O mia bela Madunina

Leggo sul sito dell’UAAR:

Fino alla costruzione del grattacielo Pirelli, la Madonnina collocata sulla guglia più alta del Duomo di Milano rappresentava il punto più alto della città: 108,5 metri. Nel 1960, tuttavia, il grattacielo Pirelli la superò, dall’alto dei suoi 127,40 metri: ma una miniatura della Madonnina fu comunque collocata in cima. La stessa cosa è accaduta ora per il Pirellone-bis, seconda sede della Regione Lombardia, destinato a raggiungere i 161 metri d’altezza: l’altro ieri, quando la costruzione ha raggiunto il trentacinquesimo piano, il presidente della Regione, Roberto Formigoni, ha collocato una targa che ricorda l’altezza (e quindi il superamento) del grattacielo Pirelli. E non ha trascurato di collocare anche lì una piccola riproduzione della Madonnina, che sarà costantemente spostata verso l’alto man mano che la costruzione procederà verso i 161 metri. Secondo Formigoni, la Madonnina è un “simbolo religioso e civile di Milano e della Lombardia”. Il circolo UAAR di Milano ne ha già chiesto la rimozione, in quanto “la sua presenza in un edificio amministrativo della Regione Lombardia è uno schiaffo al principio della laicità dello Stato”.

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Dove sono i milanesi?

Dove sono i milanesi? Niente improponibili discorsi di purezza delle origini, non dimentichiamo che Sant’Ambrogio è nato a Treviri; mi accontento di quelli cresciuti sotto la Madonnina (chissà se continuerà a dominare Milano anche dalla cima dei nuovi grattacieli in costruzione, come un tempo dal Duomo e adesso dal Pirellone?). Continua a leggere “Dove sono i milanesi?”

Quattro secoli dopo

GalileoLa sala dell’Arciconfraternita del Museo Diocesano di Milano ha ospitato quattro serate dedicate a Galileo Galileo.
Il direttore del museo ha ricordato che quella sala, un tempo, era la sede dell’inquisizione. L’inquisizione che, poco meno di quattro secoli fa, costrinse Galileo ad abiurare, oggi lascia lo spazio a una riflessione sull’eresia della parola.

Non so dire perché, ma questo pensiero, più delle belle parole di Giulio Giorello, Sergio Givone e Aldo Giorgio Gargani, mi ha rallegrato. Per uno strano effetto, finito l’interessante incontro, ho sentito il bisogno di camminare e ammirare Milano: dal Museo Diocesano, in Corso San Gottardo, sono arrivato fino a Piazza Cavour: le colonne di San Lorenzo, via Torino, il Duomo, la Galleria, piazza della Scala, via Manzoni.
Milano a volte è una città terribile. Questa sera, non so dire perché, è stata adorabile.

Milano, 25 luglio 2006

L’imperatore romano Tito Flavio Vespasiano, meglio noto come Tito (per differenziarlo da Tito Flavio Vespasiano meglio noto come Vespasiano: che fantasia questi romani!) resse le sorti dell’Impero Romano dal 79 all’81 e dovette affrontare, tra le altre incombenze, la disastrosa eruzione del Vesuvio.

La piazza che Milano gli ha dedicato non ha, per fortuna, nulla di disastroso. Vicino a Tito Livio, che visse circa un secolo prima, a Tertulliano e a Lattanzio, nati rispettivamente uno e due secoli dopo, piazza Imperatore Tito è un piccolo angolo di verde dotato di panchine e spazio giochi per bambini. Continua a leggere “Milano, 25 luglio 2006”