Il disagio dell’ebreo

Tempo fa sono andato al Piccolo teatro di Milano vedere Il mercante di Venezia di William Shakespeare, regia di Luca Ronconi, scene (notevoli) di Margherita Palli.

Durante la pausa ho sentito una signora dire all’amica: «Ho visto in sala Gad Lerner – poverino, chissà come si sente a disagio, con tutte quelle battute sugli ebrei.»
Tralasciando che si dimostrano immensamente più gretti e vili i cristiani – a iniziare da Bassanio, innamorato del patrimonio di Porzia – dell’ebreo Shylock, credo che il disagio per l’antisemitismo presente nella commedia di Shakespeare non debba riguardare Gad Lerner in quanto ebreo, ma tutti noi in quanto esseri umani.

Cristo e l’olocausto

Trovata in rete:1

Ma come? Gli ebrei negano Cristo e nessuno, nella Chiesa, dice nulla e si prosegue con il dialogo e l’amicizia. Però se un vescovo nega l’olocausto il dialogo si interrompe e l’amicizia finisce. Con che cosa rimaniamo?

Allora: l’olocausto è un fatto storico, l’incarnazione del figlio di Dio non è un fatto storico, ma una verità di fede.
Negare un fatto storico e negare una verità di fede sono cose diverse. Se non cogliete la differenza… beh, inizio a pensare di dovermi preoccupare.

  1. No, la fonte non la cito! []

Non dimentichiamoci che anche Marx era ebreo

Grazie a rosalux trovo un simpatico articolo, dedicato all’attuale crisi economica, significativamente intitolato Il progetto ebraico:

Perché ci si trova oggi a dover precisare l’identità ebraica dei manipolatori della finanza mondiale? Perché esiste appunto una “visione del mondo” che li guida, un progetto di vita sul quale si fondano i dogmi che tutti noi, non ebrei, siamo stati obbligati a condividere dalla fine della seconda guerra mondiale: il primato dell’Economia nella struttura della società, il Mercato come massimo e quasi unico valore (non dimentichiamoci che anche Marx era ebreo).

Marx era ebreo, d’accordo, ma era anche comunista: passi il primato dell’economia nella struttura della società, ma il mercato come unico valore in quale edizione del Manifesto del partito comunista l’ha trovato? Continua a leggere “Non dimentichiamoci che anche Marx era ebreo”

Recensione consuntiva

Ho letto la recensione di Giancarlo Giardina al “libro” Perché non possiamo essere cristiani (e meno che mai cattolici) del “matematico” Piergiorgio Odifreddi.

Quella di Giardina non è una vera e propria recensione: l’autore si limita, giustamente, a discutere quegli aspetti del libro di Odifreddi che lo riguardano maggiormente in quanto filologo (è docente di filologia e letteratura latina a Bologna).
Riassumendo: Odifreddi è un cretino e un antisemita.

Odifreddi è un cretino quando interpreta “poveri di spirito” nel senso di idioti o quando, sempre su basi linguistiche, sostiene che gli ebrei fossero pagani e politeisti: Giardina è preciso e convincente nel liquidare le ardite interpretazioni di Odifreddi, e se devo fidarmi di qualcuno sull’origine del teonimo biblico Eloah nessuno si offenderà se preferirò un filologo a un matematico. Continua a leggere “Recensione consuntiva”

Prima di Trento

Il 39 percento dei polacchi, il 19 degli spagnoli, il 18 degli italiani, il 14 dei francesi e il 13 dei tedeschi sono convinti che gli ebrei siano i responsabili della morte di Gesù Cristo.
Sono i dati di una ricerca della Anti Defamation League.

Curioso che quasi la metà dei polacchi non conosca il catechismo della Chiesa Cattolica: si dice siano molto devoti. E dire che ne hanno avuto di tempo: già nel catechismo del concilio di Trento (art. 62) si legge:

Più strettamente sono avvinti da questa colpa coloro che più di frequente cadono in peccato. Perché se i nostri peccati trassero Gesù Cristo nostro Signore al supplizio della croce, coloro che si tuffano più ignominiosamente nell’iniquità, di nuovo, per quanto è da loro, crocifiggono in sé il Figlio di Dio e lo disprezzano (ibid. 6,6), delitto ben più grave in noi che negli Ebrei. Questi, secondo la testimonianza dell’Apostolo, se avessero conosciuto il Re della gloria, non l’avrebbero giammai crocifisso (1 Cor 2,8), mentre noi, pur facendo professione di conoscerlo, lo rinneghiamo con i fatti e quasi sembriamo alzar le mani violente contro di lui.

Un dato ancora più interessante è il potere degli ebrei: per il 53 percento degli spagnoli, il 49 dei polacchi, il 42 degli italiani, il 28 dei francesi e il 21 dei tedeschi gli ebrei hanno troppo potere nel mondo degli affari. Se avessero chiesto a me, avrei risposto: troppo rispetto a cosa?