Tutta colpa della scienza

Come detto, in Isvizzera si è votato sulla diagnosi preimpianto, e alla fine la nuova legge è stata approvata con un certo scorno dei contrari che, a giudicare dalla vignetta pubblicata il giorno dopo dal Giornale del popolo (cattolico) non l’hanno  presa benissimo:

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Al temma della diagnosi preimpianti è dedicato anche il commento della direttrice del giornale Alessandra Zumthor:

[Con la diagnosi preimpianto] si ritira l’umano ed entra il freddo rigore della scienza, che d’ora in poi anche nel nostro Paese si arrogherà il diritto di decidere, nel caso di bambini concepiti con la fecondazione artificiale, quale avrà il diritto di vivere e quale no.

Dal punto di vista della retorica (o della persuasione, come ultimamente si dice) nulla da eccepire: è una bella immagine, quello dell’umano che si ritira per lasciare spazio alla fredda scienza.
Dal punto di vista del contenuto (che mi illudo conti ancora) è però una fesseria, per non dire di peggio. Al di là dell’opinione sulla diagnosi preimpianto, rimane il fatto che a decidere non sarà un’astratta e ovviamente fredda “scienza”, ma delle concrete e calde persone, quelle che scelgono se fare o meno la diagnosi.
Lo sviluppo scientifico e tecnologico ha reso possibile quella scelta, ma di per sé non ha imposto nulla. Non c’è di mezzo alcuna “fiducia cieca e incrollabile nella scienza, cui sempre più si tendono a delegare decisioni che non le spetterebbero”, semplicemente perché le scelte continuano a spettare alle persone.

Ma dare la colpa alla fredda scienza è così comodo.

Naturisti e progressisti

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Quello che mi diverte di più, delle votazioni popolari svizzere, è guardare la propaganda. Uno dei temi su cui si voterà riguarda la Legge federale sulla medicina della procreazione, modifica che permette – a determinate condizioni – la diagnosi preimpianto degli embrioni.

Tema eticamente divisivo, che riguarda questioni come l’eugenetica – che non è di per sé una cosa cattiva –, lo statuto morale e giuridico degli embrioni, la procreazione consapevole e così via.
Questioni complesse, meglio convincere i votanti con argomenti diretti e magari un po’ terrorizzanti. Come gli OGM che anche loro di per sé non sarebbero una brutta cosa, ma evocano brutte cose. E quindi, ecco che il ripugnante mais geneticamente modificato viene associato a un altrettanto ripugnante bambino OGM.

Tralasciando che la legge in votazione non riguarda le manipolazioni genetiche di embrioni umani – che al più possono essere tirate in ballo con un lunghissimo e scivolosissimo piano inclinato –, che cosa accomuna il MON810 alla diagnosi preimpianto?
Risposta facile: la violazione di un (presunto) ordine naturale dell’universo, un ordine in realtà molto umano nel quale non trovano posto procreazione medicalmente assistita, organismi transgenici e, immagino, neppure matrimoni omosessuali.
Non è semplice rifiuto o diffidenza verso le novità, e neppure la ricerca di una qualche volontà divina: è proprio la convinzione di una natura buona e giusta dalla quale non ci si deve allontanare.
Per questo credo non sia giusto descrivere questa ostilità verso le novità tecnologiche e sociali – novità non necessariamente buone, sicuramente non buone a tutti i costi – come conservatrici o integralismo, ma più semplicemente naturiste (con buona pace dei nudisti).

Aggiornamento 24 maggio

Mi segnalano quest’altro manifesto:

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Non ci sono gli OGM; in compenso, abbiamo una specie di Barbie ariana e l’inversione vagamente poetica “estrema legge”.

I dardi di Apollo

Assediare una città per dieci anni rappresenta un problema logistico, oltre che bellico, non solo per gli assediati, ma anche per gli assedianti. Chissà com’erano, le condizioni igieniche, nell’accampamento degli achei durante la guerra di Troia. Non c’è da stupirsi che sia scoppiata un’epidemia.
Ovviamente questa è la lettura moderna, di persone in possesso di un po’ di conoscenze di fisiologia e di patologia. Nell’Iliade l’epidemia ha tutt’altra dimensione, come leggiamo nel primo libro nella ricostruzione di Achille:1

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  1. Versi 495 e seguenti, traduzione di Monti ripresa da Wikisource. []

Geneticamente modificato?

Lo so, è il Tgcom, un sito di “informazione” che molti considerano una valida alternativa a Playboy e Novella 2000, però…

Sta per nascere il primo bebé geneticamente modificato per essere immune dal cancro al seno. Accade in Gran Bretagna dove il piccolo nascerà la prossima settimana all’University College Hospital di Londra. […]
Per questo, insieme con la moglie 27enne, l’uomo ha scelto di rivolgersi ai medici per selezionare un embrione immune dal cancro. […]
Ad aprile sono stati effettuati gli screening e due embrioni dei cinque che si sono rivelati non a rischio di tumore del seno, sono stati impiantati nell’utero della futura mamma.

Tralasciando la differenza tra essere immune e non essere a rischio, ché non voglio fare il pedante, geneticamente modificato fa pensare a una manipolazione del patrimonio genetico del nascituro, non a una semplice selezione degli embrioni.1
È la differenza tra costruirsi un’auto da soli e scegliere il modello che più ci piace dal concessionario, o tra assemblare un computer e sceglierlo tra quelli in catalogo: una differenza che dovrebbe essere chiara anche ai redattori del Tgcom.

Aggiornamento

Pure la Stampa commette lo stesso errore (al quale aggiunge il refuso dell’accento su modificata):

Nascere senza il rischio di ammalarsi di tumore al seno: è con questa particolarità che nascerà la settimana prossima, se tutto va bene, la figlia di una coppia inglese, geneticamente modificatà appositamente con tale obiettivo.

  1. Entrambe le pratiche possono essere moralmente riprovevoli, ma questo non giustifica certo la loro confusione. []

Errori di prospettiva

La contrapposizione tra naturale e culturale, tra lo spontaneo e l’acquisito, è, come molte altre contrapposizioni, meno solida di quanto a prima vista possa sembrare.
Le persone non vivono nell’irraggiungibile iperuranio: nascono sempre in un determinato luogo e nella loro vita vanno incontro a determinate esperienze e non ad altre. Chiedersi quali sarebbero le proprie idee politiche se si fosse nati e cresciuti in Unione Sovietica o negli Stati Uniti è una domanda oziosa, utile per mettere alla prova le proprie certezze, ma nulla di più. L’unico modo per distinguere ciò che è naturale da quello che è culturale è lavorare sulle differenze: ad esempio, dal momento che gli uomini parlano ovunque, si suppone che il linguaggio faccia parte della natura umana e non della sua cultura, ma anche qui è difficile distinguere con precisione. Continua a leggere “Errori di prospettiva”