Che cosa è la libertà

Commentando una certa fotografia, giowind si interroga sul concetto di libertà:

Il concetto di libertà è assai complicato. Mi ricordo di un professore che la definì: la capacità di scegliere il bene. Un altro docente mi ha insegnato che la libertà è una proprietà degli atti umani volontari e coscienti.

Il concetto di libertà si ritrova così apparentato con quelli di bene, di volontà, di coscienza e l’elenco potrebbe continuare, ad esempio, con la responsabilità.

Questa linea argomentativa non mi dispiace, però mi sembra giusto ricordare un altro approccio, meno qualitativo e più quantitativo, ma non per questo filosoficamente meno interessante:

La domanda non è se siamo liberi, ma quanto siamo liberi.
La libertà è il numero di possibili risposte a uno stimolo. Di fronte a una minaccia, ad esempio il bastoncino dello sperimentatore, il lombrico ha solo due risposte possibili, mentre l’uomo ha una enorme ricchezza di reazioni.

Così, grosso modo, si è espresso Edoardo Boncinelli durante un recente convegno.

La libertà è un concetto assai complicato. Una buona idea potrebbe essere semplificare il complicato, cercando di non perdere l’essenziale.

Edgard Varèse, Ionisation

Su segnalazione di Vaaal, lo spettacolare video di Ionisation, notevole composizione di Edgard Varèse.

Il brano è indubbiamente difficile, e uno dei meriti di questo video è, appunto, quello di aiutare l’ascolto: un purtroppo raro esempio di felice matrimonio tra musica e immagini.

Messaggio di servizio

Ho attivato un nuovo plugin, ClickQuote, che dovrebbe semplificare l’inserimento di citazioni all’interno dei commenti.

In pratica, un semplice click su un paragrafo dell’articolo o di un commento ricopia il testo, completo <blockquote> per dargli i margini giusti, nel campo del nuovo commento.

Fatemi sapere se ci sono problemi o malfunzionamenti (e anche se ci sono altri plugin simili).

Per tutta la vita

Lei: Ho deciso di morire.

Luiarrabbiato: Ma cosa diavolo stai dicendo?

Lei: Ti prego, stai calmo.

Luisempre più arrabbiato: Stare calmo? Vieni qui e con un sorriso idiota mi dici “ho deciso di morire” e pretendi che io stia calmo?

Lei: Non pretendo nulla: ti chiedo solo di ascoltarmi.

Lui: Sono disposta ad ascoltarti, ma solo se dici cose intelligenti. E i discorsi vaneggianti di quei cretini dei tuoi amici che sproloquiano a proposito di ciclo vitale, rigenerazione, eventi naturali eccetera non sono intelligenti: sono stronzate, idee del cavolo che adesso è di moda seguire. E tu, come una deficiente, decidi di morire! Per cosa, poi? Perché lo fanno tutti i tuoi amici? Perché è figo? Continua a leggere “Per tutta la vita”

Stiamo dando i numeri

Sentita a SkyTG24:

Si attendono in piazza San Pietro 200000 persone, molte di più dello sparuto gruppo di docenti della Sapienza che ha impedito al Papa di parlare.

Sono d’accordo: 200000 persone sono un numero notevole.
Ma come fa il giornalista a confrontare questo numero con quello dei 67 docenti dell’università?

Oltretutto sbaglia i conti.
Secondo Wikipedia la Sapienza ha 10144 dipendenti (dipendenti, non docenti). I 67 firmatari sono circa lo 0,66% di tutti i dipendenti.
L’appello di Ruini è rivolto a tutta la popolazione italiana: 59337888 persone, sempre secondo Wikipedia. Lo 0,66% di 59337888 corrisponde a 391920 persone.

A voler fare i conti del giornalista di SkyTG24, per eguagliare i 67 docenti servono almeno altre 190000 persone.

Sant’Antonio alla Sapienza rompi le corna alla miscredenza

Grazie a Alessandro Gilioli scopro questa bellissima trilogia di interventi di quello che dovrebbe essere il direttore di Radio Maria, Don Livio Fanzaga, catturati su YouTube da Razionalismo vs Religione.

Se è un falso, è geniale. Se è vero, è ancora più geniale, e io inizio a temere che Sam Harris abbia ragione. Continua a leggere “Sant’Antonio alla Sapienza rompi le corna alla miscredenza”

L’uomo non separi ciò che Dio ha unito

Il matrimonio è, insieme alle multe e ai tassi di interesse, un oggetto sociale: un oggetto che esiste ma che, per esistere, ha bisogno di tracce e di uomini che le sappiano leggere. Una multa esiste: basta non pagarla per accorgersene, però basta riuscire a cancellare tutte le copie e le registrazioni di questa multa perché essa cessi di esistere.

