Forse il problema non è il progetto intelligente – forse il problema sono i racconti che, alla ricerca di facile fascino, ignorano la scienza. Eppure scrivere storie scientificamente corrette non dovrebbe essere poi così difficile…
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Facilissimo non è, più difficile è trovare chi le scriva.
Ma come si fa, nel 2010, a non sapere che Pikachu si evolve da Pichu quando la sua felicità è pari o superiore ai 220 punti ed evolve in Raichu usando la Pietratuono? Ma dai! Vergognatevi! Banda d’inutili filosofi! 😀
@peppe: Dici che è così difficile? Tieni presente che io penso a racconti come i Pokemon – quella che alcuni chiamano “cultura popolare”
@lector: Per questo genere di conoscenza, più che la filosofia, mi sa che conta l’avere figli o nipoti della giusta età…
🙂
E’ simpatica, ma se la prendiamo sul serio mortifica il senso delle storie per bambini.
Raccontano esempi di vita, insegnamenti, emozioni, esercizio d’immaginazione.
Volere storie “scientifiche” è come pretendere pathos empatico da un saggio di diritto.
Considera che le storie sono quasi sempre assertorie e senza dubbi, mentre le forme di ricerca sulla realtà sono dubitative e interrogative.
La struttura stessa della storia farebbe mancare il bersaglio.
Rischieremmo quei terrificanti raccontini didascalici con cui mi ammorbava il sussidiario.
@eno: Sono sostanzialmente d’accordo, però… i Pokemon esempio di vita?
Io direi che i Pokemon sono un cartoon di svago, di consumo. Anzi, facciamo che fanno pure schifo.
Lo dico da fan di Miyazaki.
…ma chi sarebbe questo darwinian?
Un Sorriso
@eno: Miyazaki? Mi documenterò, casomai dovessi fornire alternative ai Pokemon.
@il più Cattivo: Sarà un allenatore di pokemon.
Prova a sottoporre le 2 teorie ad un gruppo “Intelligent Design” (o creazionismo evolutivo) e probabilmente avrai lo stesso genere di risposte.
In ognicaso:
http://www.gandalf.it/htlws/pwp.htm
@catta: Non ci tengo molto, a incontrare un gruppo di intelligent design.