Smetti di leggere il libro che dice di smettere di leggere notizie

Ho iniziato a leggere Smetti di leggere notizie di Rolf Dobelli.
La tesi di fondo si può condensare nel perfettamente condivisibile “al giorno d’oggi l’informazione non è più una risorsa limitata, l’attenzione invece sì”. Da qui Dobelli costruisce la sua proposta: dovremmo completamente rinunciare alle notizie – che credo di capire siano gli articoli di cronaca, escludendo quindi gli approfondimenti che al contrario invita a leggere – perché sono una perdita di tempo.

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L’unica naturale che voglio è l’acqua minerale

Avevo iniziato a scrivere questo articolo mesi fa. “Moratoria naturale” era il titolo provvisorio. Poi l’ho cambiato con “Sì, i gay sono davvero contronatura” e adesso quello che leggete qui sopra, che non rispecchia molto il contenuto, ma mi piace per cui lo tengo.

Già, perché anche il contenuto è cambiato – o meglio le mie idee sul possibile contenuto, perché di scritto c’era ben poco, prima di oggi.
Ero partito dall’idea di una moratoria sul termine naturale. Troppo ambiguo, troppi significati impliciti: io dico “naturale” intendendo qualcosa che non ha richiesto particolari interventi umani, e tu pensi a qualcosa di buono, di bello, di sacro. Insomma, un casino. Volevo anche proporre una serie di espressioni alternative. “Famiglia cattolica” invece di “Famiglia naturale”; “Parto vaginale” invece di “Parto naturale” e così via.

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Il sentimento del popolo

“Chi giudica non può non ascoltare il sentimento di un Paese” leggo nel catenaccio1 di un’intervista  di Fabio Regazzi, consigliere nazionale svizzero appartenente al partito popolare democratico, a LiberaTV.

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  1. Dicesi catenaccio “sottotitolo in carattere tipografico più marcato del sommario, destinato a chiudere il titolo e a polarizzare l’attenzione del lettore” (Devoto-Oli 2007. []

Logica giornalistica

Leggo su Metro di oggi:

La pillola del giorno dopo è ormai il contraccettivo più scelto dalle giovanissime: il 55% delle confezioni acquistate viene usato da ragazzine tra i 14 e i 20 anni.

Oltre al fatto che a 20 anni si è ancora “ragazzine”, è interessante notare la logica di questa notizia: poiché (premessa) il 55% delle persone che usano la pillola del giorno dopo ha tra i 14 e i 20 anni, allora (conclusione) la pillola del giorno dopo è il contraccettivo più utilizzato a quella età.
In base alla stessa logica, se mi accorgo che in un ristorante i clienti sono soprattutto uomini tra i 30 e i 45 anni, posso tranquillamente concludere che la maggior parte degli uomini tra i 30 e i 45 uomini va lì a mangiare. Oppure, se so che praticamente tutte le persone che vanno in vacanza a Bordighera amano il mare, devo concludere che praticamente tutte le persone che amano il mare vanno a Bordighera. Ancora: se scopro che un certo tipo di reati è commesso in prevalenza da stranieri, posso concludere che la quasi totalità degli stranieri commette quel tipo di reati… ehi, questa devo averla già letta da qualche parte!
È sicuro: i giornalisti ragionano così. Spero che albergatori e ristoratori usino un’altra logica, altrimenti potrebbero restarci male.

La logica è meglio del sesso

Fonti affidabili1 riportano che Achille Varzi, professore alla Columbia University, si presenti alla prima lezione di logica indossando una maglietta con la seguente scritta (ovviamente in inglese):

Niente è meglio del sesso.
La logica è meglio di niente.
Quindi la logica è meglio del sesso.

Pare che Varzi dedichi la prima lezione a spiegare l’errore: “niente” non è una cosa, e se la si considera come tale ci si imbatte in simili errori. I filosofi parlano, in questo caso, di ipostatizzazione.

Mi viene il dubbio che un simile errore venga commesso anche da Joseph Ratzinger quando spiega cosa significa entrare in quaresima:

Significa iniziare un tempo di particolare impegno nel combattimento spirituale che ci oppone al male presente nel mondo, in ognuno di noi e intorno a noi. Vuol dire guardare il male in faccia e disporsi a lottare contro i suoi effetti, soprattutto contro le sue cause, fino alla causa ultima, che è satana.

In questa affermazione, il male è una cosa solo in senso retorico o anche in senso metafisico?

  1. È lo stesso Varzi ad averlo detto, durante una conferenza. []

Se A allora B

Il modus ponens è forse la regola di inferenza più semplice e immediata:

Se A allora B.
A.
Quindi B.

Se piove la strada è bagnata.
Piove.
Quindi la strada è bagnata.

La fallacia dell’affermazione del conseguente è la versione distorta del modus ponens:

Se A allora B.
B.
Quindi A.

Se oggi è domenica domani devo andare al lavoro.
Domani devo andare al lavoro.
Quindi oggi è domenica.

Riportate così, non è difficile smascherare la fallacia. In un discorso più ampio e articolato è invece facile scambiare la fallacia per l’inferenza, e prendere per dimostrazione quello che, al massimo, può valere come indizio. Continua a leggere “Se A allora B”