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Ivo Silvestro

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GalileoLa sala dell’Arciconfraternita del Museo Diocesano di Milano ha ospitato quattro serate dedicate a Galileo Galileo.
Il direttore del museo ha ricordato che quella sala, un tempo, era la sede dell’inquisizione. L’inquisizione che, poco meno di quattro secoli fa, costrinse Galileo ad abiurare, oggi lascia lo spazio a una riflessione sull’eresia della parola.

Non so dire perché, ma questo pensiero, più delle belle parole di Giulio Giorello, Sergio Givone e Aldo Giorgio Gargani, mi ha rallegrato. Per uno strano effetto, finito l’interessante incontro, ho sentito il bisogno di camminare e ammirare Milano: dal Museo Diocesano, in Corso San Gottardo, sono arrivato fino a Piazza Cavour: le colonne di San Lorenzo, via Torino, il Duomo, la Galleria, piazza della Scala, via Manzoni.
Milano a volte è una città terribile. Questa sera, non so dire perché, è stata adorabile.

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  1. Marcoz 29 Novembre 2007 at 08:48

    Quando abitavo a Milano mi è capitato spesso di fare a piedi lo stesso percorso, durante le ore meno caotiche della città.
    Credo di capirti perfettamente.

    Buona giornata

  2. art2 30 Novembre 2007 at 03:14

    L’approccio – positivo o negativo – con la propria città, interdipende col proprio stato d’animo.
    A giorni “odio”, in altri “amore”: ma la rievocazione di una figura così emblematica, come quella di Galileo, con molta probabilità, avrebbe indotto chiunque al buon umore..
    Saluti.

  3. Kirbmarc 30 Novembre 2007 at 09:31

    Spero che non ci vogliano quattro secoli perchè gli Iraniani legggano un libro di Salman Rushdie in unluogo pubblico.
    Certo,il paragone è ingiusto per Galileo…

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