Al cinema

Cassiera: Buonasera, desidera?

Lui: Vorrei due biglietti per Io sono leggenda.

Guastafeste: No, non lo faccia!

Lui: Come scusi?

Leisottovoce, rivolta a Lui: Cosa fai? Gli dai retta? Paga i biglietti ed entriamo!

Richard Matheson, Io sono leggendaGuastafeste: No, non andate a vedere quel film! Uscite da questo cinema e andate a cercare una libreria: lì troverete Io sono leggenda di Richard Matheson.

Luiincuriosito: Il romanzo dal quale hanno tratto il film?

Guastafesteinfervorato: Tratto? Non sia ridicolo! Hanno preso le prime venti-trenta pagine del romanzo, il resto l’hanno usato al posto della carta igienica.

Lui: Rimane completamente fedeli all’originale è difficile.

Guastafestepaonazzo in viso: Ma qui non si tratta di raffinate questioni filologiche: il problema non è l’ambientazione metropolitana o l’origine dell’epidemia, per quanto neppure questi siano aspetti proprio secondari. Qui si parla dello spirito del romanzo di Matheson! Continua a leggere “Al cinema”

Oltreconfine

Ecografie

Analizzando i dati nel dettaglio – prosegue il Consiglio di Stato – la stabilità risulta essere tale «nonostante l’aumento di donne straniere, provenienti essenzialmente dall’Italia, che vengono nel nostro cantone per interrompere la gravidanza». La ragione di questo tipo di “turismo”, come già ampiamente documentato negli ultimi anni, «è legata all’indisponibilità in Italia della Ru486 che consente un’interruzione meno traumatica di quella con metodo chirurgico». Se su scala nazionale le donne provenienti dall’estero per abortire sono il 4,6%, « in Ticino sono il 18,6%». Quasi una su cinque. In tutto – secondo le statistiche – 126 su 614 casi accertati. Più del doppio rispetto alle 59 registrate nel 2003 su 605 casi.

“Aborti in Ticino, il 57% con la Ru486” in La Regione Ticino, 11 gennaio 2008, p. 3

Pensare

Rodin, Il pensatore (foto di steven n fettig)Secondo alcune1 persone questo è un sito che fa pensare.
La cosa non può che farmi piacere, ma allo stesso tempo non posso non chiedermi quanto questa accusa sia fondata.

Cosa significa far pensare? Quando qualcosa o qualcuno è in grado di far pensare qualcun altro?

Secondo me, per far pensare qualcuno la tua idea deve essere come un colpo di scena.
I colpi di scena, i veri colpi di scena, non sono molto frequenti. Un colpo di scena, per essere davvero tale, deve:

  • essere inaspettato;
  • cambiare il quadro della situazione;
  • gettare nuova luce su tutto quello che è accaduto.

È difficile soddisfare tutte e tre le condizioni. D’altra parte se ne manca una, non si ha un colpo di scena, ma qualcosa di più banale, che lascia sostanzialmente invariata la vicenda narrata. Continua a leggere “Pensare”

  1. in ordine alfabetico: capemaster, galatea, hooverine, lectorinfabula e raser []

Recensioni Filosofiche

È uscito il numero di gennaio di Recensioni Filosofiche.

Da segnalare: l’interessante L’errore del maestro. Per una lettura laica dei Vangeli di Brunella Antomarini, ottimamente recensito da Sara Fortuna; Scetticismo. Una vicenda filosofica a cura di Mario De Caro, Mario e Emidio Spinelli, recensito da Antonio Allegra; l’ottima recensione di Francesca Rigotti a Le nuove frontiere della giustizia di Martha Nussbaum, Semir Zeki, La visione dall’interno, arte e cervello recensito da Rodolfo Ciuffa.

Un fenomeno affascinante ma elusivo

Che cosa è la coscienza?
Nel 1989 lo psicologo Stuart Sutherland propose questa definizione:

La coscienza è un fenomeno affascinante ma elusivo; è impossibile specificare cos’è, cosa fa o perché si è evoluta. Non è stato scritto, al riguardo, nulla che valga la pensa di essere letto.

