Dario Bressanini, in un lungo e interessante post dedicato a OGM e mutazioni genetiche, si scaglia contro alcuni preconcetti, uno platonico:
Moltissime persone hanno un’idea quasi platonica del concetto di “specie vivente”. Come se i diversi individui di una specie, il rinoceronte ad esempio, non fossero altro che “realizzazioni di un’essenza”, di una rinocerontitudine che esisterebbe immutabile ed eterna nel mondo delle idee. Questa visione è completamente sbagliata, ma è indubbio che sia molto radicata, a livello quasi inconscio, in una larga fetta della popolazione e porta a ritenere sbagliati e “innaturali” degli scambi genetici tra specie attualmente diverse. Ad essere sbagliata però è proprio questa idea di immutabilità di una specie.
e l’altro disneyano:
Naturale, quindi non pericoloso, nella logica semplice e ingenua di chi ha una visione “disneyana” della natura benigna.
Secondo me c’è molto Disney e poco Platone, ma forse lo dico per partigianeria filosofica (per quanto, filosoficamente parlando, sia più vicino all’antiplatonismo che al platonismo).
Rimane il fatto che quello di natura sta diventando uno dei concetti più oppressivi attualmente in circolazione. Sarebbe forse più corretto dire che sta diventando uno dei preconcetti più oppressivi, perché di questo si tratta: “natura” non è qualcosa di esplicito e ben definito, ma di sfumato e vago.
Il problema è: come affrontare questi preconcetti?
Prosegue Dario:
È per questo che la battaglia per l’accettazione delle biotecnologie è anche una battaglia culturale, intimamente connessa alla battaglia per l’accettazione e comprensione diffusa dell’evoluzionismo. Una battaglia che gli scienziati non si possono permettere di perdere.
Più che una battaglia culturale, io parlerei di battaglia democratica o politica; il problema, infatti, non è tanto come far cambiare idea alle persone, attività secondo me potenzialmente molto pericolosa (alcuni, sicuramente animati dalle migliori intenzioni, hanno parlato di «bonificare l’opinione pubblica», come se le teste delle persone fossero dei terreni paludosi), piuttosto il problema è come far sì che, in sede democratica, sopravvivano solo le idee migliori.
Quando ero studente ebbi modo di assistere a un dibattito sull’intelligenza collettiva. Vi eran due relatori: uno, l’ottimista, la presentava come una conquista oramai a portata di mano; l’altro, lo scettico, la vedeva come una sfida molto impegnativa. A me, adesso, sembra un fallimento.
Detto cosi’ sembra sempre che si stia combattendo battaglie di idee.
In realta’ il punto e’ che bisognerebbe cambiare il modo in cui la gente giudica le idee. Le “prove” del darwinismo sono schiaccianti, non e’ questione di partigianeria per una tesi o per l’altra, il punto e’ che la gente non sa valutare correttamente la validita’ di una tesi. Esattamente come nel caso degli OGM e dei cibi trattati con radiazioni (notate: non sto dicendo fra OGM e non-OGM; ma se avete letto il post di Dario avrete capito) non si tratta di una disquisizione “politica” o “filosofica” in cui ci sono mille fattori in gioco e quindi e’ difficile decidere da che parte stare.
Perche’ ovviamente, se la gente non capisce la differenza abissale fra darwinismo e ID, poi anche, e a maggior ragione, in ambiti piu’ “sottili” e delicati, come appunto la politica, ci si ritrova in “terreni paludosi”. E la situazione politica italiana attuale sembra proprio la firma precisa del fallimento di cui dici.
Ecco perché ho scritto “quasi” Platonica 😉
Non sapevo come altro chiamare questa idea che molti hanno che le specie vegetali siano sempre esistite, immutabili. “Fissismo” ? Non a caso si sente dire da molte parti, erroneamente, che l’uomo si è evoluto (quindi non si nega l’evoluzione per l’uomo) adeguandosi a pomodori e peperoni (che invece non esistevano)
ciao Dario
p.s.: ero sicuro che avresti commentato l’accenno a Platone 😉
Dunque, la battaglia per gli Ogm è una battaglia contro l’oscurantismo. Quella per il nucleare è una battaglia contro l’oscurantismo. Chi è a favore porta argomentazioni scientifiche. Ma perché quando ci sono articoli e pubblicazioni (magari uscite su Nature) che instillano dubbi contro gli Ogm o il nucleare, gli illuministi li ignorano?
