L’occhio è in grado di vedere anche quello che non c’è:
Difficile, se non impossibile, non vedere in entrambe le fotografie due volti sorridenti.
Mi chiedo se i progettisti tengano conto di questo “comportamento” dell’occhio: esisteranno, ad esempio, degli indicatori che passano da “faccia sorridente”, quando i valori sono nella norma, a “faccia triste”, quando i valori diventano critici? Lo progettiamo un tachimetro che “piange” quando si superano i 130 Km/h? O un termostato che fa il broncio se imposto il riscaldamento a più di 22 gradi?
Foto uno e due di 1541, scovate su Faces in Places (segnalato da Culodritto)
Nella seconda foto non mi pare molto sorridente. Anzi, piuttosto disperato.
In effetti quando ho scritto “due volti sorridenti” la seconda foto era un’altra. Poi ho cambiato idea ma non ho cambiato il testo…
Caro Ivo: seria o faceta che sia, la tua mi pare una proposta geniale. Se la “presenza subliminale” di Dio (vedi Psicocafé) è sufficiente a renderci più generosi, indicatori di disagio quali il pianto del tachimetro o il broncio del termostato potrebbero farci correre ai ripari in modo automatico — facendo leva su istinti più ancestrali di quello dell’obbedienza alle regole. Mica male come progetto di ricerca!
Non esistendo laboratori di filosofia sperimentale, temo che il progetto di ricerca non sarà mandato avanti dal sottoscritto! 😉
Ah, ecco, per fortuna che hai spiegato la faccenda della seconda foto cambiata… di fronte a quel categorico “Difficile, se non impossibile” mi erano già venuti dubbi sulla mia sanità mentale… 🙂
Il blog da cui provengono, comunque, è una vera miniera!
Isadora: dovrei mettere un avviso: in caso di dubbi sulla vostra sanità mentale, tenete presente che il pazzo sono io.