Nicholas Humphrey, RossoDi fronte a una affermazione simile, si può apprezzare l’umorismo molto british di Sutherland, eventualmente convenire con lui che non c’è nulla che valga la pena di leggere, chiudere il suo dizionario e continuare a fare quello che si stava facendo prima, come se nulla fosse successo.

Nicholas Humphrey, in Rosso. Uno studio sulla coscienza (Torino, Codice, 2007) raccoglie l’implicita sfida della definizione di Sutherland, non solo cercando di scrivere qualcosa di interessante sulla coscienza, ma anche cercando di capire come mai una simile affermazione sia stata accolta con approvazione, nonostante la sua evidente inutilità. Continua a leggere “Un fenomeno affascinante ma elusivo”

Moratoria sui valori

Dedicato a formamentis e farfintadiesseresani

Valori non negoziabili

Antonio Da Re, sul terzo numero della rivista Schibboleth, dice alcune cose molto sensate sui valori non negoziabili in un interessante articolo dal titolo Indisponibilità e mediazione (disponibile anche in pdf).

Cosa significa “valore non negoziabile”?

L’espressione “valori (o principi) non negoziabili” è stata coniata, come è noto, da Benedetto XVI per indicare alcuni valori fondamentali, quali la vita umana, la famiglia, la libertà di educazione, che andrebbero sempre riconosciuti e rispettati come tali e che nelle dinamiche sociali e politiche non dovrebbero diventare oggetto di negoziazione e contrattazione.

Da Re si dichiara abbastanza subito convinto della bontà di questa idea:

Sono convinto che tale tesi, la quale mette in guardia rispetto a una pretesa di disponibilità totale da parte del soggetto in ambito morale, sia importante e costituisca una salutare messa in guardia rispetto a relativismi di vario genere.

Continua a leggere “Moratoria sui valori”

Scienza e pseudoscienza

Imre LakatosIl sito della prestigiosa London School of Economics ospita la registrazione e la trascrizione di Scienza e Pseudoscienza, uno degli ultimi interventi di Imre Lakatos:

Il rispetto per la conoscenza è una delle caratteristiche più peculiari dell’uomo. Conoscenza in latino è scientia, e la scienza è venuto a essere il nome del più rispettabile tipo di conoscenza. Ma cosa che distingue la conoscenza dalla superstizione, ideologia o pseudoscienza? La Chiesa cattolica scomunicò  i copernicani, il partito comunista perseguitò i mendeliani, per il motivo che le loro dottrine erano pseudoscientifiche. Il problema della demarcazione tra scienza e pseudoscienza non è quindi solo un problema per filosofi in poltrona: è di vitale importanza sociale e politica.

Da leggere e ascoltare tutto.

Le regole del buon critico

Daniele Luttazzi chiude un suo intervento polemico con alcune regole per i critici:

Nel 1975, John Updike elencò in un saggio alcune regole cui un critico dovrebbe attenersi per evitare la negligenza e il pressapochismo:

  1. Cerca di capire cosa l’autore desidera fare, invece di accusarlo di non aver raggiunto ciò che non si è prefisso.
  2. Riporta brani dell’opera in modo che il lettore della critica possa formarsene una impressione personale.
  3. Se l’opera è giudicata insufficente, cita un esempio riuscito dello stesso tipo, da lavori dell’autore o di altri. Cerca di capire l’errore. Sei sicuro che sia dell’autore e non il tuo?

Un bravo critico ti fa riflettere sulle scelte dell’autore, ti rende curioso dell’opera, ti incoraggia a fartene un’opinione personale.

Soprattutto, un bravo critico si guadagna l’autorevolezza corroborando le proprie tesi con esempi. Se la tesi non regge all’esempio, il critico si dimostra un incapace. Per questo il critico paraculo non fa esempi.

Lasciando perdere i contenuti della polemica con Sofri e Serra, queste regole per essere un bravo critico andrebbero incorniciate e rilette di tanto in tanto.