Antinomie pubblicitarie su Facebook

Non so bene come Facebook mi abbia profilato, ma so che le due inserzioni che ultimamente vanno per la maggiore sono paradossalmente complementari. La prima mi esorta a non perdere tempo con “allenamenti cardio” (che immagino siano quelli più intensivi tipo correre finché si ha fiato) ma scoprire qual è il modo migliore per perdere peso e mettere su muscoli (ma non pesano, i muscoli?) in base al mio tipo di fisico. Ce ne sarebbero tre, ma non so esattamente quali sono perché dovrei iscrivermi.

La seconda inserzione, invece, affronta lo stesso problema ma da un altro punto di vista: basta comprare la maglietta giusta per sembrare più muscolosi e nascondere la pancia. La maglietta è presentata come “il reggiseno push up per gli uomini” con l’invito a vestire “less dad and more daddy” (il che mi pare una cosa un po’ maschilista, ma non ho voglia di approfondire).

Di per sé non c’è nulla di realmente nuovo: le pubblicità hanno sempre avuto come scopo quello di vendere soluzioni facili a problemi di cui ignoravi l’esistenza (perché i problemi di cui sei consapevole o li hai già risolti, oppure sai già che non hanno una soluzione semplice). Però è interessante che il problema di base è la forma fisica: mi chiedo se sia, appunto, una questione di profilo (rientro nel range della “crisi di mezza età”) oppure se dipenda dal fatto che ormai Facebook è frequentato soprattutto da quarantenni per cui le aziende disposte a far pubblicità son quelle lì.

Sono tentato di iscrivermi a TikTok per vedere che inserzioni mi ritrovo.

Ragazza guadagna 2000€ al giorno con i Bitcoin

Non so bene perché: forse è colpa della mancanza di inserzionisti seri, forse sono io che non rientro nei profili standard – sta di fatto che da qualche settimana mi imbatto in pubblicità truffa.
Roba tipo: “Quando [Nome di personaggio famoso] lo ha detto non credeva di essere in onda e adesso la gente guadagna fino a [numero a tre zeri] al giorno” oppure “Ragazza di [Città a caso] guadagna [numero a quattro zeri] al mese con i Bitcoin” (solo femmine, nessun maschio, immagino per attirare l’attenzione).

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La salute vien dal DNA

Più che un articolo autonomo, un’appendice al precedente Conosci te stesso con il test del DNA.

Oggi mi è arrivato un’email – assolutamente non richiesta – da un negozio online di “prodotti naturali” per la salute.
Per capirci,  nel messaggio pubblicizzano un estratto naturale di carciofo che sarebbe “la soluzione per tutti vostri problemi” che per una dozzina di euro “riduce la concentrazione del colesterolo nel sangue, protegge (sic) e disintossica il fegato, stimula (sic) la secrezione di bile, aiuta a perdere peso” e altre straordinarie imprese che non riporto per non annoiare. Oltre all’estratto di carciofo vendono un olio di cumino nero, un gel di bava di lumaca e dei cerotti cinesi (spero non realizzati con estratti naturali di cittadini della Repubblica Popolare Cinese). Continua a leggere “La salute vien dal DNA”

Conosci te stesso con il test del DNA

Qualche giorno fa mi trovavo a Milano e, nella stazione della metropolitana di Missori, un manifesto pubblicitario ha attratto la mia attenzione.

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Un manifesto abbastanza brutto, ma ad avermi colpito non sono state né la scarsa estetica né la scarsa grammatica, bensì l’immagine positiva che si è voluta dare al DNA, molecola la cui cattiva fama, evidentemente, si limita agli OGM.

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Pubblicità di classe

Curioso come negli anni Novanta potessero fare pubblicità come questa:

In tempi di indignados (e Indivanados) credo che certe immagini – l’inerte signora dell’alta borghesia con autista-maggiordomo tuttofare – non passi neppure per la testa dei pubblicitari…

Ieri ho salvato una ragazza che stava per essere violentata: mi sono trattenuto

«Ieri ho salvato una ragazza che stava per essere violentata: mi sono trattenuto»: se ricordo bene, questa battuta è di Woody Allen.

È una battuta perché salvare una ragazza dall’essere violentata è una azione meritevole di lode e approvazione e, in molte circostanze, è chiaramente supererogatoria: per quanto sia giusto, non si è tenuti a intervenire direttamente, soprattutto tenendo conto che i violentatori sono, appunto, gente violenta; trattenersi dal violentare una ragazza è, invece, una attività suberogatoria: non aggredire le persone fa parte dell’abc della convivenza civile, è lo standard minimo per vivere in società con altre persone. Continua a leggere “Ieri ho salvato una ragazza che stava per essere violentata: mi sono trattenuto”

Il potere dell’arte: da Dolce e Gabbana a Sanremo

Max Klinger, Della morte (seconda parte)

Prima riflessione

Sabato sono andato a Ferrara per visitare la mostra Il Simbolismo. Da Moreau a Gauguin a Klimt, a Palazzo dei Diamanti fino al 20 maggio 2007.

Per raggiungere la città si è deciso di evitare l’autostrada, noiosa e monotona, e di affidarsi alla provinciale che costeggia il Po: il viaggio si allunga, ma non diventa un semplice spostamento desideroso di trasformarsi in teletrasporto istantaneo. Arrivati a Ferrara, un lauto pranzo a base di salama da sugo e una visita del centro: il Castello Estense, la statua di Savonarola, la cattedrale. Si assapora il tessuto della città, scoprendo le strade volute dal duca Ercole I e realizzata da Biagio Rossetti.
Approfittando del biglietto combinato, si visita anche il museo Giovanni Boldini.
Purtroppo non c’è stato tempo per Palazzo Schifanoia e i suoi bellissimi affreschi. Continua a leggere “Il potere dell’arte: da Dolce e Gabbana a Sanremo”

I mercanti e il tempio

Milano, stazione Lambrate. Mentre aspetto il tram noto un curioso manifesto pubblicitario:

Cristo è speranza per il futuro

Non è mia intenzione mancare di rispetto a chi ha fede in Cristo, però a me Cristo è speranza per il futuro ricorda molto Dash lava più bianco e Un diamante è per sempre. Un linguaggio pubblicitario che, sinceramente, mi pare quanto di più inappropriato ci possa essere.
C’è pure un sito internet: www.informacristo.org, nel quale si scopre che c’è di peggio:

Prova Cristo

Viene in mente la cacciata dei mercanti dal tempio (Gv, 2, 14-16).
Qui però bisognerebbe cacciare i sacerdoti dal mercato.

Alfabeti e analfabeti

Come siano andate di preciso le cose, nessuno lo sa. Sta di fatto che ad un certo punto, l’uomo iniziò a parlare, ad emettere suoni articolati che altri uomini, udendoli, possono comprendere. L’uomo iniziò anche a tracciare dei segni grafici che altri uomini, vedendoli, possono comprendere: un segno per uomo, uno per casa e così via.
Infine, molto tempo dopo, l’uomo associò i suoni ai segni grafici: per scrivere casa non si deve più tracciare un simbolo che significa casa, ma un insieme di segni che stanno per il suono delle parola pronunciata. Se prima ad ogni segno corrispondeva un concetto, adesso vi corrisponde un suono.
Due recenti campagne pubblicitarie mostrano i limiti di quella straordinaria invenzione che è l’alfabeto. Continua a leggere “Alfabeti e analfabeti”