Un riduzionista vuole ridurre la mente al cervello, crede che sia possibile spiegare i fenomeno mentali (e immagino anche quelli sociali) solo a partire dagli eventi cerebrali.
Il contrario di questa posizione è ancora un riduzionismo:
[C]onsidero contraddittorio ridurre il pensiero – la realtà psichica – a cosa non più riducibile a elementi materiali.
L’autore di questa affermazione è Malvino. Per essere uno che voleva liberarsi della filosofia, se la cava davvero bene:
Diciamo, piuttosto, che gli elementi materiali permangono, sono attivi, attuano il controllo: nessun pensiero permane se si inceneriscono gli elementi materiali, a meno di non voler immaginare che in questo caso il pensiero salga verso l’Iperuranio. Ma vi rammento che l’Iperuranio non c’è più, se c’è mai stato.
Sottoscrivo pienamente.
> Il contrario di questa posizione è ancora un riduzionismo
Non ti sembra un ottimo motivo per rigettare entrambi, almeno come programma di ricerca?
Se fossi direttore del CNR o un ricco finanziatore (eventi improbabili, purtroppo il secondo più del primo) penso che non approverei i progetti di ricerca di:
a) il neurofisiologo che mi dicesse “voglio dimostrare che tutte le dimensioni del pensiero sono riducibili a eventi cerebrali”;
b) lo psicologo che mi dicesse “Voglio dimostrare che il pensiero è completamente indipendente dagli eventi corporei”.
Approverei invece i progetti che volessero cercare:
a) la correlazione eventi cerebrali – eventi psichici;
b) le strutture autonome della psiche umana senza alcun riferimento agli eventi cerebrali.
Non so se ho risposto alla domanda…
Sì, certo. Ma mi pare che nel commento tu dica qualcosa di diverso da quel che intende dire Malvino (era il tuo “sottoscrivo pienamente” che mi lasciava perplesso).
Mi sono riletto il post di Malvino, e mi sembra equilibrato.
Certo, se avessi scritto io qualcosa del genere, avrei posto l’accento più sul riduzionismo materialista (credere che sia tutto corpo e niente spirito) piuttosto che sul riduzionismo spiritualista (credere che sia tutto spirito e niente corpo), come fa lui.
Ciò non toglie che entrambi gli approcci siano limitativi, e che quando sono depresso mangio il cioccolato perché mi piace, non perché contiene sostanze chimiche in grado di fare non so cosa al cervello (sempre che questa non sia una leggende metropolitana).
Ma allora adesso sono io che sottoscrivo pienamente (soprattutto, la cosa del cioccolato).
Ecco, basta lasciare perdere l’iperuranio e passare al cioccolato e ci si ritrova tutti d’accordo! 😉
Vi consiglio di dare un’occhiata alle tesi di Roberta Lanfredini…
Qui viene illustrata una prospettiva molto interessante, corredata di forum:
http://www.swif.it/forum-scuola/ARCHIVIO.htm
Si possono trovare molti saggi interessanti: http://www.epistemologia.unifi.it
aspetto commenti 😉
Falco:
stamperò e leggerò durante le ferie… non puoi certo consigliare pagine e pagine di materiale e sperare che uno le commenti in un cinque minuti! 😉