Durante la gravidanza è buona cosa essere prudenti.
Meglio evitare di fumare crack, soprattutto se si è donne afroamericane nel South Carolina.
Meglio non eccedere neppure con l’alcol. Non eccedere significa che si può bere con moderazione: un bicchiere di vino alla settimana non sembra causare danni al nascituro (anzi: secondo una recente ricerca, i bambini le cui madri bevevano con moderazione durante la gravidanza stanno leggermente meglio).
L’astinenza non è necessaria: buon senso e moderazione sono sufficienti (questo, ovviamente, non è un invito a consumare alcol durante la gravidanza).
Da un po’ di tempo sulle bottiglie di alcolici c’è un curioso logo, riprodotto qui a fianco.
La prima domanda che mi sono posto guardandolo è: perché una donna incinta ha i capelli raccolti?
La seconda è: perché un divieto totale, quando sarebbe più corretto un semplice invito alla moderazione?
Alla prima domanda non ho trovato risposta (usate pure lo spazio dei commenti per suggerimenti e ipotesi); per la seconda credo sia questione di strategia comunicativa: un divieto è più facile da rappresentare graficamente di un invito alla moderazione, ed è un messaggio meno ambiguo (moderazione: un bicchiere di vino la settimana è moderazione, una bottiglia al giorno no, ma quando si passa dalla moderazione all’eccesso?).
È questa una strategia moralmente lecita? Esagerare, affermare il falso perché è un messaggio più semplice ed efficace?
la donna incinta ha la coda perché essendo incinta sta a casa dal lavoro (ammesso che ce l’abbia) e deve allora badare alla casa, e alla prole futura, e quindi non può curare se stessa e il suo aspetto, e allora via di coda del secondo giorno (sentita in una pubblicità). quindi la donna del logo ha la coda perché la cultura maschilista la vede così.
e il divieto totale va rappresentato perché nessuno rispetta un divieto totale. se avessero indicato moderazione, la moderazione è soggettiva: io sono 1.94 e con una certa stazza (oltre al fatto di essere stato abituato al vino fin da bambino – con moderazione…) e per me una quantità di alcol che per una persona meno grande è tanta risulta moderata. anche in termini di smaltimento. quindi sapendo che la moderazione viene interpretata soggettivamente da ciascuno, e che il rischio di non fermarsi ma abbandonarsi completamente al vizio c’è, si preferisce indicare il divieto assoluto.
un divieto assoluto che nessuno rispetta, ma il senso di colpa fa sì che l’assunzione una volta infranto il divieto sia davvero moderata. ciascuno di noi infrange piccole regole, esempio quelle alimentari (lo strappo alla regola), ma le infrangiamo di poco, ci fermiamo poco oltre il limite del divieto assoluto. siamo moderati per senso di colpa, ma il senso di colpa non serve a constringerci allo zero assoluto. il senso di colpa è uno strumento che viene sfruttato da chi volendo suggerire la moderazione indica il divieto assoluto sapendo che non sarà rispettato.
l’eticità dello sfruttare i pregiudizi… se n’è già discusso. paternalismo. suggerisco che indicare che i figli di madri che bevono moderatamente risultano più in salute è una cripto-politica eugenista
Il paternalismo, se c’è, è innocuo: non si vieta il consumo di alcol alle donne come si fa con i minorenni; ci si limita a segnalare un problema.
Secondo me la donna ha i capelli legati perchè l’immagine è bianca e i capelli sciolti si sarebbero confusi con il resto del corpo. Il divieto è indicato come assoluto perchè non vedo modo di associare l’immagine di una donna incinta all’alcol se non evidenziandone l’antitesi assoluta. Dietro l’attraente proposta di una fresca bottiglia di birra c’è spessp anche l’idea degli eventuali stati lascivi che potrebbero essere causati dal suo consumo. Basta guardare le pubblicità (
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) che alludono a presunti atteggiamenti e situazioni socialmente vincenti che possono essere provocati dal consumo di alcolici. Anche se non è detto esplicitamente che si debba arrivare a subirne gli effetti negativi (anzi per lo più si invita a non abusarne), credo che spesso si possa arrivare ad associare l’uso dell’alcol ad una allettante sensazione inebriante di leggerezza e di piacevole alterazione percettiva. Quindi, con una battuta, come tenere insieme desiderio di trasgressione e moderazione? Meglio non allettare le donne in gravidanza che hanno la responsabilità di sè e di un altro..
@Nicoletta Domma: Se le donne in gravidanza hanno la responsabilità di sè e di un altro, non vedo perché tutelarle dicendo il falso: raccontare bugie a fin di bene lo si fa con chi non è responsabile!
Hai ragione, io ho solo cercato di ragionare su una possibile spiegazione, perchè se fossi incinta non inizierei a bere solo perchè mi viene detta la verità e cioè che bere con moderazione e solo ogni tanto non nuoce al bambino. Tentavo solo di capire come il fenomeno dei media in realtà influisse pesantemente anche sulla nozione di responsabilità. Chi fa pubblicità secondo me ha un quantitativo enorme di responsabilità e se mette il profitto davanti a tutto e paventa situazioni ambigue, poi magari è costretto ad aggiustare il tiro. Al di là di questo però – che poi volendo è un altro discorso ancora e che meriterebbe una lunga discussione – credo sia anche complicato reificare la responsabilità individuale. Come si può essere certi che tutte le donne in gravidanza interpreterranno correttamente l’invito alla moderazione nel consumo di alcolici? Come diceva Alex, la moderazione per un uomo che pesa 75 kili non è rappresentata dalla stessa quantità di alcol consentita ad una donna che ne pesa 50. E se la stessa donna incinta che normalmente tollera una piccola quantità di alcol un giorno qualunque decidesse di bere così come è abituata a fare e avesse uno sbalzo di pressione, un particolare squilibrio ormonale e l’alcol peggiorasse la situazione di cui non si era resa conto se non attraverso l’introduzione dell’alcol? E se in questo modo nuocesse al bambino suo malgrado e nonostante sia una donna responsabile e consapevole che bere poco e sporadicamente in gravidanza non è così grave come l’etichetta di una birra vorrebbe far sembrare? Ciò non mi trova d’accordo però sul fatto che una sorta di campagna paternalistica di menzogne a fin di bene sia la scelta migliore. Anche perchè credo che sia solo un modo per lavarsi la coscienza.
Scusatemi in caso mi stia perdendo qualcosa ma io ho sempre letto che alle donne in gravidanza è necessaria una completa astinenza. E le motivazioni che trovo si rifanno proprio al principio per cui una quantità di alcool fa un effetto diverso a seconda della corporatura, e IL FETO HA UNA CORPORATURA MOLTO MINORE. Il problema, come diceva Alex, è che permettersi di bere moderatamente è abbastanza pericoloso.
Mentre sulla scelta di sperimentare su bambini di 3 anni di età: “It is important to acknowledge that problem behaviours or cognitive deficits may become apparent in these children at older ages, and theevidence presented should be used to guide future research and inform policy”
@nicoletta domma: Quello sulla pubblicità è discorso interessante.