Professore: Bene ragazzi, come promesso, oggi parleremo de La gaia scienza di Nietzsche…
Studente distratto: Prof, guardi lassù, in cielo! Cosa sarà quel coso che si muove così velocemente?
Professore: Un uccello, o forse un aereo. Adesso torniamo a Nietzsche.
Alle spalle del professore, sollevando una nube di polvere, crolla un pezzo di muro. Appena la polvere si posa, in parte sul pavimento, in parte nei polmoni del professore e di alcuni studenti, alla classe appare la sagoma di un uomo alto e robusto, vestito con una calzamaglia blu e un mantello rosso.
Professore – tossendo: Ma… lei… chi… è?
Superman: Io sono Superman e lotto per la Verità, la Giustizia e lo Stile di vita americano.
Professore: …
Superman: È arrivata una telefonata anonima alla Lega per la Giustizia: in questo edificio si trama contro la Verità, e quindi io sono intervenuto.
Professore: Ma non poteva usare la porta?
Superman: Come?
Professore: Invece di sfondare il muro. Adesso i danni chi li paga? Fortuna che questo non è un muro portante. Non le è mai capitato di far crollare un edificio?
Superman: Crollare? No, mai. E sono molti anni che faccio questo lavoro. A volte ho anche trasportato alcuni grattacieli.
Professore: Ma è impossibile spostare dei grattacieli: si spezzerebbero!
Superman: Non cambi discorso. È vero quello che sostiene la telefonata anonima? Davvero lei qui insegna il falso, ossia che non esiste la verità?
Professore: Già, la telefonata anonima. Ho una certa idea su chi possa essere l’anonimo lancia una occhiataccia a Studente distratto . Comunque la sua affermazione è tautologica.
Superman – confuso: Tautologica?
Professore: Una tautologia è una affermazione sempre vera.
Lei ha detto «È falso che la verità non esiste». Adesso, se la verità esiste, questa doppia negazione è vera. Ma, d’altra parte, se la verità non esiste, io posso affermare qualsiasi cosa, e quindi anche che la verità esiste.
Superman – sempre più confuso: Non capisco: lei sta discutendo! Voglio dire: non sta cercando di eliminarmi con raggi laser, bombe alla kryptonite o altro…
Professore: Per quelle diavolerie dovrebbe andare dal professore di fisica, ma dubito che proverebbe a eliminarla con delle bombe: è un tipo pacifico.
Superman: Quindi…
Professore: Quindi parliamo: lei è qui per difendere la Verità da quelle persone che sostengono che la Verità non esiste.
Superman: Preferivo le trappole di Lex Luthor! Comunque, la verità esiste: è impossibile negare che esistano dei fatti.
Professore: E che cosa è la verità?
Superman – rimane un attimo silenzioso: La verità? È quello che non può essere negato, è l’innegabile. È ad esempio innegabile che io abbia sfondato questo muro, pochi minuti fa.
Professore: L’innegabile: una buona risposta. Però adesso è innegabile che lei abbia sfondato questo muro.
Tra alcuni anni, quando questo muro sarà stato riparato e magari noi ci saremo dimenticati di questa surreale discussione, si potrà tranquillamente negare il suo gesto. E tra cento o duecento anni, quando verosimilmente nessuno di noi ci sarà più, come giudicheranno l’affermazione «Superman quel tal giorno a sfondato il muro della scuola»? Non avranno elementi per giudicare, e troveranno l’affermazione oziosa, priva di interesse. Dalla Verità alla Inutilità.
Superman: Ma almeno sapranno che o Superman ha sfondato quel muro oppure non lo ha sfondato. Una delle due affermazioni è sicuramente vera, non possono essere entrambe false.
Professore: Sono d’accordo. Ma in questo caso lei ha ben poco da fare: se la Verità si riduce alle affermazioni del tipo «A oppure non A», non mi sembra un lavoro da superuomini prenderne le difese. Comunque temo che la difesa della Giustizia e dello Stile di vita americano non la lasceranno disoccupato.
Superman: Quello che intendevo dire è che la verità esiste, per quanto non sia sempre facile conoscerla.
Professore: «Per quanto non sia sempre facile conoscerla». E come fare a capire se quella che si conosce è la Verità indubitabile e innegabile, e non invece una verità imperfetta, da migliorare?
