Win for life

Win for life è il nuovo gioco inventato dallo Stato per finanziare la ricostruzione delle abitazioni distrutte dal terremoto in Abruzzo (immagino che quando l’ultima casa sarà stata ricostruita il gioco verrà chiuso).

Occorre indovinare i dieci numeri estratti – o i dieci non estratti – su un totale di venti, più un numerone che, se ho capito bene, viene estratto separatamente. Il calcolo delle probabilità per la vincita del primo premio lo lascio volentieri agli esperti di calcolo combinatorio1.
Quello che è interessante notare è il numero di estrazioni (una ogni ora) e il primo premio: 4000 euro al mese per vent’anni. Perché un simile premio? Immagino che sia per renderlo più attraente. Offrire un premio immediato fa pensare a una banca dove versare i soldi; la prospettiva di una rendita, invece, evoca la possibilità di non dover più lavorare. Dal momento che le persone, in genere, non vanno volentieri in banca e preferiscono stare a casa piuttosto che al lavoro, ecco che la rendita risulta più attraente del premio immediato.
Se una persona cerca il confronto diretto tra vincita immediata e rendita, è portato a calcolare così il totale: 4000*12*20=960’000 euro. In realtà la cifra è inferiore. Ipotizzando una inflazione annua di circa 2% (0,165% al mese), i quattromila euro dell’ultimo mese equivalgono (se non ho sbagliato i conti) a circa 794’000 euro del momento della vincita2: un somma di tutto rispetto – ma, forse, per alcuni meno attraente della cifra iniziale.

Infine, una riflessione generale.
Se il gioco d’azzardo piace così tanto, non lo si potrebbe applicare in generale a tutte le forme di tassazione, diretta e indiretta?
Estrarre ogni giorno una o più dichiarazione dei redditi e, se è in regola, farle vincere un certo premio proporzionale all’importo dichiarato, la punizione per una dichiarazione non regolare è l’esclusione dall’estrazione. Al posto dell’IVA si potrebbe offrire la possibilità di acquistare un biglietto di lotteria pari al 20% dell’importo del prodotto acquistato.

  1. Credo sia uno su 20/2*(20!/10!*10!), ossia una probabilità su 3’695’120, ma sono molto arrugginito in calcolo delle probabilità. []
  2. Qui il foglio di calcolo con cui ho fatto i conti; eventuali correzioni sono le benvenute. []

7 commenti su “Win for life

  1. A onor del vero, l’idea non è nuova: il principio era utilizzato, una volta, con il canone d’abbonamento alla RAI. Si chiamava Radiotelefortuna, se non ricordo male. Periodicamente, venivano estratti dei nominativi, che avevano diritto al premio solo se in regola con il pagamento annuale.

  2. La probabilità dovrebbe essere come hai scritto tu:
    (20/2)*(20!/(10!*10!))

    Il risultato però mi viene diverso, 1/1847560, il doppio del tuo.

    Comunque, il gioco è strutturato bene: le probabilità maggiori sono dei numeri centrali, 5 6 o 7, quindi dà sempre l’impressione di essere a un passo dalla vincita; anche i premi minori aiutano.

    Diversamente del superenalotto, dove fare zero più volte poteva risultare frustrante.

  3. @lector: Significativo che l’abbiano fatto con una tassa particolare (e contestata) come il canone rai…
    @Giacomo: Non sono infallibile (so che questa affermazione non stupirà i miei lettori). Devo aver commesso un errore materiale di calcolo.
    Curiosamente un articolo del 24ore online (che adesso non riesco a trovare) dava il mio valore…

  4. Ora non sto a rifarmi il conto. Prendendone semplicemente atto, mi viene però da chiedere se davvero questa tassa per persone che vanno male in matematica (come sosteneva Ambrose Bierce) verrà tolta quando l’ultima casa sarà stata ricostruita… Non so perché (pessimismo cosmico? semplicemente italico?), ma non ci credo per niente.

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