Animali fantastici e come trattarli

L’associazione animalista PETA ha pubblicato sul proprio sito alcune indicazioni su come giocare a Hogwarts Legacy rispettando gli animali – nel senso delle creature magiche che compaiono nel videogioco (oltre che nella saga di Harry Potter).

Le indicazioni sono essenzialmente tre: non cavalcare ippogrifi o thestral ma spostarsi usando scope o la metropolvere; non fare ricorso a pozioni con ingredienti di origine animale come il succo di horklump; non indossare vestiti realizzati con parti di animali, come piume di fwooper o pelliccia di mooncalf.

La cosa fa sorridere, come immagino fosse nelle intenzioni della PETA. Del resto se considerasse questa iniziativa una priorità, non avrebbe pubblicato una guida per gli utenti ma criticato i realizzatori del videogioco per non aver previsto una variante rispettosa degli animali. Passando probabilmente da un’iniziativa potenzialmente divertente a una potenzialmente ridicola.

La cosa fa sorridere perché ippogrifi, thestral, horklump, fwooper e mooncalf non sono animali reali. Esistono nell’universo narrativo di Harry Potter e, almeno in alcuni casi, nel folklore, ma non in natura.1
Credo non abbiano neppure un’esistenza definita all’interno del videogioco, con qualche complesso algoritmo che lasci pensare a un qualche comportamento autonomo. Sono semplici modelli 3D e probabilmente neanche quello per quanto riguarda gli ingredienti delle pozioni.

Estendere i diritti che oggi riserviamo agli esseri umani (e in passato solo ad alcuni esseri umani) agli animali è un conto. Arrivare a includere anche semplici immagini, se non addirittura nomi, di animali è un po’ troppo. Ma l’iniziativa della PETA una qualche legittimità filosofica ce l’ha.

Trattare male animali virtuali non danneggia nessun individuo e non viola i diritti di nessuno, ma non è un comportamento virtuoso. Non è insomma un comportamento che una persona per bene dovrebbe tenere. È un tema su cui ho già scritto a proposito dei robot, se sia il caso di ringraziarli e di prenderli a calci. Ma il discorso – per quanto indebolito visto che parliamo di creature di finzione – è tutto sommato lo stesso: se l’etica riguarda come ci comportiamo, non è il caso di sfruttare gli animali, anche quelli virtuali.

Lo scrive la stessa PETA nel suo articolo:

Sure, jobberknoll feathers might just be pixels, but practicing compassion in a game can help remind you to avoid buying feathers in the real world.

Certo, le piume di jobberknoll possono essere solo pixel, ma praticare la compassione in un gioco può aiutarci a ricordare di non comprare piume nel mondo reale.

  1. In realtà una specie di insetti è stata battezzata Thestral, ma non complichiamo troppo le cose. []

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