Dov’è Dio?

Da meditare attentamente.

E intanto, dov’è Dio? Di tutti i sintomi, questo è uno dei più inquietanti. Quando sei felice, così felice che non avverti il bisogno di Lui, così che sei tentato di sentire le Sue richieste come un’interruzione, se ti riprendi e ti volgi a Lui per ringraziarlo e lodarlo, vieni accolto (questo almeno è ciò che si prova) a braccia aperte. Ma vai da Lui quando il tuo bisogno è disperato, quando ogni altro aiuto è vano, e che cosa trovi? Una porta sbattuta in faccia, e il rumore di un doppio chiavistello all’interno. Poi, il silenzio. Tanto vale andarsene. Più aspetti, più il silenzio ingigantisce. Non ci sono luci alle finestre. Potrebbe essere una casa vuota. È mai stata abitata Un tempo, lo sembrava. Ed era una impressione altrettanto forte di quella di adesso. Che cosa significa? Perché il Suo imperio è così presente nella prosperità, e il Suo soccorso così totalmente assente nella tribolazione?

[…]

Non che io sia in pericolo (mi sembra) di smettere di credere in Dio. Il vero pericolo è di arrivare a credere di Lui queste cose orribili. La conclusione che pavento non è: «Dio, dunque, non esite», ma: «È questa, dunque, al di là di ogni illusione, la vera realtà di Dio».

C. S. Lewis; Diario di un dolore; Milano, Adelphi, 1990 (trad. it. di A. Ravano).

Un commento su “Dov’è Dio?

  1. Perchè doveva rivolgersi a Gesù.
    Comunque quando avevo la scarlattina una mano me l’ha data.

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