Dire la verità

Comunicare significa condividere informazioni, legare o costruire insieme conoscenze.
Questa bellissima attività, alla quale l’uomo dedica una buona parte della propria esistenza, avviene esclusivamente attraverso il linguaggio. È tuttavia un errore concludere che il linguaggio serva principalmente o esclusivamente per comunicare, sono molti i fenomeni linguistici poco o per nulla comunicativi: per dirla in poche parole, dal momento che non solo i matti parlano da soli, il linguaggio non serve solo a comunicare.

Se la sua funzione essenziale non è comunicare, a cosa serve il linguaggio?
Una prima e poco soddisfacente risposta è: non serve a nulla, non ha uno scopo preciso. Si tratta semplicemente di un accidente, è il frutto del caso o dell’evoluzione: le ciliegie sono rosse, i cani scodinzolano e l’uomo parla.
Questa affermazione non è ovviamente una risposta: per esserlo, si dovrebbe prima dimostrare che le ciliegie potrebbero essere azzurre, i cani non avere la coda e l’uomo non parlare.

Il linguaggio, come ricorda Maurizio Ferraris, è uno strumento di registrazione e quindi un potente mezzo di costruzione della realtà sociale. Ma Ferraris pensa soprattutto alla scrittura, non al linguaggio orale. E prima ancora della dimensione sociale, è da costruire quella individuale. Forse la funzione principale del linguaggio è la costruzione dell’uomo?

Raffaele Ventura propone una tesi molto interessante: il linguaggio serve a mentire, è un ottimo strumento per raccontare cose non vere, mentre è poco o per nulla adatto a raccontare la verità.
Una menzogna è diversa dall’errore: il bugiardo sa di mentire, di raccontare cose non vere, mentre l’ignaro semplicemente si sbaglia, racconta il falso credendolo vero. Se la funzione principale del linguaggio è mentire, dovrebbe essere palese la sua falsità. Eppure non è così.

A cosa serve il linguaggio? A registrare? A costruire? A mentire? Oppure non serve a nulla, e la domanda è solo un abbaglio?
Il linguaggio nasce dall’attesa: quando la reazione non è più immediata, si ha il linguaggio. Quando il grido di dolore e il dolore che l’ha causato cessano di essere concomitanti, allora vi è linguaggio, e il grido non è più espressione, ma racconto.
Forse, banalmente, il linguaggio serve a raccontare. Il linguaggio permette di costruire racconti che non servono a nulla, che vengono registrati, sui quali è possibile costruire identità personali e collettive (i curricola non sono altro che racconti), storie che permettono anche di mentire e, a volte, di osservare la falsità di tutti i racconti.

2 commenti su “Dire la verità

  1. Vorrei un vostro personale commento al noto aforisma di Oscar Wild: “Datemi una maschera e vi dirò la verità”…
    Grazie
    Un grande Sorriso…

  2. Un commento personale?
    Direi che noi tutti, in realtà, portiamo sempre una maschera e quindi il concetto di verità è, in questo senso, relativo.
    Cosa poi intendesse Wilde, non lo so.

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