Elizabeth Brake, su Ethics (Ethics 120 (January 2010): 302–337), propone una teoria minimale del matrimonio (minimal marriage).
Il riferimento del titolo è allo stato minimo di Nozick, ma la giustificazione del matrimonio che viene fornita è rawlsiana.
Il matrimonio minimo ha poco a che fare con i matrimoni attualmente esistenti, che sono giuridicamente molto più pesanti e limitati.
Semplificando molto, si tratta della possibilità di attribuire ad altre persone, volendo anche più persone, alcuni diritti di cui gode il singolo, senza danni diretti per altri soggetti.
La giustificazione, come dicevo, è rawlsiana: le relazioni personali non sono soltanto molto importanti, ma costituiscono un aspetto fondamentale della vita delle persone, e fanno quindi parte di quelli che Rawls chiama beni primari (primary goods). La società è quindi tenuta a riconoscere e dare valore a queste relazioni.
È questo aspetto il più interessante: il passaggio dall’individuo, isolato, alla persona, che vive in una fitta rete di relazioni con altre persone, senza per questo arrivare al comunitarismo.