Perché chi si oppone è un antirazionalista new age e chi li favorisce è un illuminista razionale? Si potrebbe infatti ribaltare l’argomentazione. Per gli “illuministi” (capisci’amme), i geni sono entità atomiche – quindi indivisibili e quasi platoniche – che possono essere spostate e modificate come se fossero perle di una collana, l’una indipendente dall’altra. Basta vedere come la Stampa la settimana scorsa ha trattato gli Ogm. Il disegno di come sono inseriti nel genoma i geni “giusti” è vergognoso.
Per gli Ogm e il nucleare non sono né a favore né contro (tanto non avranno alcun senso tra qualche decennio), ma sono potentemente infastidito dall’atteggiamento antiscientifico dei contrari o dei sostenitori dell’uno o dell’altro. Fare una battaglia di certezze contro dubbi significa ignorare l’essenza stessa della ricerca, e affrontare il tutto con un fervore religioso. degno di miglior causa.
Anche io ho il sospetto che la visione che molti hanno della natura sia molto più legata a Walt Disney che a Platone… temo che quando sentono parlare di evoluzione immaginino, al massimo, che fra qualche millennio le mucche parleranno veramente, come già fa Clarabella. 🙂
(scusa, lo so che il commento non è all’altezza del dibattito filosofico, ma abbi pazienza, non so’ filosofa, io volo molto più basso!)
@hronir: Quello che dici è giusto, ma io mi chiedo: è giusto pretendere che le persone debbano diventare esperte in un determinato campo? Distinguere tra argomentazioni e pseudoargomentazioni può essere alla portata di tutti, ma altri aspetti più tecnici?
@Dario Bressanini: Quel “platonico” era un trabocchetto! 😉
Comunque, platonico è corretto, solo non credo che Platone sia stato molto letto da chi è, in questo senso, platonico…
@Marco Ferrari: Per come la intendo io, le buone ragioni per essere contrari agli OGM o al nucleare eccetera devono venire prese in considerazione; il problema è che, riferendosi al nucleare, quanti sono contrari perché anche l’uranio finirà e i costi di realizzazione e smaltimento sono alti (due buone ragioni a caso) e quanti perché una centrale può esplodere radendo al suolo tutta l’Europa?
@galatea72: Questo discorso su Walt Disney meriterebbe una analisi più approfondita, secondo me.
Hai detto in poche parole quello che volevo dire io. Quanti sono contrari agli Ogm perché fanno male alla salute – cosa non dimostrata? Ma quanti sono favorevoli agli Ogm o al nucleare perché salveranno il mondo dalla fame (di cibo o energia) – altrettanto indimostrata?
Se dobbiamo contrapporre due visioni del mondo, che siano almeno coerenti e anche soltanto vagamente rispondenti alla reltà.
Marco: di scienziati favorevoli agli ogm perche’ “salveranno il mondo dalla fame” non ne conosco neanche uno. Cosa ben diversa e’ sostenere invece che possono essere utili per determinati problemi.
In ogni caso, detto tra noi, a me piu’ che della fame nel mondo interessano gli ogm che possono servire all’agricoltura Italiana, quindi lasciamo perdere fame, cecita’ e cose del genere. Se la vedranno direttamente asiatici e africani e giudicheranno loro se gli servono o meno.
Se come dici giustamente tu non ci sono problemi sanitari, tutto il castello dell’opposizione nostrana cade, e quindi per restare in piedi ne fanno una questione ideologica scagliandosi contro un bersaglio che nessuno scienziato serio ha mai issato.
L’opposizione nostrana agli Ogm (almeno quella che appare in televisione) è fatta di una congerie curiosa e raffazzonata di personaggi di destra che si sono uniti a verdi dalle conoscenze quanto meno traballanti. E i favorevoli sono personaggi altrettanto dubbi, i cui legami con l’industria sono quanto meno poco chiari. Quello che anche Ivo ha detto è che ben poche sono le argomentazioni che mettono in discussione le certezze da una parte e dall’altra, con i favorevoli che fanno la figura dei tecnottimisti alla Regge o alla Lomboirg e gli oppositori che sembrano tutti ex-hippy New Age. Non è così, ma la polarizzazione sembra convenire agli uni e agli altri.
E ripeto, è la certezza della propria posizione che mi fa venire l’orticaria.
