Pene antiche

Vittorio Mathieu, sul Giornale dimostra la liceità della pena di morte, rifacendosi a Kant.
Condurre dimostrazioni politiche e sociali a partire da un filosofo morto dieci anni prima della Restaurazione (Kant morì nel 1804) è quantomeno curioso. Se non ricordo male, nei suoi testi dedicati alla filosofia del diritto, Kant aveva anche dimostrato che sarti e barbieri non possono godere del diritto di voto.

Leggi

L’uomo vive in società. Ogni società ha le proprie regole, che solitamente sono tacite, e le proprie leggi, che invece sono scritte.
Ogni individuo che vive in comunità con altri individui, cioè che appartiene alla società, è tenuto a comportarsi in conformità alle regole e alle leggi.
Queste ultime sono il collante della società: senza di esse la comunità rischia lo sfaldamento. Ma le leggi non devono solo tenere insieme la comunità, ma anche sostenere e favorire quello che è, o dovrebbe essere, il fine ultimo di ogni società: l’individuo. Le leggi non possono quindi annullare od opprimere, ma devono garantire la libertà. E, soprattutto, devono garantire uno spazio di discussione sulle leggi stesse. Continua a leggere “Leggi”

Santi ed eroi

La filosofia, come qualsiasi altra impresa razionale, non ha bisogno né di santi, né di eroi. In filosofia ci sono ragionamenti e dimostrazioni. Gli esempi, se ci sono, servono ad illustrare questi ragionamenti.
Una teoria non ha bisogno di eroi, di uomini che si sacrificano, per essere vera. Una teoria è diversa dalle sue manifestazioni, non dipende da essa.
Lo stesso non vale per la verità rivelata: la manifestazione deve esserci, e deve essere il più vera e completa possibile. Continua a leggere “Santi ed eroi”

Favole e fiabe

Una fiaba è un racconto, solitamente di origine popolare, ricco di elementi fantastici come maghi, gnomi o fate.
Una favola è invece un racconto molto più breve ed essenziale con una morale; meglio ancora è una morale fatta a racconto.
Cenerentola è una fiaba, la volpe e l’uva una favola.

Come si vede sono due cose molto diverse tra di loro. L’unica accezione che vede fiaba e favola come perfetti sinonimi è quello di fandonia.
Per chi valuta quello che si dice unicamente con il metro del vero / falso (notizia / fandonia), è evidentemente tutto uguale. Una sciocchezza.

Un’idea è per sempre

Il teorema di Pitagora esiste, e continuerebbe ad esistere anche se tutti i libri di geometria bruciassero e tutti i matematici perdessero la memoria: non è possibile distruggerlo, ma solo dimenticarlo.
Lo stesso non vale per gli oggetti fisici, e ancor di più per quelli sociali. Se viene bruciato un albero, questo semplicemente non c’è più, e chi sostenesse il contrario verrebbe gentilmente pregato di allontanarsi ché disturba. Un contratto continua ad esistere anche se brucia il tribunale, ma se a bruciare è l’intera città, ad esempio per un cataclisma o una rivolta, le leggi sono di fatto assenti, come purtroppo dimostrano le frequenti cronache di terremoti e ribellioni: in situazioni simili, parlare di obblighi contrattuali è perlomeno curioso. Continua a leggere “Un’idea è per sempre”

L’immagine scoppia

Le immagini sono sempre immagini di qualcosa, rimandano, indicano, si proiettano verso qualcosa che non è parte dell’immagine.
A volte queste l’immagine si focalizza tutta in questo rimando, tendendo a sparire, a non essere vista come immagine, ma come sostituto della cosa rappresentata. È il caso, ma è un esempio tra mille, della cupola disegnata ad Arezzo (Badia di S. Flora e Lucilla) nel 1702 da Andrea Pozzo: in realtà la cupola non esiste, il soffitto è piatto.
Altre volte, invece, l’immagine non è centrata sull’oggetto rappresentato, bensì sull’oggetto che rappresenta. Continua a leggere “L’immagine scoppia”

Dove bisogna leggere?

Riprendiamo l’analisi del saggio di Ferraris Dove sei? Ontologia del telefonino.

Se la prima obiezione al testualismo debole di Ferraris riguardava la mancanza di iscrizioni, la seconda prende in esame il caso opposto: più iscrizioni concomitanti e in contrasto tra loro.
Riprendendo uno degli esempi di Ferraris: che cos’è la squadra di calcio della Fiorentina? Continua a leggere “Dove bisogna leggere?”

Sarcasmo

E una coppia è sempre una buona occasione d’invidia. E l’invidia fa male e gonfia e comincia a secernere sarcasmo: più o meno come una ferita infetta fa il pus.

Amos Oz (trad. it. di Elena Loewenthal); D’un tratto nel folto del bosco; Feltinelli, Milano 2005

Dov’è scritto?

Primo appunto al testualismo debole di Ferraris: non sempre vengono effettuate iscrizioni su carta o su memoria magnetica. Molte promesse e pagamenti avvengono oralmente, magari in assenza di testimoni. Dov’è l’iscrizione in questi casi?
Per Ferraris la promessa è registrata nelle cellule cerebrali dei soggetti coinvolti. La mente è una tabula, un libro in grado di accogliere iscrizioni e di conservarle per un po’ (p. 106). Quella della tabula non è solo una metafora, bensì un trascendentale. In altre parole: non è tanto il linguaggio che permette di descrivere la mente come tabula, quanto l’essere tabula della mente che permette il linguaggio e la conoscenza (p. 123). Più che una scrittura vera e propria, è una archiscrittura. Continua a leggere “Dov’è scritto?”

La mia vita

Paolo Flores D’Arcais sull’Unità (registrazione gratuita obbligatoria) del 29 novembre: «A chi appartiene la tua vita? La stessa formulazione grammaticale e sintattica tradisce l’assurdità della domanda. Per essere tua, la tua vita non può appartenere che a te
Può essere che la mia vita appartenga a me; sicuramente però non per la formulazione grammaticale. Per convincersi di questo è sufficiente pensare alle seguenti espressioni: «Milano è la mia città», «Lei è mia moglie», «Questa è casa mia» (e sono in affitto).
O tutte queste espressioni sono errori grammaticali, oppure Flores D’Arcais ha scritto una fesseria. Può capitare: chissà quante ne sono scritte su questo sito!