È curioso come le questioni scientifiche, ossia quei problemi che riguardano alcuni scienziati, gli esperti di quella disciplina lì e non di altre, e che vengono dibattuti, anche ferocemente, a suon di teorie, modelli, esperimenti, simulazioni e calcoli, simili problemi, dicevo, è curioso che abbiano declinazioni politiche e sociali.
Non è curiosa la declinazione in sé, elemento fondamentale in una democrazia: lo scienziato non vive in un limbo isolato e per poter fare ricerca deve battere cassa e chiedere fondi, ed è ovvio che chi allenta i cordoni della borsa lo faccia dopo aver valutato cosa finanzia. La cosa curiosa non è dunque che la società si occupi di scienza e valuti l’opportunità sociale ed economica di condurre certe ricerche invece di altre: la cosa curiosa è che i risultati delle ricerche vengano valutati in base a questioni politiche e sociali.
Qualcuno lo definirebbe un atteggiamento postmoderno e relativista: “non esistono fatti ma solo interpretazioni”, e quindi interpretiamo liberamente come ci pare, lasciando da parte i fatti, ridimensionandoli al livello di opinioni.
Lasciando da parte la filosofia e il relativismo, che penso abbiano poco a che fare con questo atteggiamento, vediamo un paio di esempi. Prendiamo l’evoluzionismo: una cosa da scienziati o, per essere più precisi, da biologi. Per dire, un fisico o un economista, per non parlare di filosofi e pedagogisti, hanno poco da dire sull’evoluzione della vita: non è il loro campo di indagine. Eppure qui non solo capita di leggere dichiarazioni di scienziati di un po’ tutte le discipline, ma anche di filosofi e teologi. Dichiarazioni sugli aspetti scientifici dell’evoluzionismo, non su quelli fisici, economici, filosofici o teologici, sui quali sono invece caldamente invitati a esprimersi.
È un po’ come se un biologo si lanciasse in sofisticate interpretazioni della Metafisica di Aristotele, sostenendo che le idee dello stagirita furono riprese da Platone e Pitagora.
Un altro curioso esempio sono i cambiamenti climatici.
Qui si può assistere ad una curiosa divisione. Semplificando, ma neppure troppo, chi è di destra sostiene che il riscaldamento globale sia una bufala galattica. Galattica in tutti i sensi: l’aumento di temperatura sarebbe una conseguenza della intensa attività solare, e in futuro, quando il sole cesserà questa attività, intorno al 2020, si avrà sulla terra una sorta di nuova era glaciale.
Chi è di sinistra, invece, sostiene che il riscaldamento globale sia una realtà e, soprattutto, che sia provocato dall’uomo.
Se il dibattito fosse solo tra climatologi, nessun problema: come spesso accade, e come è giusto che accada, si confrontano posizioni differenti, si eseguono vari esperimenti, si riformulano i modelli, si cambiano le teorie, insomma si litiga anche furiosamente finché una delle due posizioni non si afferma a scapito dell’altra.
Nessun problema neppure se il dibattito politico e sociale riguardasse le priorità da affrontare: banalizzando, per affrontare il riscaldamento globale è meglio non far nulla e adeguarsi a un clima più torrido, investire in auto elettriche, in auto meno inquinanti oppure in autobus e biciclette?
Quello che accade, invece, è che i politici e gli opinionisti si esprimono sulle ricerche scientifiche, valutano e criticano i risultati, pur non avendo competenze particolari.
È come se un ingegnere, dopo aver studiato la statica di un ponte, dicesse ai politici anche come finanziarne la costruzione.
Il risultato è semplice: si diventa non tanto relativisti, ma scettici, e di uno scetticismo radicale. Ognuno si costruisce le proprie certezze come meglio crede, il che non sarebbe un grosso problema, se il vivere in società non richiedesse scelte condivise: un’era glaciale non si affronta da soli, e lo stesso vale per lo
Come scegliere, se non si hanno praticamente più elementi affidabili di scelta?
Una soluzione potrebbe essere una semplice scommessa.
Chi sostiene che tra venti anni ci sarà una nuova era glaciale, ed è quindi convinto che non serva investire in fonti di energia non inquinanti per evitare il riscaldamento globale, si impegni a scommettere sulle basse temperature nel 2020: si impegni a rifondere e assistere tutti quelli che si ritroverebbero danneggiati dallo scioglimento dei ghiacci.
I sostenitori del riscaldamento globale si potranno impegnare a fare lo stesso. Vediamo chi scommette di più.
Prima di scommettere, consiglio una lettura al Dialogo sul clima e i soldi (prima e seconda parte) tra l’Oca sapiens Sylvie Coyaud e Andrea.