Categories: Pensieri inutili

Ivo Silvestro

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Avevo iniziato a scrivere questo articolo mesi fa. “Moratoria naturale” era il titolo provvisorio. Poi l’ho cambiato con “Sì, i gay sono davvero contronatura” e adesso quello che leggete qui sopra, che non rispecchia molto il contenuto, ma mi piace per cui lo tengo.

Già, perché anche il contenuto è cambiato – o meglio le mie idee sul possibile contenuto, perché di scritto c’era ben poco, prima di oggi.
Ero partito dall’idea di una moratoria sul termine naturale. Troppo ambiguo, troppi significati impliciti: io dico “naturale” intendendo qualcosa che non ha richiesto particolari interventi umani, e tu pensi a qualcosa di buono, di bello, di sacro. Insomma, un casino. Volevo anche proporre una serie di espressioni alternative. “Famiglia cattolica” invece di “Famiglia naturale”; “Parto vaginale” invece di “Parto naturale” e così via.

Perché?
Perché quei significati impliciti che ha il termine “natura” sono un nemico troppo potente. E sono convinto che la fuga sia una buona strategia, di fronte a nemici imbattibili. Qui volevo scrivere una critica… no, non scrivere una critica, diciamo esprimere qualche dubbio su quelli che usano “contronatura” per mostrare, ad esempio, che l’omosessualità non è contronatura o che “contronatura” , qui, non significa nulla. È vero, non significa nulla, o almeno non significa quello che intendono dire quelli che usano questa espressione, ma ho il sospetto che non si vada da nessuna parte facendolo notare, perché alla fine quei significati impliciti non li elimini con un po’ di facile filosofia.
Poi ho scoperto che il libro di due persone di cui ho molta stima – e che di queste faccende se ne intendono molto più di me – si intitolerà proprio Contro natura, per cui ho preferito lasciar perdere queste osservazioni.

Ma la moratoria è una cretinata. A meno di non diventare imperatore del mondo e poter imporre campi di rieducazione a chi usa il termine naturale a sprosito: in quel caso sarebbe efficace, ma non mi pare molto fattibile, almeno al momento.
E così mi sono convinto per la strategia del “è solo X”. La famiglia naturale? “È solo una tradizione”. Il cibo biologico? “È solo un modo di coltivare”. L’omosessualità? “È solo un modo di stare insieme”. La manipolazione del DNA? “È solo una molecola”.
Ignorare tutti i significati impliciti, fare come se non ci fossero.

Funziona? Probabilmente no. Non resta che diventa imperatori del mondo.

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  1. procellaria 2 Maggio 2015 at 17:49

    Per me, sul concetto di naturale, vale quanto dice l’ottimo Yuval Noah Harari, naturale è un concetto teologico e andrebbe usato solo in ambito teologico. Qui un estratto dal suo libro “Sapiens: A brief history of humankind”, in cui accenna all’argomento: http://lukemuehlhauser.com/harari-on-what-is-natural/
    “Whatever is possible is by definition also natural”

  2. lalusertaequilibrista 2 Maggio 2015 at 22:27

    Non funziona perché è sbagliato 🙂 (il DNA, per esempio, non è “solo una molecola”, almeno non al livello semantico di chi usa l’aggettivo “naturale” nel senso in cui lo critichi tu).

  3. Ivo Silvestro 2 Maggio 2015 at 22:42

    @luserta: è solo un esempio 🙂
    (Poi, boh, sbagliato… È vero, si butta via il neonato con l’acqua sporca, si elimina una dimensione simbolica e culturale che è sicuramente importante, ma tra chi mi definisce il DNA “il libro della vita” e “una molecola”, mi sembra sbagli di più il primo)

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