Sul positivismo ingenuo di Piero Angela

Vedo che tra i tanti elogi al lavoro di divulgazione scientifica di Piero Angela, spunta anche qualche critica per l’approccio eccessivamente pedagogico e il suo “positivismo ingenuo”. Insomma, la scienza può spiegare tutto e la divulgazione spiega la scienza agli ignoranti, trasformandola di fatto in una sorte di religione.

Ritengo che, anche in occasioni funebri, sia giusto ricordare sia i pregi sia i difetti delle persone e, insieme alle virtù della chiarezza e della pacatezza, un breve accenno a semplificazioni eccessive, sia scientifiche sia più filosofico-sociologiche, l’ho fatto anch’io, nell’articolo in ricordo di Piero Angela che ho scritto per il quotidiano ticinese laRegione. Sono inoltre convinto che la comunicazione della scienza non possa ridursi a fare da cassa di risonanza a quel che dicono gli scienziati, ma – per certi versi analogamente a quello che fa certa critica con cinema, letteratura, arte… – evidenziare punti di forza e punti deboli dei lavori, spiegare il contesto sociale e culturale oltre che scientifico e anche denunciare le storture del sistema di produzione della scienza.

Ora, questo accadeva di rado a Superquark, almeno per quel che riesco a ricordare (guardo pochissima televisione) e il fatto di essere in un media generalista e di dedicarsi in buona parte a scoperte scientifiche consolidate conta fino a un certo punto. Ma questo è solo in parte il Piero Angela che ho conosciuto io: certo c’erano alcuni speciali televisivi (il primo che ricordo è La macchina meravigliosa che adesso so riprendere una metafora meccanicistica sulla quale ci sarebbe molto da discutere), ma di Angela ho apprezzato soprattutto i libri. E penso in particolare a Viaggio nel mondo del paranormale (recentemente ristampato dal CICAP in versione aggiornata) nel quale quel lavoro di critica è presente, immagino anche per la necessità di prendere le distanze da molte ricerche pseudoscientifiche.

C’è poi il Piero Angela che ha scritto il breve saggio Le vie della divulgazione scientifica per la Treccani, dove si legge il seguente passaggio a proposito dell’importanza del metodo:

Anche questo è il ruolo della divulgazione: spiegare l’etica che è alla base della correttezza scientifica, e che deve sempre essere rispettata.

Quindi sì, c’è una sorta di “positivismo ingenuo”, ma forse è meno ingenuo di quel che può sembrare.

‘Non lo so’. Un mio ricordo di Piero Angela

Ho appena finito di scrivere un articolo in memoria di Piero Angela, scomparso sabato scorso. Ci ho messo un po’ a scriverlo, in parte per l’emozione in parte perché ci sono tante cose da dire che è difficile selezionare e ordinare il materiale.

Qui sul sito mi voglio limitare a un piccolo aneddoto. Siamo al CICAP Fest del 2019, io sono nello staff e Piero Angela è tra gli ospiti. Aveva già superato i novant’anni, per cui si era deciso di organizzare, al posto di interviste singole, un incontro con una decina di giornalisti. A un certo punto viene fatta una domanda molto tecnica: non ricordo esattamente quale, negli appunti che ho ritrovato ho segnato solo “medici non specializzati”, forse qualcosa sulla formazione o sul ruolo dei medici di famiglia.

Mi sono però segnato la risposta di Angela: “È una domanda tecnica alla quale non so rispondere”. Perché, ha proseguito, il ruolo della scienza consiste anche in questo, nel rispondere “non lo so” quando non si hanno le competenze per rispondere. “La gente viene da me pensando che sia l’immagine della scienza. Ma non lo sono: sono un divulgatore, devo studiare”.