Superman: Dalla plausibilità dei dubbi e delle negazioni: non tutti i dubbi sono leciti, non tutte le negazioni sono credibili.
Professore: Ma come giudicare questa plausibilità?
Superman: Questa plausibilità è un fatto, non ha bisogno di giustificazioni.
Professore: Ma così il suo discorso è circolare!
Superman: Ma è sufficiente per difendere la Verità da chi vuole negarne l’esistenza!
Professore: Inoltre, la plausibilità di dubbi e obiezioni è relativa: oggi non ha senso dubitare di una determinata verità, ma domani, magari, sì.
Superman: Io combatto per la Verità qui e ora. Del domani me ne occuperò un altro giorno.
Professore: Fa bene ad occuparsi solo del presente: lei, come supereroe, ne ha viste tante.
Superman: Cosa intende dire?
Professore: Molto semplice: lei prima ha parlato della Lega per la Giustizia. Una cosa che riguarda solo il Superman dei fumetti e non quello cinematografico. Nei film i supereroi sono sempre solitari, penso per non confondere gli spettatori, mentre nei fumetti tendono ad incontrarsi tra loro: l’Uomo ragno che incontra l’Incredibile Hulk, Batman che scambia quattro chiacchiere con Wonder Woman…
Superman: …
Professore: Ci sarebbe inoltre il discorso sui suoi genitori
Superman: I miei genitori?
Professore: Sì. All’inizio lei rimaneva orfano in giovane età, mentre in versioni successive dei fumetti solo suo padre era morto, e quando lei frequentava le superiori.
I nomi, poi, non erano stabili: sua madre, che adesso conosciamo come Martha, si chiamava, a seconda delle versioni, Mary o Sarah.
In The Man of Steel di John Byrne, e siamo già nel 1986, entrambi i genitori sono vivi.
Da notare che, in alcuni vecchi cartoni animati, lei ha addirittura trascorso tutta l’infanzia in un orfanotrofio.
Superman: Non capisco dove vuole arrivare.
Professore: Semplicemente che le affermazioni “I genitori adottivi di Superman si chiamano Jonathan e Martha Kent e sono entrambi vivi” è vera solo in alcuni contesti.
Superman: Però questo suo discorso vale solo per i personaggi fantastici, non per quelli reali.
Professore: Giusta osservazione. Purtroppo siamo entrambi personaggi fantastici, e non sappiamo praticamente nulla della realtà.
Superman: Ma chi sta leggendo questa nostra disavventura è reale.
Professore: Non si può mai dire. Magari l’autore si è divertito con i livelli narrativi, e questo nostro dialogo viene letto o scritto da qualche altro personaggio immaginario. Come quando nel teatro i personaggi assistono a un’altra rappresentazione teatrale.
In ogni caso, anche loro possono giudicare solo momentaneamente la plausibilità di un dubbio o di una obiezione. Anche a loro conviene lasciar perdere la Verità con l’iniziale maiuscola e limitarsi al presente, al qui e ora.
Superman: Non mi resta che difendere la Giustizia e lo Stile di vita americano.
Professore: Già, lo Stile di vita americano…
Superman: Cosa ha contro lo Stile di vita americano?
Professore: Finché non mi costringete a mangiare le ostriche con il ketchup, nulla. Però dovrebbe aggiornarsi.
Superman: Aggiornarmi?
Professore: Sì, nell’ultimo film, Superman returns, sono citati unicamente la Verità e la Giustizia. E comunque nella traduzione italiana del primo film, American Way è stato più prosaicamente reso con Democrazia.
Superman: Dovrei quindi difendere la Giustizia e la Democrazia?
Professore: Io ci aggiungerei anche la Libertà. Però credo che combattendo Lex Luthor e Il Parassita non si corra il rischio di sbagliare.
bellissimo!
avrei qualche obiezione che ci risparmio, altrimenti hai proprio scritto una gran bella cosa!
bel post!
a proposito della contestualità della verità, dei fumetti Dc (vertigo a dirla tutta) e dei piani di realtà non so se hai mai letto Flex Mentallo del buon Grant Morrison…
bel post!
a proposito della contestualità della verità, dei fumetti Dc (vertigo a dirla tutta) e dei piani di realtà che coinvolgono entità fittizie non so se hai mai letto Flex Mentallo del buon Grant Morrison,
o il primo numero della gestione di Alan Moore di Supreme.
anche quelli meriterebbero un’analisi filosofica,una volta mi ci ero messo ma non volevo fargli -e farmi- del male
nullo: Anche io avrei alcune obiezioni a quanto ho scritto: non è semplice gestire un dialogo filosofico con un supereroe! 😉
fran-tes-to: No, fermo, non mi consigliare dei fumetti da comprare: mia moglie legge questi commenti e potrebbe assoldare un killer! Nega tutto, nega tutto! 🙂
Per pignoleria e spirito di criptonite…
“È falso che la verità non esiste” non è una doppia negazione.
