L’ideologismo abitua a non pensare, è l’oppio della mente, ma è anche una macchina da guerra intesa ad aggredire e “silenziare” il pensiero altrui. E con la crescita della comunicazione di massa è anche cresciuto il bombardamento degli epiteti: una guerra di parole tra “nomi nobili”, nome apprezzativi che l’ideologo assegna a se steso, e “nomi ignobili”, squalificanti e dispregiativi, che l’ideologo affibbia ai suoi avversari. Il guaio è che per l’ideologo l’epiteto esonera dal ragionamento e lo sostituisce. La squalifica ideologica non deve essere spiegata e non occorre che sia motivata. L’ideologismo dà certezza assoluta e quindi non richiede prove né presuppone dimostrazione.
Giovanni Sartori, La democrazia in trenta lezioni, Lezione 18, Mondadori, 2008
Il libro raccoglie le trenta lezioni trasmesse da RaiSat.
Una lettura interessante per la chiarezza espositiva (per quanto non ci sia molto di originale – ma lo scopo delle lezioni non è certo quello di proporre analisi originali).