Marco Ferrari
Mah, se devo fare una statistica (del tutto personale ovviamente, dati i piccoli numeri) sugli “oppositori” agli ogm che visitano il mio Blog, devo dire che vincono in stragrande maggioranza quelli “di-sinistra-contro-le-malefiche-multinazionali”
Sulla certezza, non e’ che dobbiamo sempre mettere in dubbio tutto. Se chiedi a qualche fisico se e’ sicuro che l’energia si conserva ti dira’ di si, anche se la cosa non e’ certa al 100%. Eppure c’e’ chi crede alla free-energy.
Non sono le “posizioni” che sono certe, ma, come nella polemica sull’evoluzione, sono i fatti, e solo da questi si deve partire per costruire la propria posizione, lasciando da parte visioni “platoniste” (platoniche?) e “disneyane” sulla natura, che pero’ sono quelle che in larga parte formano il substrato su cui molti vanno a costruire la propria posizione, invece che sui fatti.
Dario
Ma se invece di fare battaglia per la rieducazione di massa si facesse un po’ di pulizia lessicale?
Magari spiegando che natura delle cose è un termine giuridico, natura degli enti un nozione filosofica e natura incontaminata un’isola croata piena zeppa di turisti ‘striaci e todeschi?
Dario, tu lavori in un organo di stampa di alto livello, e sai bene quali siano i meccanismi di creazione delle notizie e quelli di produzione scientifica. Sai che ci sono vari livelli di certezza: assoluta o quasi (la termodinamica, molta della fisica, evoluzione) e relativa (interazione genetica-ambiente, conseguenze delle applicazioni tecnologiche). Su queste ultime bisogna ragionare a fondo, con dati e articoli. E su questi bisogna scrivere articoli con le due campane. Sulle prime no: io non parlo con i creazionisti. È inutile.
Marco
@eno: Favorevolissimo a fare pulizia lessicale, ma si ritorna al vero problema: come? Mettersi a spiegare che “natura delle cose è un termine giuridico, natura degli enti un nozione filosofica” eccetera non è una strategia molto convincente. Puoi provare a proibire determinate parole, ma così si arriva al newspeak di Orwell…
@Dario e Marco: Sono un moderato amante dei festival, ivi compreso quello della Scienza di Genova. Salvo eccezioni, è sempre terribile il momento delle domande alla fine dei dibattiti; e stiamo parlando di un pubblico selezionato: se uno va al festival è perché è, almeno in parte, già attento e interessato.
Non è per fare lo snob, ma non credo che i discorsi e le distinzioni che state facendo possano venire comprese da molti, vuoi per limiti di tempo, di interesse o altro.
Mi pare un po’ catastrofico citare Orwell. Soprattutto, è fuori luogo: la neolingua occulta i significati DELLE COSE nelle pieghe della propria retorica( pertinenza della pragmatica, non della semantica ), non un linguaggio in cui ci si curi di definire il significato DELLE PAROLE.
La libertà dei termini che prospetti, poi, non esiste. Esiste solo se uno ci vuole credere.
Esempi.
Natura è usato in senso univoco nella tradizione tomista, in senso univoco dai fisici, in senso univoco da biologo. Nulla di strano, perché c’è una pattuizione iniziale sul senso delle parole.
E’ così peregrino ricordare che il linguaggio tecnico esiste solo in una comunità di ricerca dotata di certe regole?
La libera triangolazione dei significati in una infinita proliferazione di idioletti, figurati, non esiste manco nel linguaggio comune.
La “libera variazione” non s’è mai osservata: è postulata, immaginata o asserita, ma di fatto ogni scivolamento semantico è motivato e comprensibile.
Eno
@eno:
Premesso che, probabilmente, ci voglio credere: di preciso, quale libertà prospetto, io? 😉
Il solito relativista…
( è domenica mattina, adeguiamo il lessico al sonno nei miei occhi 😛 )
Mi riferisco all’impossibilità di chiarirci sul significato di termini astratti come “natura”.
Forse non è convincente dire: “Natura degli enti è un termine filosofico”, ma basta chiedere: “Natura come lo intendi ora, in che contesto lo usi di norma? e per rispondere a quale domanda? sei sicuro che le questioni siano le stesse?”
@eno: (credevo di aver già risposto a questo commento: mi sa che sto rimbambendo).
Sì, puoi fare così ma, retoricamente, rischia di essere una mossa perdente, e la politica è, in buona parte, retorica (qui, più che relativista, sono nichilista – sarà che è venerdì sera).
Sottoscrivo. Touché.
Resta solo il dubbio: “Le discussioni su natura&co. sono politiche o sono solo pretenziose?”
@eno: Nel mio caso, pretenziose. Nel caso di Pecoraro Scanio, non lo so.