–A è una doppia negazione oppure Je n’ai pas vu personne( in italiano le doppie negazioni in genere si rafforzano ).
Quella frase è una proposizione metalinguistica, diversa dalla negazione.
Basta pensare al paradosso del mentitore: “Questa frase è falsa” oscilla continuamente tra verità e falsità( “Questa frase è/ non è falsa…” ). Invece: “E’ falso che questa frase sia vera” comporta che “Non è falso che questa frase sia vera”, quindi una contraddizione; ma se è contraddittoria, è necessariamente falsa e infatti “Non è falso che questa frase è vera” o “E’ vero che questa frase è vera” pur essendo proposizioni vuote e probabilmente malformate, non generano paradossi.
Inoltre, non è NECESSARIAMENTE neanche una tautologia. Sia che la verità esista sia che non esista, “È falso che la verità non esiste” resta una metaffermazione, e come tale non è chiaro se, pur essendo legato il suo valore di verità a “Non-non ( la verità esiste ) “, non aggiunga qualcosa in più al correlato nel linguaggio oggetto.
E’ la questione tra ridondanza e non ridondanza dell’aggettivo “vero”.
Ma tautologia non significa “sempre vero”, bensì “corrispondente a sé stesso”! Se le intensioni di “X” e “è vero che X” sono distinte, benché legate da una necessità extralogica, non c’è tautologia perché si aggiunge qualcosa!
Certo, tu puoi dirmi che il professore sostiene una teoria della ridondanza e l’obiezione manca il bersaglio. In quel caso però il professore non potrà poi coerentemente sostenere che la verità coincide con indubitabilità e che quindi con il passar del tempo si degrada e diventa dubitabile.
Il perché è ovvio: ha affermato con sicumera che (è vero che 🙂 ) la frase di Superman è una tautologia.
Ma non c’è accordo tra i filosofi sullo statuto delle metaaffermazioni, e quindi manca la certezza e l’indubitabilità…
Adesso scusami, devo andare a lavare la mia tazzina e spolverare l’aviomezzo di Hot Goblin.
Lunga vita e prosperità! 🙂 Eno
( C’è un errore: “- -A è una doppia negazione”. Non funziona l’anteprima del commento. )
eno: mentre scrivevo il dialogo, mi ero accorto che l’affermazione non era una tautologia. Però la parola mi piaceva, ci stava bene e togliendola il dialogo perdeva di mordente.
Inoltre mi son detto: chi vuoi che se ne accorga! Mi sbagliavo (e ben due volte: anche nullo mi ha beccato).
Quanto all’anteprima non funzionante: lo so, sto cercando di sistemarla ma non ci riesco. 🙁
Bel dialogo!
Confermo la presenza degli errori di cui sopra, ma il dialogo resta molto bello.
Soprattutto sui livelli di interpretazione.
Sto appunto pensando di scrivere qualcosa su logica matematica e interpretazione… magari tra qualche giorno (adesso ciò una massa di studenti incazzati che si aspettano le correzioni dei compiti…)
Comunque, gli americani non mangiano ostriche con il ketchup. Non tutti almeno, e non sempre. Semmai potrebbero chiederti di preparargli gli “spaghetti alfredo”! (meglio le ostriche con il ketchup allora)
Le ostriche con il ketchup è il modo con cui, da piccolo, mi è stato instillato l’antiamericanismo. Molto più efficace degli astratti discorsi sull’imperialismo. 😉
Sicuramente non tutti, ma molti americani le mangiano con il Ketchup: l’ho visto con i miei occhi a Battery Park oramai dieci anni fa (oltre a diversi film e telefilm).
Quanti agli errori: non credevo di avere un pubblico così attento!