Associazioni

Però alcune persone in giro mi hanno fatto delle battutacce che non ho apprezzato. C’è chi ha associato il fatto che sono single al fatto di volere fare sesso in un lift e chissà che cosa ha pensato.

Sembra stupita, Kristin, da fatto che – dopo la pubblicazione su un tabloid1 di alcune sue foto accompagnate dalle risposte ad alcune domande – «tutti ci provano con me» e «mi fanno delle avances».
Sembra stupita e forse lo è davvero. E piacerebbe anche a me essere stupito da questa cosa, perché ci si stupisce delle cose insolite.

  1. Non si tratta proprio un tabloid, ma il senso è quello []

Io non credo niente. Scrivo e basta

Il transito presso lo studio del noto designer mi ha però garantito un misterioso canale privilegiato nel filone della teoria dell’architettura. È da lì che deriva la mia cooperazione con “Vertical Gardens”, che se non altro apprezza in me la preparazione storica e una rara capacità d’inferenza dettata prevalentemente dalla disperazione. Una capacità d’inferenza ben oltre i limiti dell’impostura e dell’assurdo. La necessità di produrre un minimo di reddito mi ha indotto ad annientare il senso del ridicolo. Inutile dire che non ci credo neanche io all’idea che il Laocoonte di Lessing, anno 1766, possa rappresentare una protopoetica del cinema 3D. D’altra parte non posso neanche dire di credere che non sia così. Io non credo niente. Scrivo e basta.

Irene Chias, Esercizi di sevizia e seduzione

Ci sono giorni in cui mi riconosco in questa descrizione.

Figure retoriche

Flicorno! Chi era costui?
Flicorno! Chi era costui?

Le sue parole risuonarono nella mia mente come il cupo assolo di flicorno nel Requiem di Johann Sebastian Bach.

Curioso come si capisca perfettamente il senso di questa frase, nonostante Bach – da quel che mi risulta – non abbia mai scritto un Requiem e, anche se lo avesse fatto, non avrebbe comunque potuto inserirvi un assolo di flicorno, strumento inventato nella prima metà dell’Ottocento.

Qui o altrove

Sto scrivendo un commento a un articolo su un blog e Google, prima che io pigi virtualmente il pulsante “pubblica” mi mette in guardia:

Inviando un commento date il vostro consenso alla sua pubblicazione, qui o altrove.

Che cosa significa “qui o altrove”? Vuole dire che io commento un articolo di Luogocomune.net scrivendo che per me il testo è pieno di cavolate complottiste e Google lo può spostare sul blog di Paolo Attivissimo?

Forse è meglio che le celebrità stiano zitte

Vedendo come – salvo eccezioni – è stata ripresa dai media la notizia della mastectomia di Angelina Jolie e come adesso sta circolando la dichiarazione di Michael Douglas sul suo cancro alla gola causato dal virus del papilloma umano e dal sesso orale, mi convinco che le celebrità farebbero meglio a starsene zitte.
Potrebbe essere l’occasione per parlare seriamente di tumori e test genetici o di malattie sessualmente trasmissibili, ma ho l’impressione che a farlo siano solo quelli che non avrebbero bisogno di simili pretesti. Per tutti gli altri, è solo l’occasione per parlare delle tette di Angelina Jolie e dei cunnilingi di Michael Douglas.

“Non capiscono internet”

Sono abbastanza nauseato dai sedicenti intellettuali della rete che, di fronte a una qualsiasi analisi o proposta politica o legislativa che non condividono e che riguarda internet, la condannano senza appello con la lapidaria sentenza “non capiscono la rete”.

Non perché non sia vero – sicuramente chi fa certe proposte ha scarse conoscenze della rete – ma perché quel “non capiscono la rete” mi risuona come elitario e inconcludente. Come se, invece di cercare le (presunte o reali) difficoltà, dicessero “noi conosciamo internet, noi conosciamo la rete, voi non potete neppure nominarla”.

Mi sento Raffaele Morelli

Avete presente Raffaele Morelli, lo psicoterapeuta autore di molti libri, tutti con la copertina che riproduce la sua effige mentre tiene la mano sugli occhiali?

Ecco, da sabatop sono il possessore di un paio di occhiali “da presbite” che devo tenere soprattutto quando leggo per non affaticare la vista. Li ho sperimentati oggi sul treno per leggere e tutte le volte che me li sono tolti per ammirare il paesaggio – o più prosaicamente per controllare quanto mancasse alla mia fermata – mi sono sentito Raffaele Morelli.
Spero sia solo un effetto temporaneo.

Un personaggio di fantasia può trasformarsi in una disgrazia

Questo mondo non ha bisogno per niente di Superman. Perché? Be’, innanzi tutto, perché Superman è un personaggio di fantasia. Molti di voi a questo punto diranno: «Puah! E dove sta la novità? Ovvio che è un personaggio di fantasia». Ma, sapete che c’è: nel mio mondo (e anche in certe parti del vostro, ne sono sicura) molti pensano che esista realmente. Quello però non è il vero problema. Non mi riferisco qui alla sindrome dell’“amico/salvatore immaginario”. Il vero problema è che quelli che credono nella sua esistenza sono convinti di essere loro stessi Superman. E agiscono di conseguenza. È allora che finisce male. I leader si trasformano in despoti, i datori di lavoro in padroni schiavisti, i credenti in terroristi e i fidanzati in oppressori. Tutto in nome del concetto: “So io quali sono i tuoi interessi meglio di te”. Sì, un personaggio di fantasia può trasformarsi in una disgrazia per l’umanità. E sebbene a volte possa sembrare una cosa buffa, in verità non lo è per niente. È triste. E distruttiva. Per se stessi e per gli altri.

Joumana Haddad, Superman è arabo: Su Dio, il matrimonio, il machismo e altre invenzioni disastrose, Mondadori 2013

Hello Ivo Silvestro

Mi è appena arrivata un’email da Amazon:

Hello Ivo Silvestro,
An updated version of your past Kindle purchase of The Greatest Show on Earth: The Evidence for Evolution by Richard Dawkins is now available.

[…] You can get the updated version of this book by going to Manage Your Kindle. […] All your devices that have the eBook currently downloaded will be updated automatically.

È disponibile una nuova versione di un libro elettronico che ho acquistato e loro gentilmente mi avvisano e mi spiegano la procedura per aggiornarlo. Potrebbero farlo automaticamente, ma – forse memori del passato1 – mi avvisano, lasciando a me la scelta se aggiornarlo o no.
Si tratta, come specificato in una parte di mail che non ho riportato, della correzione di alcuni errori di battitura e della migliore qualità delle immagini: non ci sono nuovi capitoli, ma è comunque un’opportunità interessante.

Quanti librai ti chiamano tre anni dopo (il libro l’ho acquistato nel marzo del 2010) dicendo che c’è una nuova edizione disponibile e se ti interessa avere le correzioni?

  1. Qualche anno fa ritirò un ebook – 1984 di Orwell – dal proprio negozio, cancellandolo dai dispositivi dei clienti che lo avevano già acquistato. []