Perché la filosofia?

Ho sottomano un pieghevole del Centro Nuovo Umaniesimo che pubblicizza i Laboratori Etici 2008-2009.

Leggo dalla presentazione:

Può la filosofia aiutarci nella vita quotidiana? Nell’affrontare le difficoltà e le sofferenze, nel cercare un senso alla nostra esistenza, nell’educazione dei giovani?
Da sette anni il Centro Nuovo Umanesimo propone cicli di incontri chiamati “Laboratori Etici”. In un gruppo ristretto, sotto la guida di un conduttore, stimolati da letture o esercitazioni pratiche, i partecipanti possono affrontare temi che aiutano a crescere interiormente. Applicando la filosofia, intesa in senso letterale come “amore per la saggezza”, ci si interroga, ci si confronta, si discute, si raccolgono spunti e riflessioni da tradurre in pratica nei rapporti con gli altri, nelle scelte di vita, nel ruolo di educatori.
La partecipazione ai laboratori si rivela per molti un’esperienza utile che aiuta a conoscere meglio se stessi e gli altri, a porsi domande sul senso della vita e sulle proprie condotte di vita.
Non è necessario aver studiato filosofia per partecipare agli incontri, tutti gli uomini sono filosofi quando si pongono domande sul senso del vivere.

Questi sono i sei incontri previsti:

Speranza e creatività. Possibili antidoti al nichilismo.
Per non lasciare che il pessimismo, il relativismo distruttivo, la fatica annullino la capacità di sperare e vivere.

Affrontare il trascorrere degli anni.
La percezione di sé e la consapevolezza del proprio ruolo sociale di fronte ai cambiamenti di volto, corpo, memoria, sogni, relazioni, progetti…

Il lato oscuro, la paura, il tempo
Proseguendo gli incontri sul dolore dell’anno passato

Emozioni, umori, stati d’animo
Qualche strategia per identificarli meglio, alleggerirli e trasformarli

Il dolore
È possibile affrontarlo e accettarlo?

La cura di sé, la cura dell’altro
Saper stare con se stessi e con l’altro, dialogare, confrontarsi, collaborare, ricercare il senso della vita

Non voglio minimamente mettere in dubbio l’utilità di questi incontri. Non posso, tuttavia, non chiedermi che cosa tutto ciò abbia a che fare con la filosofia.

C’è una scienza che si occupa di queste cose, ed è la psicologia (per la precisione, alcune branche della psicologia). Per il resto, non credo che lo studio della filosofia abbia capacità terapeutiche superiori a quelle di altre discipline, come la biologia o la chimica. Credo che i Taccuini di Charles Darwin possano avere lo stesso effetto dei Colloqui con se stesso di Marco Aurelio.

Perché, dunque, la filosofia?

Due ipotesi.
La prima ipotesi riguarda l’etica: tradizionalmente, è una disciplina filosofica, per quanto oramai largamente autonoma e multidisciplinare. Appare quindi ovvio rivolgersi alla filosofia per affrontare problemi etici, ovvio quanto chiedere informazioni sul codice della strada agli ingegneri meccanici.
La seconda ipotesi riguarda i laureati in filosofia: ce ne sono troppi, e devono pur campare, in una qualche maniera (senza offesa: tra i troppi laureati in filosofia mi ci metto anch’io).

9 commenti su “Perché la filosofia?

  1. Qualcuno pensa che i filosofi siano già troppi anche nei titoli.
    Non so se ne sei al corrente, ma il titolo del primo film della serie di HP fu Harry Potter and the Sorcerer’s Stone invece che Harry Potter and the Philosopher’s Stone.

  2. A Catania c’è una certa Associazione Nuova Acropoli che sponsorizza a più non posso incontri di filosofia. Della serie: la filosofia ti aiuta a vivere meglio; trova la tua filosofia di vita; il meglio della filosofia occidentale orientale in 6 lezioni.

    L’Associazione è formata per lo più da studenti di Farmacia (!) e non ho la benché minima idea di dove prendano i soldi per fare quel che fanno: l’anno scorso hanno organizzato un festival (!) della filosofia. Una ca..ata pazzesca.

    Non so perché ho scritto questo commento… forse perché è tanto che ti seguo e avevo voglia di lasciare una traccia 😉

    Ciao,
    Giovanni

  3. Non voglio pensare a cosa possa succedere nell’immaginario a proposito dei laureati in filosofia con la diffusione della consulenza filosofica. Non ci voglio proprio pensare.

    Non so quello che succede agli altri, ma a me è già stato chiesto di esprimere il mio punto di vista da filosofo su la Vita, l’Universo e Tutto Quanto. Discussione sgradevole anzichenò, fin dalle premesse, che erano del tipo: “Hai tanto studiato una disciplina misteriosa e con ogni probabilità inutile. Devi pur aver acquisito una certa saggezza. Fammela vedè, fammela toccà”

  4. @Azalais: I miei amici e parenti, invece, non mi riconoscono neppure un po’ di saggezza – insomma, per loro la filosofia non serve neppure a quello, e forse è meglio così.

  5. Un esempio di business che sfrutta la confusione che ha l’opinione pubblica sulla filosofia, ridotta quando va bene a esistenzialismo da quattro soldi, frasi fatte o altro. Certo queste iniziative non migliorano certo la situazione… e nemmeno i filosofi che vanno a sbandierare banalità nei talk show 🙂

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