Quando due cose diverse si muovono nella stessa direzione, si ha la convergenza: due strade convergono nel senso che conducono allo stesso punto, i desideri di due amanti convergono sulla stessa persona, nel senso che entrambi sono innamorati della stessa persona, e così via.
In tecnologia, si ha convergenza quando due tecnologie diverse, nate per scopi diversi, permettono di compiere azioni simili se non identiche.
Guardare un DVD con il computer è un esempio, molto banale, di convergenza.
La convergenza, aprendo nuove possibilità di utilizzo, è un’ottima cosa. Come tutte le buone cose, tuttavia, c’è chi ne abusa e chi, soprattutto, tende a ipostatizzare la convergenza, teorizzando un roseo e paradisiaco futuro di convergenza totale e assoluta.
Ecco perché, in certi casi, bisogna dirsi contro la convergenza: per salvarla dagli eccessi, dalle idealizzazione e dalle incomprensioni.
Tecnologie e oggetti
Una prima incomprensione riguarda i soggetti coinvolti. Sono le tecnologie a convergere, non gli oggetti.
Il fatto che con un computer sia possibile telefonare, non significa necessariamente che, in futuro, i telefonini sostituiranno i computer.
Il fatto che i telefonini possano funzionare come lettori mp3, non significa necessariamente che, in futuro, questi ultimi spariranno in favore dei cellulari.
La convergenza riguarda tecnologie e, soprattutto, informazioni.
La vera convergenza tra cellulare e computer non è tanto la possibilità di telefonare con il computer, quanto il poter avere, ad esempio, una rubrica centralizzata su entrambi i dispositivi o il poter iniziare una conversazione dal computer e continuarla sul telefonino.
La vera convergenza tra cellulare e lettore mp3, similmente, consisterà nel sentire, all’arrivo di una telefonata, la musica abbassarsi e una voce gradevole annunciarci il nome della persona che ci sta cercando.
La convergenza deve infatti saldarsi con la sinergia: prima ancora di fare le stesse cose, due tecnologie devono comunicare, interagire. Avere un telefonino in grado di riprodurre brani musicali è forse una bella cosa, ma se non posso caricare i brani e le playlist che ho già sul mio lettore mp3, dove è il vantaggio?
Specialità della casa
Il mondo dei ristoranti è molto vario: ci sono ristoranti cinesi, brasiliani, indiani, pugliesi, etiopi, messicani, giapponesi, bergamaschi, indonesiani, toscani, egiziani, ci sono pizzerie, spaghetterie, steakhouse, ristoranti famosi per il pesce di mare, per la cacciagione o per i formaggi.
E poi ci sono le tavole calde di Milano: quei posti dove lunedì trovi la ribollita e le troffie al pesto, martedì pasta alla carbonara e brasato con polenta, mercoledì riso alla cantonese e kebab, giovedì tacos e anatra al curry, venerdì, infine, spaghetti ai frutti di mare e scaloppina di vitello. La qualità dei piatti va dal discreto al buono al molto buono, eppure nessuno va in una tavola calda per mangiare il brasato o gli spaghetti ai frutti di mare. Come mai?
Evidentemente la qualità si accompagna alla specializzazione e non alla generalizzazione, e non è neppure una sorpresa: se devo fare solo due o tre cose, avrò modo di migliorare la tecnica, se ne devo fare una decina avrò meno tempo per apprendere i segreti del mestiere, se ne devo fare un centinaio la qualità sarà l’ultima delle mie preoccupazione.
Questo principio vale ovviamente anche per gli oggetti tecnologici. Un unico apparecchio che incorpora le funzioni di telefono, navigatore satellitare, orologio, sveglia, calcolatrice, agenda, rubrica, macchina fotografica, che è in grado di registrare, riprodurre e archiviare suoni, immagini e filmati, scrivere testi, leggere e spedire email, giocare a scacchi e navigare in internet non può evidentemente fare tutto questo nel migliore dei modi possibili.
Per convincersene, basta considerare i cassetti della cucina. Vi si trovano, tipicamente, coltelli per il pane, per l’arrosto, apribottiglie, cavatappi, forbici, coltelli da tavola, da pesce, da dessert. Perché tutta questa varietà, quando un semplice e piccolo coltello svizzero può sostituire tranquillamente tutti questi oggetti?
Pro e soprattutto contro
Prendiamo due oggetti tecnologici che, secondo alcuni, ben presto dovrebbero convergere in un unico oggetto: cellulare e lettore mp3.
Quali sono i vantaggi?
Uno solo: avere un unico oggetto in tasca invece di due.
Quali sono gli svantaggi?
Breve elenco rapsodico.
- Durata della batteria: non è più possibile ascoltare musica fino all’esaurimento delle batterie e poter comunque telefonare.
- Minore possibilità di scelta: se adesso ci sono venti modelli di telefonini e venti modelli di lettori mp3, difficilmente domani ci saranno 400 modelli di telefonini con lettore mp3 incorporato.
- Difficoltà di utilizzo: per quanto ci si possa sforzare, più funzioni significa anche più comandi e quindi maggiore difficoltà di utilizzo.
- Maggiori costi: una persona pienamente soddisfatta dal proprio cellulare ma insoddisfatta dal lettore mp3 dovrà necessariamente sostituire tutto, anche il telefonino, con maggiori costi.
- Legato al precedente, ma leggermente diverso: in caso di furto, avranno rubato sia il cellulare che il lettore mp3, anziché uno solo dei due.
- Per telefonare è sufficiente un piccolo schermo a bassa risoluzione, mentre sono necessari molti tasti; per scegliere un brano da ascoltare e organizzare una playlist con diecimila canzoni a disposizione serve un display più grande, ma bastano pochi tasti; per guardare fotografie e filmati servono anche un ottimo contrasto e una buona risoluzione.
Alcuni di questi svantaggi sono superabili senza eccessivi sforzi tecnologici: è possibile ovviare all’ultimo punto (le diverse necessità di cellulari e lettori mp3 per quando riguarda dimensioni dello schermo e numero di tasti) tramite, ad esempio, uno schermo sensibile al tatto che si ridisegna a seconda delle necessità.
I cellulari, in conclusione, non sono inadatti a svolgere alcune funzioni dei lettori mp3, ma sono sicuramente inadatti a sostituire i lettori mp3, almeno per la totalità delle persone.
Dubito che tutto convergerà, o almeno lo spero 🙂