L’ultimo esempio è ovviamente inverosimile: è difficile cancellare tutte le tracce, e in ogni caso rimarranno quelle tracce molto particolari che sono la memoria dei protagonisti. Maurizio Ferraris è infatti costretto a ricorrere a una fantasiosa società di smemorati: il matrimonio è realmente avvenuto se tutti, sposi compresi, si dimenticano completamente della cerimonia e non vi sono firme o altro sui registri? Continua a leggere “L’uomo non separi ciò che Dio ha unito”

Gli intellettuali e gli avvoltoi

C’era una volta nel deserto una carovana che marciava verso occidente. Una voce risuonò dall’alto: “Se andate verso occidente, questa stessa sera cadrete di spada per mano dei predoni. Se invertite la marcia, troverete a oriente una grande oasi, dove si farà festa”.
Tutti udirono la voce. Gran parte la irrise: “Assurde allucinazione del deserto!”. Molti rimasero perplessi, divisi tra desiderio e timore. Pochi dissero “Vediamo se è vero”. I primi, gli increduli, continuarono a camminare verso occidente e caddero trucidati dalla spada dei predoni. I secondi, gli intellettuali, rimasero paralizzati dal dubbio se fosse sensato o no ascoltare una voce dal cielo. Calò la sera, morirono e furono preda degli avvoltoi grandi del deserto. Gli ultimi ascoltarono la voce e fecero festa.

Silvano Fausti, Una comunità legge il vangelo di Luca, Bologna, EDB, 2006, p. 64

Revisionismo storico

Tutta colpa di Paul K. Feyerabend: l’allievo ribelle di Popper, l’anarchico del metodo scientifico, uno che nel 1964 era in cattedra a Berkeley e applaudiva la rivolta degli studenti libertari e antidogmatici.

Feyerabend l’anarchico di Ratzinger“, Il Giornale, 14 gennaio 2008

Caro Imre [Lakatos],
Un paio di giorni fa c’è stata una piccola rivoluzione a Berkeley con circa 200.000$ di danni per vetrine rotte, e per bombe lanciate contro le stazioni di polizia, un poliziotto ucciso, molti feriti; sono stato in strada la maggior parte del tempo mentre questo succedeva, ero molto curioso e sono quasi stato colpito da una pietra; il giorno dopo in entrambe le mie lezioni ho predicato (a) contro l’integrazione (“significa che bisogna far passare tutti attraverso lo stesso tritacarne e tirar fuori fuori esattamente la solita salsiccia puzzolente, tipicamente americana”), (b) contro la “rivoluzione” (che non è affatto una rivoluzione, fa ridere). Slogan (introdotto da me qui, ma inventato dal KPD in Germania del 1929): Il nemico è a sinistra.

Lettera del 20 febbraio 1970 (da M. Motterlini, a cura di, Sull’orlo della scienza, Milano, Cortina, 1995, p. 205)

Se questo è un applauso, la lettera dei 67 docenti dell’Università La Sapienza sulla visita di Ratzinger è una ovazione.

In realtà la posizione di Feyerabend sulle rivolte di Berkeley era molto più elaborata di questa piccola, ma significativa, citazione. Da buon anarchico dadaista, Feyerabend criticò sia le autorità universitarie (e venne ricambiato: pare che Searle cercò di cacciarlo) che i leader studenteschi, rintracciando in entrambi lo stesso autoritarismo; apprezzò, o comunque solidarizzò, con gli studenti.

Carte! Altro che Cartesio

Se sei homeless devi pensare a nutrirti, a non prendere troppo freddo e a trovare un posto dove dormire. Può capitare però di avere altre preoccupazioni (Homeless, With a New Loss: Identity, New York Times, January 8, 2008). Può capitare che qualcuno con i tuoi dati sia stato nello stesso luogo in cui ti trovi ora qualche tempo prima. E così la dottoressa ti dice che sei già stato lì per una overdose. Ma tu non ci sei stato, non è che non te lo ricordi perché eri fatto, non ci sei proprio stato e non fai uso di droghe. Chiedi di vedere la documentazione del ricovero per overdose, ma nemmeno quello puoi fare.

Chiara Lalli, Ladri di identità, Bioetica, 9 gennaio 2008.

Tutto già previsto, diversi anni fa, da un grande filosofo:

… senza offesa, lei è giovane, se ne faccia una scorta, più che può! Le carte sono importanti, sono tutto… ssst!… per sapere chi sei… per farglielo vedere!
Guardi, senza offesa , ne ho quattro borse, ci dormo sopra. Sapete com’è… nella confusione tutti ti fregano le carte. Lasci lì il tuo atto di nascita e… non lo trovi più. Sei rovinato.
È difficile rifarsi una vita… senza essere nato!…
E intanto, da qualche parte, c’è qualcuno che se lo gode il tuo atto di nascita… Ingordi, affamati di identità!
Io non mi posso lamentare, guardi: quello che basta. Ma ce anche chi ne ha più di me. Parlavo con uno così, in confidenza, senza competizione, a un certo punto mi fa: ‘Lei non sa chi sono io!…’ tratratra!… Era tutti. Che invidia!
Mi creda, non bastano mai. È colpa della pace. Troppo ordine.
In guerra c’era un gran casino, potevi sgattaiolare. In pace… non si sta mai in pace. In pace non basta esistere, lo devi dimostrare, ci vogliono le prove. Cogito ergo sum… Carte! Altro che Cartesio!

Giorgio Gaber e Sandro Luporini, Le Carte in Libertà obbligatoria, 1976