Non dimentichiamoci che anche Marx era ebreo

Grazie a rosalux trovo un simpatico articolo, dedicato all’attuale crisi economica, significativamente intitolato Il progetto ebraico:

Perché ci si trova oggi a dover precisare l’identità ebraica dei manipolatori della finanza mondiale? Perché esiste appunto una “visione del mondo” che li guida, un progetto di vita sul quale si fondano i dogmi che tutti noi, non ebrei, siamo stati obbligati a condividere dalla fine della seconda guerra mondiale: il primato dell’Economia nella struttura della società, il Mercato come massimo e quasi unico valore (non dimentichiamoci che anche Marx era ebreo).

Marx era ebreo, d’accordo, ma era anche comunista: passi il primato dell’economia nella struttura della società, ma il mercato come unico valore in quale edizione del Manifesto del partito comunista l’ha trovato?

Il seguito è ancora meglio:

In realtà il “progetto” ebraico riguarda gli “altri”, tutti gli “altri” perché gli Ebrei per quanto riguarda sé stessi hanno sempre messo al primo posto la propria identità come “Popolo” e non si sono dati pace fino a quando non hanno ottenuto, con Israele, il proprio territorio, la propria patria, il proprio Stato. Ma agli altri popoli questo è negato. L’Europa del nazismo, del fascismo, della persecuzione razzista doveva pagare, o meglio non aveva diritto a sopravvivere se non cancellando la sua storia, la sua identità, i suoi sentimenti, i suoi valori, perfino la sua configurazione geografica, per abbracciare totalmente il modello ebraico. È così che è nata l’Unione Europea: eliminando la vecchia Europa.

Quando ho letto che agli altri popoli viene negata la possibilità di avere un proprio stato, ho subito pensato alla Palestina, ma mi sbagliavo (dopotutto, sono arabi: finché si scannano tra razze inferiori non ci sono problemi).
È l’Europa, la cara vecchia Europa, che il progetto ebraico vuole distruggere, o ha già distrutto, tramite l’Unione Europea.

Chi è l’autore di questo bellissimo articolo? L’antropologa Ida Magli.
Poi ci si stupisce che il Manifesto per la difesa della razza sia stato firmato da 180 scienziati. 

6 commenti su “Non dimentichiamoci che anche Marx era ebreo

  1. Posto che la Magli mi piace e che la fonte Blondet è un pazzo furioso, credo che Ida Magli intendesse dire un’altra cosa oltre alle metafore antisemiti che rilevi.
    Il succo, piuttosto, è una apologia del sentimento identitario.

    Se comprendo lei ce l’ha con una mentalità da “progetto ebraico economicista”, non con l’ebraismo in sé. Neppure incolpa- ma non ne sono certo – gli ebrei di questa forma mentale.

    Il modello del “progetto ebraico” le serve da strumento per muovere critiche sentite infinite volte da politici molto diversi.

    Se la prende contro l’annebbiamento dell’IDENTITA’ COLLETTIVA, contro il mercato che regola le istituzioni, contro l’astrattezza della moneta unica, per la tutela dei deboli, per la tutela dei diritti vissuti.

    Con una domanda posta in termini sciocchini mi chiedo: “Questo è di destra o di sinistra?”
    Se al posto di identità collettiva metti le classi sociali hai un vetero-marxista, se sostituisci con popolo o nazione hai l’estrema destra di Fiore.
    La Magli non è Fiore, ma probabilmente preferisce “popolo”- e lo dice.

    Resta l’inquietante omomorfismo tra posizioni così distanti.
    L’inquietudine mi sorge dai problemi di definizione di “popolo”.

    Lo spiego con un fatto personale.
    Io ho avuto molte discussioni sulle leggi a tutela del bilinguismo in atti pubblici dello stato italiano, contro cui sono nettamente contrario.
    L’italiano è la lingua veicolare standard: brutta, mediocre, comoda. Le particolarità locali non si premiano moltiplicando la burocrazia giù dalla torre di babele.
    Ma soprattutto la giustificazione è assurda. Nella mia provincia si deve stampare in sloveno- che pure capisco un po’- e italiano perché… ci sono due comunità! slovena e italiana!

    Ivo, credimi, fino a quel giorno avevo ignorato di appartenere a una “comunità italiana” opposta ad altre comunità.
    Mi accontentavo di vivere dalle mie parti.

  2. @eno: Capisco l’apologia del sentimento identitario, capisco l’identità collettiva che si annebbia eccetera, tutti discorsi che non mi convincono ma che rispetto, capisco anche che Ida Magli possa aver scritto cose giuste e interessanti in passato, ma qui scrive, nero su bianco, che «sono quasi tutti ebrei gli operatori della finanza, compreso il Madoff e i capitalisti di cui sopra, e come è noto lo sono sempre stati anche quando le Borse e le Banche non esistevano, ed erano loro che prestavano soldi ad alto interesse ai poveri».
    Hai ragione tu: se la prende con una visione del mondo (visione che non piace neppure a me), ma lega esplicitamente questa visione del mondo agli ebrei, e qui si va nel puro e semplice delirio.

    Sulle lingue: io vivo in Svizzera, dove ci sono tre / quattro lingue nazionali. Nessuno si sogna di scrivere i cartelli stradali in quattro lingue, ma ogni cittadino ha il diritto di rivolgersi alla confederazione nella propria lingua.

    Buon Natale

  3. Ti farei vedere volentieri un modulo comunale plurilingue. Di solito, ha pure errore di grammatica.

    Beghe confinarie a parte, buon natale Ivo! 🙂
    Marco

  4. io vivo in Svizzera, dove ci sono tre/quattro lingue nazionali
    Infatti oggi hai scritto “placitiappunti”,
    erroren sfizzero.
    Puon Natale, Ivo!
    😉

  5. @eno: Se non ricordo male, Forza Italia aveva sbagliato i manifesti elettorali in tedesco per l’Alto Adige, mischiando due slogan. Il risultato era qualcosa del tipo “Droga più sicura per le strade”, ma non ricordo con precisione.

    @Weissbach: Placiti? Ach, verdammt!

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