Lo stato e chi lo governa

Alpha: Posso farti una domanda?

Beta: Intendi un’altra, oltre a quella se puoi farmi una domanda?

Alpha (facendo finta di non aver sentito): Che cosa ascoltavi l’altra sera?

Beta: Intendi prima di addormentarmi? Un audiolibro. Ho sottoscritto un abbonamento di prova e devo dire che non è male, anche se ogni tanto mi distraggo — magari perché il ritmo è troppo lento — e mi perdo qualche parte…

Alpha: Tipo quando russavi? Comunque che libro, o audiolibro, era?

Beta: La svastica sul sole di Philip K. Dick. Hai presente, il romanzo distopico, dove le forze dell’Asse hanno vinto la Seconda guerra mondiale e gli Stati Uniti sono spartiti tra Germania e Giappone…

Alpha: Ma non l’avevi già letto?

Beta: Sai che non lo so. È una di quelle opere che, tra citazioni, rimandi, analisi e omaggi uno fa confusione e non si ricorda più se l’ha letta direttamente o se ne ha solo sentito parlare. In ogni caso adesso l’ho ascoltata. E mi è piaciuto molto: un testo affascinante.

Alpha: Non so: la parte che hai ascoltato l’altra sera non è che mi convincesse molto…

Beta: Aspetta, che capitolo era… credo il decimo. Ah sì, parlava di Churchill.

Alpha: Esatto.

Beta (ricupera un’edizione cartacea dalla libreria): «Churchill è stato l’unico grande leader che gli inglesi abbiano avuto durante la guerra; se lo avessero lasciato al governo, adesso starebbero molto meglio. Te lo dico io: uno Stato non è migliore di chi lo guida».

Alpha: Non mi convince.

Beta: Tieni presente che a pronunciare queste parole è Joe, un camionista fascista – anche se in realtà si rivelerà essere…

Alpha: Non anticiparmi i colpi di scena. Comunque credi davvero che uno stato non sia migliore di chi lo guida? Te lo chiedo al di là del romanzo, dove immagino l’interrogativo riguardasse gli Stati Uniti, per metà a guida tedesca e per metà giapponese…

Beta: Immagino dipenda dalla forma di governo. Voglio dire: una monarchia si ritrova alla guida l’erede al trono. Può andare bene, e in quel caso chi è al governo è migliore dello stato; ma può anche andare male, e in quel caso lo stato — l’amministrazione statale, ma anche la società civile — sarebbe migliore di chi lo guida, evitando le derive peggiori.

Alpha: E per le democrazie?

Beta: Direi che in quel caso il principio è vero: chi sta al governo è eletto dalla maggioranza, per cui la rappresenta. Nel bene e nel male.

Alpha: Però lo scopo dovrebbe essere scegliere la parte migliore della società. Quindi in democrazia chi governa dovrebbe essere migliore di chi è governato.

Beta: Direi che i fatti smentiscono questa teoria. Voglio dire, guarda cosa succede in (inaudibile causa rumori del traffico), o in (ancora inaudibile), o negli (inaudibile).

Alpha: Non ricordavo tutto questo traffico, sotto casa. Comunque hai ragione, a volte il meccanismo si inceppa e si sceglie la parte peggiore di sé.

Beta: Non è che si inceppa, è che secondo me la gente non vota la parte migliore o peggiore di sé, non cerca qualcuno che sia migliore, o peggiore, di sé.

Alpha: E che cosa vota?

Beta: Vota i propri desideri. Vota quello che vorrebbe essere ma non può. Le proprie aspirazioni.

Alpha: E quindi?

Beta: E quindi a volte uno aspira a essere migliore di sé stesso, ha il coraggio di credere in qualcosa di più grande, di bello e di giusto. Altre volte, invece, ha aspirazioni diverse. Più misere, direi.

2 commenti su “Lo stato e chi lo governa

  1. In generale la gente vota non chi vorrebbe essere, ma chi le somiglia, pensando: “È come me, perciò ha i miei problemi, capisce i miei problemi, quindi mi rappresenta, rappresenta i miei interessi”. Fino a qualche tempo fa, si cercava la somiglianza nelle virtù. Da quando i difetti (la superficialità, l’ignoranza, il razzismo, il bigottismo) vengono rivendicati con orgoglio, la somiglianza viene cercata nei difetti. Il risultato è lì da vedere. Fra l’altro, proprio nel Governo italiano nominato in questi giorni.

  2. Non è incompatibile con quanto sostenuto da Beta: le persone votano secondo i propri desideri, e ovviamente i desideri rispecchiano la persona che uno è. Ho invece qualche dubbio sulle virtù e i vizi elencati, perché si potrebbe capovolgere la situazione: i vizi sono l’intellettualismo e il buonismo, le virtù la semplicità, la tradizione eccetera…

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