanno una influenza sul mondo, agiscono su di esso. Il sempre interessante Peirce dimostrava (in Che cos’è il pragmatismo) questo fatto con un semplice esempio: in camera c’è aria viziata e noi, in automatico, senza rifletterci su più di quel tanto, apriamo la finestra. La finestra viene aperta a causa della credenza, che è indubbiamente un universale, che l’aria viziata sia malsana per la salute. Continua a leggere “Fallimento universale”

Il dovere dell’opinione

Per misteriosi motivi, spesso accade che avere una opinione sia un dovere, una sorta di imperativo sociale. Come se essere privi di una idea precisa e determinata fosse una terribile vergogna, una cosa da confessare solo agli amici più intimi, ovviamente solo se è proprio necessario.

Non si intende qui difendere l’apatia intellettuale, la mancanza di spirito critico. L’uomo pensa, non può non pensare, ed è quinti ovvio che, di fronte a qualsiasi evento, sia esso grande o piccolo, di importanza globale, locale o personale, vengano notate somiglianze con altri eventi, si manifestino quasi da sole osservazioni ed eccezioni, ragionamenti vari su cause, motivi e conseguenze di quell’evento. Continua a leggere “Il dovere dell’opinione”

Rumori d’artista

Che cosa è una opera d’arte?
È questa una delle domanda più difficili a cui rispondere.
In realtà, ce la si potrebbe cavare abbastanza facilmente: l’arte non è una attività determinata, ma una tradizione o,meglio, un insieme di tradizioni che si superano e si ricomprendono, in un eterno percorso vecchio come l’umanità. Se l’arte è questo insieme eterogeneo, e sembra proprio esserlo, è chiaro che non è possibile rispondere alla domanda in maniera definitiva: sono possibili sono risposte settoriali, limitate.

Il rischio di una risposta del genere è la fucilazione (si spera metaforica) per alto tradimento: il filosofo non può fuggire così di fronte alle domande, ma deve affrontarle sempre, anche quando la risposta è impossibile.
Raccogliamo dunque la sfida. Continua a leggere “Rumori d’artista”

Politica concorrenziale

In una perfetta situazione di libero mercato, è da evitare la formazione di monopoli.
Un monopolio è infatti nemico della concorrenza, e quindi del mercato, ma è anche nemico della libertà. Se al mondo esistesse un solo fabbricante di caramelle, e questo decidesse di non produrre più caramelle al rabarbaro, tutti gli amanti di questa leccornia ne rimarrebbero privi. O li si lascia senza i prelibati dolci, o si obbliga il monopolista a produrli: in entrambi i casi, una pericolosa limitazione della libertà. Continua a leggere “Politica concorrenziale”

Raccontare se stessi

Raccontare la propria vita, scrivere una autobiografia, spiegare se stessi.
Può sembrare facile, ma in realtà è un compito difficile. Lo scopo dovrebbe essere raccontarsi agli altri, in modo che gli altri ci conoscano.

La prima difficoltà è appunto quella della conoscenza: conosciamo gli altri, li frequentiamo, ma non frequentiamo noi stessi, noi siamo noi stessi. Conoscere se stessi non è difficile, è semplicemente impossibile. E forse è anche pericoloso: per riprendere André Gide, il bruco che cercasse di conoscere se stesso non diventerebbe mai una farfalla. Continua a leggere “Raccontare se stessi”

Legittima giustizia

Piccolo contributo al dibattito sulla legittima difesa.

Nel 1931 Fritz Lang dirige il film M (il titolo italiano aggiunge alla inquietante lettera solitaria l’inutile precisazione Il mostro di Dusseldorf).
È la storia di uno psicopatico le cui vittime sono innocenti bambini. Ma soprattutto è la storia delle indagini ufficiali da parte della polizia e di quelle non ufficiale da parte della malavita organizzata, i cui affari sono disturbati dalla incrementata attività della polizia. Continua a leggere “Legittima giustizia”

Libera informazione

Libertà. Bellissima parola, stupendo concetto.
Essere liberi significa essere autonomi, avere la possibilità e la capacità di scegliere.

Un stato democratico deve essere libero, deve garantire la libertà ai propri cittadini. Libertà è anche libertà di informazione.
Il contrario della libertà d’informazione è la censura: il rendere volutamente non accessibili alcune informazioni. Continua a leggere “Libera informazione”

Il rito di vivere

Il termine rito è solitamente usato in riferimento a una cerimonia religiosa (il rito della comunione, il rito del battesimo e così via) o comunque ad un evento sacro, legato al divino: il rito serve essenzialmente per propiziarsi gli dei evitando così le sciagure. In questo senso, il rito per eccellenza è il sacrificio, sia esso cruento o meno.
Ma con rito di intende spesso semplicemente alludere ad una consuetudine o prassi abituale e avvertita come inderogabile, senza riferimenti al sacro: ad esempio, il discorso del Presidente della Repubblica a Capodanno è indubbiamente un rito.
La differenza tra questi due significati sembra essere il contesto: il rito sacro allude ad un significato che supera l’azione umana, il rito laico, se così si può definire, termina invece in se stesso, non sembra indicare altro. Continua a leggere “Il rito di vivere”