Un promemoria sul ‘backfire effect’

Per affrontare un’informazione falsa non basta presentare i fatti. Cambiare idea, soprattutto quando queste idee hanno una particolare importanza, non è infatti solo una questione di acquisire nuove informazioni e la correttezza non è l’unico aspetto di cui tenere conto.

Questo lo si sa da ormai da qualche millennio: già il buon Aristotele indicava, a fianco del logos (grosso modo la logica dei fatti), anche l’ethos (l’essere brave persone, sempre grosso modo) e il pathos, le emozioni.
Più recentemente la tesi che i fatti non bastano viene argomentata col cosiddetto backfire effect. In poche parole: la semplice verifica delle informazioni (fact-checking o debunking) non solo non basta, ma può essere controproducente agendo, appunto, come un “ritorno di fiamma” (in italiano di parlerebbe di “effetto boomerang” ma non ho mai visto usare questa espressione per il backfire effect) rinforzando la credenza nell’informazione che si è cercato di smentire.

L’eccezione, non la regola

Il tutto parte da una ricerca di Brendan Nyhan e Jason Reifler intitolato “When Corrections Fail: The Persistence of Political Misperceptions” e pubblicato nel 2010 sulla rivista Political Behavior.

La ricerca è citata di continuo (recentemente l’ho trovata in un libro sulla disinformazione appena pubblicato) ed è comprensibile: è un aspetto del quale tenere conto. Solo che il backfire effect non è così frequente come si sarebbe portati a pensare e a ricordarlo è proprio uno dei due autori, Brendan Nyhan:

Read this! Widespread neglect of more recent studies since my paper. Key point: “while backfire may occur in some cases, the evidence now suggests it is rare rather than the norm…generally debunking can make people’s beliefs in specific claims more accurate”

Nyhan si riferisce a un report di una ventina di pagine curato da Full Fact (vedi Does the “backfire effect” exist—and does it matter for factcheckers?) che, dopo aver analizzato varie ricerche, conclude che questo effetto controproducente è l’eccezione, non la regola. Tutto questo ovviamente con l’aggiunta che è importante capire come rendere più efficace l’azione dei factcecker – nel testo si cita ad esempio la questione della fiducia che, tornando ad Aristotele, rientra nella parte di ethos.

Quella di Nyhan non è una ritrattazione, ma una precisazione che, quando si cita quel lavoro, andrebbe secondo me ripresa. E spero che questo piccolo fact-checking funzioni.