Dawkins non si è fermato a Bose

Enzo Bianchi, priore della comunità di Bose, a proposito de L’illusione di Dio di Richard Dawkins:

Ma, prosegue [Dawkins], «la triste verità è che quella religione pacata e onesta è numericamente trascurabile». Frase molto indicativa dei criteri usati per valutare il cristianesimo.

In effetti si cercherebbe invano, nelle quattrocento pagine infarcite di riferimenti a predicatori ignoti al pubblico italiano o anche solo non anglosassone, una disamina attenta e critica al fenomeno religioso e alla testimonianza cristiana nella storia e nel mondo contemporaneo. No, vi si trova solo l’antico vizio di confrontare le proprie teorie (buone, ovviamente) con la prassi (cattiva) degli altri, imputando alla religione qualsiasi comportamento nefasto o incoerente dei suoi seguaci e ascrivendo invece a un inesistente ateo ideale tutti i pregi del libero pensatore.

Enzo Bianchi, Com’è banale questo bio-ateo, “La Stampa”, 21 settembre 2007

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La Verità e le verità

«Questo è un tempo triste per chi non possiede la verità e crede nel dialogo e nella libertà», così si esprimeva recentemente Gustavo Zagrebelsky. E io aggiungerei che è un tempo triste anche per molti cattolici che certo non pensano di possedere la verità ma, pur mettendo la loro fede in Dio e in Gesù Cristo che lo ha narrato, sanno che la verità eccede sempre i credenti: questi la ricercano con una conoscenza sempre limitata, relativa, provvisoria, in attesa che si manifesti pienamente con la Venuta del Signore.

Enzo Bianchi (fondatore e priore della Comunità Monastica di Bose), La differenza cristiana, Einaudi 2006