Giulio [Giorello]: Di fatto, non vi è nulla di più artificiale, di più culturale della definizione di naturale. In termini generali potremmo dire che la natura non è altro che l’insieme dei “poteri” delle cose, ovvero l’insieme dei fenomeni di cui facciamo esperienza. Sotto questo aspetto, l’artificiale è natura quanto qualsiasi altra cosa. Per fare un celebre esempio, la nave che costruiamo sta a galla per le stesse leggi dell’idrostatica che consentono a un albero sradicato dal vento e caduto in acqua di galleggiare. O, se si preferisce, il grano che coltiviamo a scopo alimentare produce le sue spighe sulla base di quegli stessi principi che consentono alla rosa selvatica di fiorire. Nemmeno i cosiddetti OGM eludono i vincoli della fisica e della biologia! Se fossero davvero “innaturali”, non vi sarebbero. Quando si contrappone naturale ad artificale, si vuole fare intendere che sia non naturale tutto ciò che è squisitamente umano, cioè ottenuto dalla volontà, dall’intelligenza e dalla forza dell’Homo sapiens, il quale è appunto anche faber – come se, castori a aparte, la capacità tecnica non fosse a sua volta una componente della natura, qualcosa che è emerso, assai lentamente, nel processo evolutivo.[…]
Umbero [Veronesi]: Natura, quante sciocchezze di dicono in tuo nome!
Giulio Giorello, Umberto Veronesi, La libertà della vita, Milano, Raffaello Cortina Editore, 2006, pagg. 30-35